Giovani
Il servizio civile in cooperativa? Ti può cambiare la vita. Ecco perché
Più di 9 ragazzi su 10 consiglierebbero ad un amico di vivere l’esperienza del servizio civile in Legacoop. È una delle evidenze che emergono dall''ultimo report della Lega Nazionale delle Cooperative. Sabrina Mancini, responsabile del settore: «La partecipazione dei giovani all’interno del servizio civile funziona soprattutto con il passaparola e si fonda su una relazione di fiducia tra pari»
di Alessio Nisi
Protagoniste soprattutto le ragazze, in prima linea nel sociale (ma non solo), con attività che coprono tutte le regioni del Paese e che vanno dal supporto alle fragilità al reinserimento lavorativo. Un patrimonio di esperienze con un alto grado di soddisfazione, di trasparenza e corrispondenza tra il progetto annunciato nel bando e l’attività effettivamente svolta.
Sono alcune delle evidenze dell’ultimo report di Legacoop sul servizio civile, emerse in particolare nel questionario rivolto agli operatori volontari a fine servizio civile (26/6/24): 303 risposte ad una survey, il cui obiettivo era rilevare la qualità del vissuto dei giovani nei 12 mesi di servizio civile universale svolto nelle cooperative aderenti a Legacoop.
Un’iniziativa che aveva anche lo scopo di indagare la soddisfazione dei giovani rispetto all’esperienza vissuta e di verificare se i giovani hanno trovato utili gli strumenti offerti, validando inoltre la coerenza tra attività e aspettative.
Per capire i numeri, occorre però partire da una premessa. «La partecipazione dei giovani all’interno del servizio civile funziona soprattutto con il passaparola», spiega Sabrina Mancini, responsabile servizio civile Legacoop nazionale.
È un percorso quello del servizio civile, spiega a VITA, che ha le sue fondamenta in «una relazione di fiducia tra pari, tra giovani cioè che hanno vissuto un’esperienza che permette di accrescere la loro maturità relativamente alle risorse spendibili all’interno di un percorso di vita», che è anche un’opportunità di avvicinamento al mondo del lavoro, ma prima di tutto è un percorso di cittadinanza consapevole.
Dal 2020, 3.160 volontari in campo
Operativo dal 1985, e passato attraverso tutte le fasi di sviluppo (obiezione di coscienza, servizio civile nazionale, servizio civile universale) il servizio civile universale di Legacoop dal 2020 ha messo a bando posti per 3.160 volontari, con 6.979 richieste di partecipazione.
Partecipazione e cittadinanza
Dallo studio emerge un grado di soddisfazione medio alto relativamente all’acquisizione (grazie ai mesi di attività) di esperienze umane e professionali significative per il proprio percorso di vita e professionale.
Se è chiaro che il servizio civile non nasce come un percorso di formazione lavorativo, è altrettanto vero però che l’esperienza maturata «è un importante valore aggiunto che il servizio civile può dare» in termini di «cittadinanza attiva, di partecipazione alla vita del Paese e di strumenti per affrontare le sfide personali. Il servizio civile», puntualizza sempre Mancini, «è uno strumento molto importante ed è forse l’unico che a livello di partecipazione dei giovani alla vita comunitaria dà quel qualcosa in più, pertanto, andrebbe maggiormente valorizzato».
Soprattutto andrebbe potenziato, spiega, per rafforzare sia i legami sociali ed intergenerazionali, che per favorire una maggiore attenzione al “bene comune”.
Una filiera per i giovani volontari
Uno degli aspetti che viene messo in evidenza nel report è anche la soddisfazione dei ragazzi, relativamente alla coerenza tra progetto e attività effettivamente svolta. Più di 9 ragazzi su 10 hanno dato una risposta positiva. «È una percentuale molto gratificante», perché «certifica la qualità dell’esperienza svolta». Che poi è anche la qualità di una filiera di cui fanno parte l’organizzazione centrale, «il territorio e le cooperative che ospitano i volontari per 12 mesi».
Il servizio civile in Legacoop
In Legacoop, spiega Mancini, il servizio civile «è prevalentemente svolto nel sociale, dal sostegno alle persone con fragilità, al reinserimento lavorativo, con attività che ricomprendono anche la parte di tutela delle persone vittime di violenza compresa quella di genere e il supporto ai minori non accompagnati».
Comprende poi anche altre importanti aree di intervento legate all’educazione e alla promozione culturale, all’agricoltura sociale, «e alla valorizzazione del patrimonio culturale ed ambientale del nostro Paese».
Il servizio civile delle ragazze
Tra i dati sui volontari che partecipano al servizio civile di Legacoop c’è anche quello relativo alla presenza delle ragazze. L’81% delle risposte alla survey rimandano ad una presenza che, sottolinea la responsabile di Legacoop, «è un dato costante che rileviamo ogni anno da quando sono state ammesse a svolgere il servizio civile anche le donne. La percentuale della partecipazione è sempre stata prevalentemente femminile».
Chi resta nella cooperazione e il passaparola
Nell’analisi si fa riferimento anche agli “ambasciatori della cooperazione”, ovvero quei giovani «che partecipano al servizio civile e che rimangono all’interno del mondo della cooperazione (circa un 25%)». Sono importanti in quanto testimoni di un’esperienza «di buone pratiche».
Un passaggio questo che rimanda ad un altro approfondimento della survey: il passaparola. Il 92% dei ragazzi intervistati consiglierebbe ad un suo amico o amica di vivere l’esperienza del servizio civile in Legacoop. «Tra i ragazzi i rapporti sono legati dalla fiducia e il fatto che uno lo consiglierebbe ad un amico ci fa pensare che l’esperienza maturata sia stata valida».
In apertura e nel testo foto di Legacoop Nazionale – servizio civile. Nel testo il video è di Alessio Nisi
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