Cultura

Il Ronchey scolpito nel marmo e quello dipinto ad acquarello

Recensione del libro "Il fattore R" di Alberto Ronchey.

di Redazione

Il giornalista, secondo il senso comune, è colui che le interviste le fa, non colui che se le fa fare. In genere così va il mondo. Ma non per tutti. Non per Alberto Ronchey, istituzione del giornalismo italiano, che per raccontare la sua lunga carriera ha scelto la formula del dialogo con un collega, Pierluigi Battista. I due si danno del ?tu? e questo già un po? indispone il lettore (ma se è un?istituzione tale da meritarsi un libro intervista non si poteva passare al ?lei??). Anche il titolo non è di quelli sobri: Il fattore R. Formula che si usa per chi ha cambiato, in bene o in male, il corso della storia. E con tutta la stima che si può avere per il giornalista Ronchey non ce la sentiamo di annoverarlo tra quei fattori. Peccato, perché di lui giornalista ricordiamo una delle più belle definizioni della nostra professione: “L?infallibilità non esiste. Il vero problema è capire che un giornalista non è uno storico e che il suo mestiere è dipingere ad acquarello sull?orlo di un vulcano”.


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