Economia

Il “senza glutine” arriva in carcere: a Porto Azzurro apre un panificio per celiaci

L'idea è venuta al direttore del carcere, Francesco D'Anselmo, dopo aver condotto una ricerca che ha stabilito il numero delle persone intolleranti che si recano sull'isola durante l'anno e nella stagione turistica. Per loro i detenuti produrranno pane, schiacciate e dolci

di Gabriella Meroni

Un nuovo panificio dove produrre pane senza glutine per celiaci: è questo l’ultimo progetto che si realizzerà a breve nel carcere di Porto Azzurro. L'idea, spiega il direttore del carcere, Francesco D'Anselmo, è nata dopo aver fatto una piccola ricerca che ha stabilito il numero delle persone intolleranti sull'isola durante l'anno e nella stagione turistica. Non verrà prodotta una grande quantità, ma «dato che il pane per i celiaci è generalmente surgelato, lo faremo con il lievito madre che quindi durerà qualche giorno in più». D'estate, inoltre, verranno preparate schiacciatine senza glutine per i turisti e, successivamente, anche dolci.

A insegnare ai due detenuti che lavoreranno all'interno del laboratorio sarà un panificatore dell'isola, e i prodotti saranno distribuiti in tutti i supermercati e panifici dell'Elba. «Credo sia un servizio che rendiamo all'isola perché portare il pane fresco per celiaci è una novità e sicuramente non entreremo in conflitto con le imprese del posto». Una filiera produttiva dop: oltre al panificio, infatti, è in programma, in accordo con l'assessore all'Agricoltura della Regione Toscana e il viceprefetto di Livorno, Daveti, l'apertura di un mattatoio pubblico nella vecchia porcilaia del carcere. Un altro modo per dare un servizio alla comunità: oggi, infatti, chi vuol macellare un animale deve recarsi sul Continente. Inoltre, in accordo col Parco e la Regione Toscana, si sta pensando di creare una filiera produttiva vendendo il cinghiale dop dell'Elba.

Dulcis in fundo, nella falegnameria del carcere i detenuti progettano e producono delle arnie innovative, per la produzione del miele. Si tratta di strutture autoproducenti che verranno vendute a tutte le strutture carcerarie che vogliano iniziare una produzione di miele. Inoltre in accordo con l'Ente Parco, sono stati costruiti una serie di nidi per gli uccelli selvatici.


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