Cultura
Il servizio civile si ferma a novanta
Gli enti non sono riusciti a impegnare tutti i 36.138 posti disponibili. Anche in questa edizione la copertura è stata di poco superiore al 90%. Ecco perché...
  Non è stata una débâcle, ma nemmeno un successo. Il primo bando del servizio civile dell?era post leva si è chiuso con un?adesione del 91,9%. Un risultato in linea con il trend degli anni precedenti. A rivelarlo sono i dati parziali dell?Ufficio nazionale del servizio civile (105 gli enti trattati su 712 previsti nel bando) che Vita ha potuto visionare in anticipo. Le statistiche definitive, infatti, saranno rese note solo a fine mese. Ma il trend è definito.
  Anche questo bando è tinto indelebilmente di rosa, malgrado per la prima volta fosse aperto anche agli uomini fra i 18 e i 28 anni. Le ragazze, infatti, hanno occupato il 75,61% dei posti assegnati, contro il 24,39% dei giovani. Se la tendenza fosse confermata,
su una disponibilità di 36.138 posti i volontari che effettivamente prenderanno servizio saranno 33.211. Un numero decisamente inferiore rispetto ai 200mila volontari che gli enti hanno sempre dichiarato di potere avviare al servizio. Come si spiega questo gap?
  Secondo Cristina Nespoli, presidente della Cnesc, la Consulta nazionale degli enti di servizio civile, la ragione sta nella mancanza
di tempo da dedicare alla promozione. «Tra l?approvazione del bando e il termine per presentare le domande passa solo qualche settimana. Gli enti non riescono a pubblicizzare i loro progetti. D?altronde non lo potrebbero fare prima, non sarebbe serio, alimenterebbero aspettative che sarebbero destinate a rimanere deluse». Non è d?accordo Licio Palazzini, presidente di Arci Servizio Civile che punta il dito sulla qualità dei profili dei candidati: «A volte i curriculum vitae sono inadeguati, non coerenti con le attività che proponiamo». Si spiega così la difficoltà di assegnare tutti i posti disponibili. Nemmeno Arci servizio civile infatti prevede di superare la soglia del 95%.
  Quanto alla diffusione geografica, l?Italia del servizio civile rimane un Paese spezzato in due. Con il Sud nei panni della locomotiva e il Nord faticosamente al traino. «Anche questa volta nel Meridione per ogni posto abbiamo ricevuto almeno 10 domande. Al Nord invece facciamo ancora fatica», conferma Rocco Savron, dell?ufficio Servizio civile delle Acli. Fausto Casini, presidente della Anpas, ha partecipato personalmente alle selezioni di Reggio Calabria: «Per 20 posti abbiamo ricevuto 80 domande. Erano diplomati, laureati. Molti vantavano esperienze di volontariato nel settore
dell?antincendio boschivo oppure a supporto degli anziani». Anpas ha coperto il 98% dei 1.640 posti approvati e l?en plein lo ha raggiunto proprio in Sardegna, Sicilia, Calabria, Puglia. Ma non è solo il Sud a tirare. Il servizio civile all?estero ha dimostrato di possedere un forte appeal tra i giovani. «Per i 44 posti abbiamo ricevuto una montagna di candidature: 280 domande», afferma Primo Di Blasio, responsabile dell?ong Volontari nel mondo-Focsiv. Un?esperienza importante che a volte diventa trampolino di lancio per il lavoro, come suggerisce lo stesso Di Blasio: «Non è così insolito che un volontario, se si integra bene nel team, venga poi confermato sul posto come cooperante internazionale».
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