Cultura

Il segretario di Stato vaticano cita VITA al salone del libro

Nell’incontro più atteso della giornata il nuovo Segretario di Stato riprende la copertina di novembre di Vita con L’Abc di Francesco. Avevamo misurato le occorrenze delle parole nei discorsi del Papa

di Redazione

Era uno degli incontri più attesi della giornata quello con Pietro Parolin, neo segretario di Stato al Salone del Libro di Torino. L’appuntamento questa mattina nella sala dei 500, per un dialogo intervista con Antonio Spadaro, direttore di Civiltà Cattolica. Com’è noto quest’anno il Vaticano è paese ospite della manifestazione torinese, che è stata aperta da una lectio di Gianfranco Ravasi, che oggi era in prima fila all’incontro con Parolin. Il titolo dell’incontro era “Le parole del Papa”, quindi un ragionamento sul modo di comunicare di Francesco e sul suo linguaggio. Parolin ha ribadito la novità non solo del modo diretto di esprimersi, ma nella scelta oculata delle parole su cui Francesco punta.

Una scelta piena di sorprese: e Parolin nel suo discorso ha citato i risultati emersi dal servizio giornalistico di Vita, che era stata la copertina del numero di novembre (qui il servizio).

La copertina del numero di Vita del novembre 2013 citata dal segretario di Stato vaticano

In quell’occasione, avevamo esaminato in modo scientifico le parole dei primi sei mesi di pontificato, facendo una classifica delle occorrenze. Ne era emersa una fotografia assolutamente coerente al messaggio di Francesco; il che spiega l’efficacia del suo modo di comunicare. Un “papa del moto a luogo” avevamo titolato quel servizio. Infatti i verbi che indicano l’andare, il camminare, l’uscire sono quelli dominanti. Al contrario dal suo parlare sono sparite tutte le parole che in qualche modo “escludono”: pochissimo spazio a castigo o punizione. Larghissimo spazio, invece, a “misericordia”. Un altro termine eccezionalmente ricorrente nel linguaggio di Francesco è “attrazione”.: forse la parola chiave del suo pontificato. Non a caso ripresa da Parolin nel suo intervento, a indicare il fatto che il cristianesimo si propaga non per proselitismo ma per una bellezza che conquista i cuori degli uomini, di qualsiasi tempo.

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