Mondo

‘Il sangue verde’ dei migranti

Scarica il docufilm i cui protagonisti sono i braccianti allontanati da Rosarno nel gennaio 2010

di Daniele Biella

“Non c’è italiano che accetti di lavorare per 25 euro al giorno. Noi lo facciamo”. E’ la voce della disperazione quella di uno dei giovani migranti africani protagonisti del film documentario Il sangue verde di Andrea Segre, presentato il primo settembre 2010 alla Mostra del cinema di Venezia e ispirato ai misfatti accaduti all’inizio del 2010 nella piana calabra di Rosarno, ‘paese delle arance’. Era il 7 gennaio quando centinaia di lavoratori stagionali stranieri sono usciti dai campi e dalle baracche dove vivevano e si sono riversati in piazza per gridare il loro malcontento di fronte allo sfruttamento e alle intimidazioni dei caporali della ‘ndrangheta: la loro rivolta ha destabilizzato la comunità locale, la cui ‘contromanifestazione’ per cacciare gli stranieri ha spaccato l’Italia in due, tra accuse di razzismo ai cittadini e, dall’altra parte, sostegno alle loro istanze.

Alla fine, i migranti (sia gli irregolari, sia quelli che avevano un permesso di soggiorno) sono stati allontanati nei giorni seguenti dopo l’intervento del ministro dell’Interno Maroni. Ma dove sono finiti? La risposta arriva proprio da Il sangue verde, attraverso le parole dei protagonisti, che Segre è andato a cercare nei giorni seguenti alla ‘cacciata’ (con pullman del Viminale diretti per lo più al Cie, Centro di identificazione ed espulsione, di Crotone) e che ha ritrovato senzatetto al di fuori delle stazioni dei treni o in altri luoghi, tutti “in condizioni assurde” come spiega uno dei migranti.

Il docufilm, che dura poco meno di un’ora (vedi il trailer in alto a sinistra), riporta i racconti di sette persone, che in inglese o francese raccontano il loro calvario prima e dopo i fatti d’inizio 2010: un prima fatto di sfruttamento e degrado (un mix iniziato negli anni ’90 e che dura ancora oggi, perché poche settimane dopo la rivolta di gennaio i migranti, i più disperati, sono tornati a raccogliere le arance e a vivere in tende e alloggi di cartone in fabbricati dismessi) e un dopo dove il non avere né una casa né un lavoro ha reso la loro vita un calvario insostenibile. Per non parlare del razzismo: “ma bianchi o neri che siamo, abbiamo lo stesso sangue di colore rosso. Non abbiamo sangue verde!”, si sfoga uno dei protagonisti del film.

Dopo le proiezioni di Venezia, Il sangue verde (che ha ottenuto il patrocinio di Amnesty international) si potrà vedere anche al Milano film festival, martedì 14 settembre durante l’Immigration day. Mentre il giorno seguente, mercoledì 15 settembre verrà trasmesso in anteprima televisiva alle 23.40 su Rai Tre, nell’ambito della trasmissione Doc3. La casa produttrice del film, Zalab, ha fatto sapere che è possibile, per chi ne avesse le possibilità, organizzare una proiezione del film, anche alla presenza del regista.

Leggi inoltre il numero di VITA dedicato a Rosarno, un anno dopo.

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