Sostenibilità

Il salvaghiaccio

Si tratta di un telo speciale già sperimentato sul ghiacciaio di Presena che si sta dimostrando una risposta sicura ai cambiamenti climatici che stanno facendo sciogliere le riserve

di Redazione

 Questa metodologia "funziona bene" spiega all'Adnkronos, Guglielmina Diolaiuti membro del comitato glaceologico italiano che tra i produttori di teli geotessili, oltre a quelli già affermati provenienti dalla Svizzera e dall'Austria, segnala anche un italiano, Edilfoor, che «sta ultimando i test per dei nuovi teli costituiti da materiale biologico, proveniente dall'acido del grano"». 

La sperimentazione sui teli geotessili è partita nel 2008 su una porzione del ghiacciaio Dosdè Orientale nelle Alpi Lombarde. Si tratta di un ghiacciaio naturale, dove non è presente l'attività antropica. Sulla neve non battuta, «abbiamo rilevato un contenimento dello scioglimento tra il 65 e il 70%», aggiunge la ricercatrice.

Il telo, spiega la ricercatrice, «è in grado di smorzare la temperatura dell'aria anche di 6-8 gradi. Se fuori dal telo la temperatura è tra gli 11 e i 14 gradi al di sotto stiamo tra i 4 e i 5 gradi». Su questi risultati «è stata poi avviata la collaborazione con la Provincia di Trento per capire i benefici di questo metodo sul ghiacciaio Presena» dotato di impianti sciistici.

L'enorme coperta bianca è posta su 70 mila metri quadrati e preserva il 75% di neve in più. Per dare un pò di pace al ghiacciaio, nonostante i buoni risultati della tecnologia, è stato deciso comunque di chiudere gli impianti sciistici tra luglio e settembre. Un'iniziativa che, sottolinea la Diolaiuti, «dovrebbe essere la regole per tutti i ghiacciai». Ma quanto costano? «Dipende dai produttori ma il costo dovrebbe aggirarsi intorno ai 250 euro ogni 100 metri quadrati». inoltre sul Presena ad esempio, «i teli sono stati trasportati grazie agli impianti sciistici. Per coprire un ghiacciaio 'naturalè, invece, bisognerebbe intervenire con l'elicottero con rilevanti emissioni di Co2».

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