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Il rischio? Che orabla pensino bcome i loro padri

Le seconde generazioni viste da Fouad Allam

di Martino Pillitteri

«I simboli cari ai genitori in questo nuovo contesto rischiano di trasformarsi in un freno all’integrazione dei ragazzi» K haled Fouad Allam, nato in Algeria e naturalizzato italiano, è professore universitario, sociologo ed editorialista. Nel 2006 è stato eletto deputato del parlamento italiano con il centrosinistra. Ha pubblicato vari libri sull’approfondimento delle tematiche inerenti i rapporti tra mondo arabo-islamico ed Occidente. È una voce credibile ed esperta che può contribuire a fare chiarezza sulle ripercussioni che la crisi di Gaza sta generando fra i musulmani di casa nostra.

Vita: Quali ripercussioni avrà questa crisi sul processo di identità delle seconde generazioni?
Khaled Fouad Allam: Da una parte è difficile dimostrare che ci sia un legame diretto, dall’altra parte, però, c’è sempre qualcuno che tende a “comunizzare” quel conflitto e a utilizzare la violenza politica come elemento che possa frenare il processo di cittadinanza spingendo i giovani verso lo scontro. Mi sembra evidente che ci sono alcuni gruppi che utilizzano la situazione a Gaza affinché ebrei, musulmani ed europei si scontrino tra di loro. Viviamo infatti in un’epoca difficile, dove ci sono quelle che io chiamo “frontiere simboliche”, vale a dire ambienti dove i musulmani stanno con i musulmani, gli ebrei con gli ebrei e dove non c’è assolutamente mescolanza. Il risultato è che al posto di un processo autentico di integrazione, i ragazzi prendono i simboli dell’eredità dei loro genitori per farne un elemento che frena il cammino verso la cittadinanza e l’integrazione.
Vita: In tutto questo, quale responsabilità hanno i mass media?
Fouad Allam: I media dovrebbero contribuire a un processo di integrazione totale in cui non si parla più di ebrei, di musulmani e di cristiani, ma di cittadini che sono italiani, francesi e tedeschi.
Vita: Vede dei leader religiosi, comunitari, di associazioni ebraiche e musulmane che tendono la mano alla controparte?
Fouad Allam: Nel mondo del volontariato ci sono dei protagonisti che lavorano a creare un altro scenario per favorire l’integrazione. Però, oggi in Europa, l’andamento della società è di tipo negativo. L’unico segnale positivo è quello che viene dall’Atlantico ed è quello che io chiamo il paradigma di Obama.
Vita: Ovvero?
Fouad Allam: Che quest’uomo figlio di un matrimonio misto si è identificato totalmente negli Stati Uniti al punto tale che gli americani non hanno visto in lui il prodotto del multiculturalismo, o come un afro americano, ma hanno visto in lui un americano.

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