Famiglia

Il ritorno delle donne

Film. L’ennesimo straordinario Pedro Almodóvar

di Maurizio Regosa

Folle. Tenerissimo. Umano. Sfacciato. È il cinema di Almodóvar, il regista che ha perso il nome di battesimo per diventare un marchio. Il marchio di una fabbrica di sogni straordinariamente comuni, raccontati con stupore e commozione meravigliati. E meno male che ci sono questi sogni?
Di che parlano? Della solitudine che talvolta è talmente dolorosa che nemmeno sappiamo accorgercene. Degli errori del passato, che ci troviamo ad amare perché a loro volta hanno prodotto affetti insostituibili. Del desiderio che ci accompagna. Della nostalgia del futuro, quello che abbiamo sperato e al quale non sappiamo tornare. Dei tanti ?vorrei? che non abbiamo saputo pronunciare e che ogni tanto possono farci sorridere. Perché questa è una delle chiavi di lettura di Volver:
Ogni stato d?animo può risolversi nel suo contrario rimanendo se stesso, non chiedendo né suggerendo nulla, semplicemente stando lì, facendosi accogliere e trovando un piccolo spazio nel caos.
Caos che siamo noi, s?intende. E che continueremo ad essere. Nonostante la voglia di razionalità e la tentazione di chiarezza che ogni tanto ci prende, fino a sopraffarci.
Nulla da fare. Quel che resta è il magma. Ed è appunto di questo magma che Almodóvar, anche in questo film, è non signore ma cantore. Con le sue donne, ciascuna perfetta nei suoi mille difetti, e decisa e insicura. Una madre che torna, delle figlie che senza saperlo l?hanno aspettata e l?intesa rinasce, complice e viva.
Diretto in maniera impeccabile, forte di una sceneggiatura che sa impiegare molto bene i luoghi (la Mancha, Madrid) per ricreare un universo, recitato straordinariamente bene, Volver rappresenta per il regista un recupero e un rilancio al tempo stesso. Un recupero della follia narrativa e visionaria dei tempi passati (in testa, Che cosa ho fatto per meritarmi questo?). Un passo in avanti perché a quella pazzia divertita si è aggiunta la capacità di dominare con grande raffinatezza la messa in scena, di centellinarne i significati e la carica emozionale, percorrendo alla fine sentieri nuovi e originali.
Il risultato è senza dubbio una commedia tutta al femminile di notevole profondità, densa, ricca, emozionante, fitta di omaggi discreti. L?unico – per dir così – a scena aperta è quello fatto con il tramite delle immagini di Bellissima, il capolavoro di Visconti. Un omaggio indirizzato forse a Carmen Maura, attrice prima che personaggio, anche lei protagonista di un ritorno. Al cinema di Pedro, appunto.

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