Formazione

Il Rwanda commemora il suo genocidio

Undicesima commemorazione del genocidio dal 7 al 13 aprile

di Joshua Massarenti

Da oggi fino al 13 aprile, il Rwanda commemorerà il genocidio del 1994, anno nel quale 800mila tutsi e hutu moderati furono massacrati nel giro di 100 giorni per mano di estremisti hutu. Questa undicesima commemorazione si svolgerà in un clima segnato dalle polemiche che stanno incrinando sempre più i rapporti tra il regime rwandese guidato da Paul Kagame e la Francia, accusata da Kigali per la presunta implicazione nel genocidio. Sul piano prettamente commemorativo, il presidente della principale organizzazione di sopravvissuti Ibuka (“Ricordati”, in kinyarwanda) François Ngarambe, ha dichiarato all’Afp “che l’attività più importante riguardante la giornata del 7 aprile (giorno in cui iniziò il genocidio nel ’94) sarà la reinumazione delle ossa esumate”. Durante il genocidio, migliaia di cadaveri erano stati gettati in fretta e furia in fosse comuni o in latrine. La grande cerimonia che darà il via al periodo di lutto avrà luogo a Murambi, nella provincia diMutara (nordest del Paese), alla presenza del presidente della Repubblica rwandese Paul Kagame. La grande cérémonie qui marque l’ouverture de la période de deuil aura lieu jeudi à Murambi dans l’Umutara (province du nord-est) en présence du président rwandais Paul Kagame. A mezzogiorno, verrà eseguito un minuto di silezio in memoria delle vittime a qui seguirà il discorso presidenziale. Con ogni probabilità, Kagame non si limiterà a rievocare il dolore e i torti subiti da centinaia di migliaia di tutsi e hutu moderati. E’ infatti più che probabile che la Francia, al centro di molte polemiche per il ruolo ambiguo coperto nel 1994, sarà oggetto delle frecciate di un presidente noto per non avere peli sulla lingua. Proprio alla vigiglia delle commemorazioni, Kigali ha per via del suo rappresentante al Tribunale penale internazionale per il Rwanda (Tpir) ad Arusha (Tanzania) incorso azioni giudiziari contro delle “autorità politiche e militari francesi” sospettati dal Rwanda di implicazione nel genocidio.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA