Volontariato
Il risparmio per gli italiani? Roba da ricchi
Peggiora la capacità dei cittadini di risparmiare. Incertezza, inflazione, scarsa dimestichezza con la finanza ne sono le cause principali.
Un po? per via dell?incertezza causata dall?attuale congiuntura, un po? per colpa dell?inflazione reale e percepita, un po? perché la perdita di entusiasmo e di fiducia riguardo al futuro dilaga, fatto sta che l?atteggiamento degli italiani verso il risparmio negli ultimi 12 mesi è profondamente cambiato.
Registrando una sorta di polarizzazione tra chi (all?incirca la metà della popolazione, il 10% in meno rispetto al 2002) riesce a risparmiare pur senza troppe rinunce e chi (il 33%) guarda invece al risparmio come a una necessità per stare tranquillo ma, sempre meno, riesce ad esserlo. Per questo il risparmio, pur essendo considerato pressoché dalla totalità degli italiani (92%) un valore importante, è diventato oggi una specie di oggetto misterioso e nelle famiglie non si osserva nessuna chiara strategia di accumulo.
Verso la polarizzazione
A fotografare lo stato dei rapporti tra italiani e risparmio è Tns Abacus che, in occasione della 79a Giornata mondiale del risparmio, ha realizzato per l?Acri un?indagine suddivisa in due macroaree: una prima, volta a delineare qual è oggi la propensione al risparmio degli italiani e il loro atteggiamento verso il risparmio e l?investimento; una seconda, focalizzata sulla relazione tra famiglie e risparmio.
E i risultati sono, per certi versi, allarmanti: il 43% dei cittadini dichiara di aver consumato durante l?anno tutto il reddito disponibile; il 15% ha eroso i risparmi accumulati in passato; sono aumentati, dal 17 al 24%, coloro i quali si ?rassegnano? a risparmiare meno di prima; si sono molto ridotti, dal 43 al 35% quelli che dicono che cercheranno di risparmiare come prima.
Tutto ciò causa incertezza. Più della metà degli italiani (56%), se pensa al proprio futuro di persona anziana, si mostra tutt?altro che tranquillo e sereno. Il 57% preferisce tener liquidi i propri risparmi piuttosto che investire (15%) e, quando, ne ha la possibilità, preferisce rifugiarsi nel mattone: il 59% degli italiani, infatti, vede l?acquisto di immobili come la forma di investimento più sicura (+6% rispetto al 2002), una percentuale che sale al 68 per i genitori con figli di età fra i 6 e i 16 anni.
“Volendo riassumere con un?espressione lo stato d?animo degli italiani per quanto concerne il loro rapporto con il risparmio”, afferma Nando Pagnoncelli, direttore di Tns Abacus, “ritengo che la più efficace sia disorientamento. Pur attribuendovi un?importanza altissima, essi non hanno ancora comportamenti finanziari evoluti e, quindi, in presenza di una congiuntura economica sfavorevole, di un?inflazione, reale e percepita, avvertita come molto preoccupante, di un ritorno mediatico sullo ?stato del mondo? negativo, ecco che tutto questo tende a tradursi in pessimismo verso il futuro, che induce molti a un atteggiamento di attesa durante il quale i propri soldi sono tenuti liquidi e, se ce ne sono a sufficienza, vengono investiti in immobili, bene rifugio per eccellenza”.
Prevale il carpe diem
Per quanto riguarda la relazione tra famiglia e risparmio, dovendo scegliere se dedicare risorse alla qualità della vita attuale piuttosto che investire pensando al futuro, il 56% delle famiglie si dichiara più attento al presente, risparmiando se e quando possibile, una quota variabile di mese in mese.
“Si fa largo il carpe diem” sottolinea Pagnoncelli, “i motivi più importanti per risparmiare rimangono quelli di avere disponibilità di denaro per le emergenze e poter pagare l?istruzione ai figli. Ma per il resto, tutto appare fluido. E fa molto riflettere come, rispetto a 10 anni fa, quando pure vivemmo con la svalutazione della lira uno dei periodi più incerti della vita economica del Paese, il 30% in meno degli italiani abbia fiducia verso il futuro”.
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