Ha superato le 500 adesioni fra singoli cittadini e associazioni il “Manifesto per un Servizio civile universale” lanciato la settimana scorsa da Vita. Fra queste quella del sottosegretario al Welfare, Maria Cecilia Guerra che riprendendo l’intervista a Romano Prodi, pur precisando di parlare a titolo personale, ha detto di «condividere ? e non da oggi ? l’idea di un servizio civile obbligatorio che però dovrebbe essere organizzato bene» e quella del professore Gregorio Arena, anima del Laboratorio per la sussidiarietà. Adesioni che si vanno ad aggiungere a quelle di Andrea Olivero (Forum terzo settore), Giuseppe Guerini (Federsolidarietà) e del presidente dell’Istat, Enrico Giovannini che già questa estate si era speso su questo fronte.
Il Manifesto di Vita (che potete leggere integralmente qui a lato, a pagina 8) ha anche acceso i fari dell’opinione pubblica sul futuro di questo istituto oggi in gravissima crisi. In questi giorni, non a caso, ne hanno parlato in diversi momenti economisti del calibro di Giacomo Vaciago (sul prossimo numero di Vita potrete leggere una sua intervista) e giornalisti di fama come Barbara Palombelli su Il Foglio. Scrive la Palombelli: «Da tempo penso all’obbligatorierà di un servizio civile per tutti, maschi e femmine, dai 18 ai 25 anni. Sei mesi fuori da casa in una regione diversa da quella di residenza, una paga minima sui 200 euro mensili, un’esperienza che darebbe loro un’educazione, una formazione e anche l’idea che esiste qualcosa di altro e di diverso fuori dal telefonino, dalla tv e dal pc».
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