Terzo settore

Il Runts diventa open, ma non è (ancora) quello che volevamo

Dal 13 dicembre 2023 i dati degli oltre 119mila enti iscritti al Registro unico del Terzo settore saranno digitalmente accessibili a tutti i cittadini. Statuti, bilanci, rappresentanti legali: per la viceministra Bellucci è una “operazione trasparenza" che aumenterà la fiducia dei cittadini nel Terzo settore. Per Carlo Mazzini, però, c'è ancora tanto da fare

di Sara De Carli

Uscite il Runts, quello vero. A due anni dalla sua nascita, ancora fino a ieri il Runts era un file di 16,5 Mbyte, un pdf con un interminabile elenco di 4.305 pagine che riportava solo la denominazione dell’ente, il suo codice fiscale, la sezione del Runts a cui è iscritto e la data di iscrizione, il legale rappresentante, la sede legale, l’adesione o meno al 5 per mille e l’appartenenza o meno ad una rete. La tanto attesa pubblicità dei dati anagrafici, degli statuti e dei bilanci degli Ets iscritti – quella dimensione cioè che doveva segnare la svolta e il vantaggio dell’avere un registro unico – restava qualcosa di tanto inaccessibile da essere una chimera. Non per nulla, proprio l’11 dicembre, il tema stava sulle pagine del Sole 24 Ore del lunedì.

Il 13 dicembre, la svolta: il Runts diventa “open” e i dati degli oltre 119mila enti iscritti possono essere consultati dal portale del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Senza Spid si può consultare sia la  sezione “Lista enti”, scaricando i famosi pdf o excel mastodontici (quello degli Ets iscritti, ma anche l’elenco enti iscritti per trasmigrazione, la lista enti per i quali è stato emesso un provvedimento di diniego nel perfezionamento della trasmigrazione o l’elenco degli enti con richiesta pendente di integrazione/rettifica) sia la sezione “Ricerca enti”.

Qui si apre una maschera che permette di interrogare il Runts cercando l’Ente prescelto per denominazione o per codice fiscale, piuttosto che per Comune, per sezione o per rete associativa. Da qui è possibile visionare tutte le informazioni (dati generali, composizione organi sociali, attività) sull’Ets e scaricare i documenti (statuti, bilanci d’esercizio, rendiconti e altro).


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«È un passo avanti importante nel cammino attuativo della Riforma del Terzo settore, Dlgs 117/2017 perché la messa in trasparenza del patrimonio informativo degli enti contribuirà a rafforzare quel fondamentale legame fiduciario con i cittadini, che è base per la crescita sociale e solidaristica delle nostre comunità», afferma Maria Teresa Bellucci, viceministra del Lavoro e delle Politiche Sociali. «Il Terzo settore va acquisendo un ruolo sempre più centrale e strategico nella nostra società, valorizzato dalla Riforma rilanciata dal Governo Meloni, dopo anni di stallo, a cui stiamo imprimendo una decisa accelerazione. Un lavoro articolato nella direzione di una maggiore semplificazione, ma anche di più innovazione e trasparenza, per cui ringrazio il lavoro delle direzioni tecniche del nostro Ministero, insieme all’importante supporto del Consiglio nazionale del Terzo settore e dei diversi tavoli di lavoro tematici attivati in questo ultimo anno. Il patrimonio di informazioni contenuto nel Registro è frutto di una costante collaborazione tra il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Regioni e Province autonome, realizzata grazie all’operatività tecnologica di Unioncamere, il soggetto partner per la gestione e implementazione tecnica, che ne assicura il raccordo con il Registro delle Imprese», conclude Bellucci. 

La messa in trasparenza del patrimonio informativo degli enti contribuirà a rafforzare quel fondamentale legame fiduciario con i cittadini, che è base per la crescita sociale e solidaristica delle nostre comunità

Maria Teresa Bellucci, viceministra del Lavoro e delle Politiche Sociali

I dati

Gli Enti iscritti al Runts, al 10 dicembre 2023, sono 119.279 di cui 47.997 entrati per la prima volta nel perimetro del Terzo settore grazie alla riforma: sono infatti 23.996 le imprese sociali iscritte al Runts e 24.001 i nuovi enti iscritti (13.784 dei “nuovi” sono Aps, 4.212 organizzazioni di volontariato, 224 gli enti filantropici, 106 le società di mutuo soccorso, 5.673 i soggetti iscrittisi fra gli “altri enti di Terzo settore).

Fra i 119.278 Ets iscritti, le più numerose sono le associazioni di promozione sociale (51.966 + 31 reti), seguite dalle 36.698 Odv (più 5 reti) e dalle 23.996 imprese sociali (tutte new entry). Gli enti iscritti nell’elenco “altri Enti del Terzo settore” sono complessivamente 6.246, gli enti filantropici 229, le società di mutuo soccorso 107.

Il commento

«La user experience, diciamocelo, non è fantastica: a cominciare da quel “persona 1”, “persona 2”, “persona 3” con cui vengono restituite le informazioni sui rappresentanti legali. «La cosa utile è che finalmente è stata rilasciata questa versione front end del Runts, con i dati ufficiali sulle organizzazioni: informazioni come l’ultimo statuto, il bilancio, chi fa parte del direttivo non sono abitualmente sui siti di tutte le organizzazioni», commenta Carlo Mazzini, esperto di legislazione e fiscalità del non profit, uno che “uscite il vero Runts” lo diceva da mesi.

«Un aspetto importante del Runts è proprio la sua valenza pubblicistica, ossia il fatto che una volta che il dato è lì, i terzi sono tenuti a conoscerlo e tutti hanno l’opportunità/obbligo di andare a vedere. Perché a suo tempo abbiamo accolto tutti con gioia la riforma e in particolare l’idea che si avrebbe avuto un Registro unico? Perché era esperienza comune – certificata anche da una ricerca della fu Agenzia delle Onlus – che più di 300 registri di enti non profit non garantivano la tutela dei donatori, dei cittadini e delle amministrazioni, considerando anche il fatto che pochissimi dei suddetti registri erano davvero accessibili online e nessuno risultava aggiornato», afferma Mazzini.

Quanto alle informazioni effettivamente oggi accessibili, «è un primo passo, ma certo non una rivoluzione», dice. Niente a che vedere, insomma, con il database libero e liberamente consultabile della Charity Commission inglese, che oltre a dare notizie aggiornate a “ieri” permette di vedere la top 10 delle charity per entrate, spese, volontari, dipendenti e offre una panoramica aggiornata dei dati sul settore. Un confronto del genere all’interno del Runts non si può fare perché «si è scelto di non rendere obbligatorio presentare i dati del bilancio in formato XBRL accanto al pdf, come avviene per il registro delle imprese: se l’avessimo chiesto, avremmo avuto in tempo reale tutti i dati possibili», commenta Mazzini.

Altre informazioni probabilmente arriveranno, ma il problema maggiore mi pare il non aver fatto un pensiero su che cosa restituiamo ai cittadini. Oppure un pensiero c’è stato e si è scelto di fare una restituzione eminentemente burocratica e quindi alla fine indigeribile

Carlo Mazzini, esperto di legislazione e fiscalità del non profit

«Immagino che altre informazioni arriveranno e che il perimetro dei dati consultabili per ogni singolo ente potrà essere ampliato, non è questo il punto. Il problema maggiore mi pare il non aver fatto un pensiero su che cosa restituiamo ai cittadini. Oppure un pensiero c’è stato e si è intenzionalmente scelta una restituzione eminentemente burocratica e quindi alla fine indigeribile. Per dire, già le maschere per l’interrogazione del Runts e la restituzione dei dati mi sembrano poco significative: ha cercare per numero di repertorio o in base all’appartenenza o meno a una rete associativa?», si chiede Mazzini. «È chiaro che è un passo avanti rispetto a un excel di 119mila righe, ma ci aspettavamo qualcosa di meglio».

Foto di John Schnobrich su Unsplash

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