Cultura
Il segreto della foto premiata con il World Press
È stata scattata da Massimo Sestini il 7 giugno 2014. È un gommone carico di 227 migranti al largo delle coste libiche ripreso dall’alto. Viaggiano verso la salvezza, perché una nave italiana li sta trainando
È una delle foto premiate con il un World Press Photo Award, reso noto ieri. L’ha scattata Massimo Sestini è stata pubblicata da Time nel numero del 28 luglio, ed è una foto simbolo dell’operazione Mare Nostrum: un barcone di migranti che una fregata Bergamini della Marina Italiana sta per trarre in salvo al largo delle coste libiche. L’operazione è una delle tante portate a termine da “Mare Nostrum”, la campagna salva-vite organizzata dal governo italiano dopo la prima strage in mare al largo di Lampedusa. La foto di Sestini, è stata scattata dall’alto il 7 giugno 2014, “cattura” un gommone carico di migranti. È un punto di osservazione che rende in modo drammatico e realistico le condizione in cui viaggiano queste centinaia di uomini (in questo caso erano 227). Ma restituisce anche l’attesa di vita diversa che li spinge a rischiare la traversata del Mediterraneo. Sestini era stato 12 giorni sulla Bergmaini, seguendo l’operazione di salvataggio. «La mia è la scuola dei free lance, della pagnotta da portare a casa. È la scuola di un vecchio giornalismo fatto per strada, dei cronisti e dei fotografi di una volta: per pubblicare devi dare quello che gli altri non hanno» racconta Sestini.
Massimo Sestini, è nato a Prato nel 1963. Nel 1991 lo scoop che lo rese famoso nel mondo: fotografò Diana in costume da bagno in Sardegna. Non ha fatto nessuno studio di fotografia, ma comincia a occuparsi di grande cronaca e piazza i suoi primi scoop nel 1984. Riesce a fotografare Licio Gelli a Ginevra mentre viene scortato in carcere e il 23 dicembre 1984 è il solo fotografo ad entrare nel vagone del Rapido 904 annientato da una bomba nella Galleria di San Benedetto Val di Sambro. Una sua foto sarà la cover del settimanale tedesco Stern. Dallo scorso anno ha iniziato a fotografare anche fatti di attualità dall’alto. Un progetto che ha ribattezzato “zenit”
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