Mondo

Il rispetto del popolo è l’antidoto contro i populismi

«Steve Bannon e Aleksandr Dugin sono i sacerdoti di populismi che evocano una falsa realtà pseudo-religiosa e pseudo-mistica, che nega il centro della teologia occidentale». Lo scrive il presidente dei vescovi europei sull'ultimo quaderno de La Civiltà Cattolica

di Jean-Claude Hollerich

Jean-Claude Hollerich è il presidente dei vescovi dell'Unione Europea. Pubblichiamo un estratto del suo intervento "Verso le elezioni europee", pubblicato sul quaderno 4052 della Civiltà Cattolica.

L’uomo europeo, che ha perduto i suoi legami familiari e non si definisce più come persona ma come individuo, ha smarrito la propria identità. Poiché l’identità è molto diversa da un passaporto, che possiamo metterci in tasca; la vera identità si costruisce nel dialogo permanente della nostra vita: dialogo con Dio e dialogo con gli uomini.

L’Europa, che sta perdendo la propria identità, si costruisce identitarismi, populismi, in cui la nazione non è più vissuta come comunità politica, ma diventa un fantasma del passato, uno spettro che trascina dietro di sé le vittime delle guerre dovute ai nazionalismi della storia. I populismi vogliono allontanare i problemi reali, organizzando danze intorno a un vitello d’oro.

Essi costruiscono una falsa identità, denunciando nemici che sono accusati di tutti i mali della società: ad esempio, i migranti o l’Unione Europea. I populismi legano gli individui non in comunità dove l’altro è una persona vicina, un partner nel dialogo e nell’azione, ma in gruppi che ripetono gli stessi slogan, che creano nuove uniformità, che sono l’anticamera dei totalitarismi.

Un cristianesimo autoreferenziale rischia di veder emergere punti comuni con questa negazione della realtà e rischia di crea­re dinamiche che alla fine divoreranno il cristianesimo stesso. Steve Bannon e Aleksandr Dugin sono i sacerdoti di tali populismi che evocano una falsa realtà pseudo-religiosa e pseudo-mistica, che nega il centro della teologia occidentale, che è l’amore di Dio e l’amore del prossimo. Perché l’amore non può esistere senza libertà, e la libertà è la condizione indispensabile di ogni interazione umana, è la condizione indispensabile dell’agire e della responsabilità politica.

Senza libertà la nostra fede non esiste. Risvegliamo quindi nei nostri cittadini il senso della libertà, della responsabilità e della solidarietà, diamo priorità a una fede viva, che è relazione, a una fede che non ha bisogno di offrire sacrifici sugli altari di Baal.

Ma non lasciamoci ingannare: in un mondo che è alla ricerca di comunità, l’identità è importante. Si devono rispettare tutte le identità; al tempo stesso, però, si deve fare di tutto perché esse non siano chiuse, ma aperte, e divengano identità dialoganti.

Il rispetto del popolo è l’antidoto contro i populismi. L’Europa è composta da popoli diversi con culture diverse che formano la civiltà europea. Il popolo non è un’identità mitica fissata da geni ancestrali, ma è piuttosto una comunità di persone che condividono una stessa cultura e sono chiamate insieme a operare per il bene comune.

Come scriveva Bergoglio nel 2010: «Non serve un progetto di pochi e per pochi, di una minoranza illuminata o di testimoni, che si appropria di un senso collettivo. Si tratta di un accordo per vivere insieme. È la volontà espressa di voler essere popolo-nazione nel mondo contemporaneo».

Queste parole, scritte dall’arcivescovo di Buenos Aires dopo le elezioni in Argentina del 4 marzo 2010, conservano oggi tutta la loro attualità e possono essere intese come una critica alle élites che hanno perso il senso del popolo, come i filosofi e i prìncipi dell’Illuminismo. Chi governa è chiamato a sentirsi parte del popolo e a servirlo non dall’alto in una struttura piramidale, ma dal suo interno stesso. Il popolo non è una massa anonima che chiede di essere dominata: è composto da persone molto diverse – con la loro esperienza umana che le rende uniche –, che sono i soggetti dei diritti dell’uomo. È questo profondo rispetto per i diritti dell’uomo che distingue le sètte dalle religioni, i totalitarismi dalle democrazie.

Estratto da Jean-Claude Hollerich, "Veso le elezioni europee", La Civiltà Cattolica, n. 4052 (2019)

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.