Formazione

Il ricco programma del Ministro Carrozza

Diventeranno di diritto 27mila posti di sostegno, aumenteranno i fondi per l'autonomia, ci sarà lotta alla dispersione scolastica e valorizzazione del merito degli insegnanti. Tanti passi concreti nell'agenda del ministro

di Sara De Carli

Moltissime sorprese nel concretissimo discorso programmatico del ministro Carrozza, che  parla di social innovation, crowdfunding, benchmarking. In arrivo una delega al Governo per realizzare un’opera di semplificazione e disboscamento della giungla normativa sulla scuola, la riconduzione in organico di diritto di 27mila posti di sostegno, l’assunzione per 44mila unità, un budget triplicato per il funzionamento ordinario delle scuole, più fondi per le sezioni primavera, doposcuola e mense in supporto alla lotta alla dispersione scolastica. Qui una sintesi per parole chiave dei passaggi dell'ìntervneto del ministro sulla scuola. Nell'allegato integrale anche università e ricerca scientifica.


La premessa
Il livello di formazione (e quindi di istruzione) ha un legame diretto con il tasso di sviluppo economico di una certa popolazione e di un certo Paese in un dato momento storico. In tal senso deve fortemente preoccupare il ritardo dell’Italia nel raggiungere l’obiettivo Europa 2020 del 40% di laureati nella popolazione, che ci vede posizionati tra gli ultimi Paesi dell’Unione europea e che finisce per determinare un ritardo nella capacità di generare crescita e maggiori opportunità in un mondo globalizzato. In quest’ottica diventa decisivo certo arrestare l’emorragia di abbandoni che caratterizzano gli anni successivi alle immatricolazioni universitarie dei nostri giovani maggiorenni. Ma il problema è ovviamente presente, in alcune aree geografiche del Paese in maniera più drammatica di altre, nel forte abbandono della scuola a livello secondario.

I principi cardine
Credibilità, Trasparenza e Coesione sono le parole chiave a cui ispirerò la mia azione. Io credo – e sono molto diretta e franca – che accanto alle riforme istituzionali occorra pensare ad una semplificazione della governance del sistema. Sono troppo alti i costi di transazione dovuti ad un modello multilevel che, così com’è oggi configurato, pur mosso da esigenze condivisibili, condiziona tuttavia negativamente l’efficacia delle politiche.

Politiche a lungo termine
In primo luogo, credibilità delle politiche per l’istruzione, per l’università e per la ricerca significa capacità dell’Amministrazione di programmare un intervento nel medio-lungo periodo e da parte degli stakeholders possibilità di rapportarsi con le istituzioni e valutarne l’azione. A tal fine, occorre intervenire su più fronti:
1) programmazione pluriennale dei finanziamenti;
2) definizione dei criteri di benchmarking;
3) gestione e definizione dei tempi dei singoli interventi e identificazione di tappe intermedie;
4) valutazione ex post e maggiore rapidità e tempi certi nell’attuazione delle decisioni.
I sistemi dell’istruzione, dell’università e della ricerca non possono vivere nell’incertezza perenne tra tagli e rimodulazioni in corso d’anno. Quello che serve è un orizzonte temporale pluriennale in cui il budget su cui sviluppare il sistema sia coerente con le politiche, le strategie e le priorità che il Paese si impegna a perseguire, tenendo conto, peraltro, della necessità di rispettare gli obiettivi assunti a livello internazionale. In tal senso occorre, ad esempio, superare la metodologia attualmente utilizzata per la gestione degli organici evitando il blocco del turn over con l’introduzione, invece, di un vincolo di bilancio.

Rafforzare la valutazione
Trasparenza delle politiche per l’istruzione, per l’università e per la ricerca significa chiarezza delle regole e dei criteri valutativi, applicazione di criteri meritocratici per l’allocazione di fondi, certezza dei percorsi, trasparenza nei processi di allocazione delle risorse e della loro gestione, nonché puntuale valutazione e attento monitoraggio ex post. Vanno rafforzati i meccanismi di valutazione dei risultati raggiunti e di controllo delle azioni, al fine di permettere una continua verifica del rapporto costo/benefici per centro di costo e garantendo la totale “accountability” delle attività finanziate con risorse pubbliche.

La giungla normativa
Mi permetto di sottoporre alla vostra attenzione l’opportunità di delegare il Governo, mediante una legge da approvare rapidamente, affinché questi possa realizzare un’opera di semplificazione e disboscamento della giungla normativa attualmente esistente, attraverso lo strumento della codificazione (con testi unici) della normativa di scuola, università e ricerca. Con questo non risolviamo i problemi dei settori di competenza del Ministero, ma aiuteremo a semplificare la vita a chi vive nella scuola, nell’università e nel mondo della ricerca e a chi si interfaccia con essi.

Istruzione
Vedo un unico irrinunciabile obiettivo: garantire ai nostri ragazzi luoghi di apprendimento sicuri e un percorso scolastico che possa incidere positivamente nella realizzazione del loro progetto di vita e sul loro futuro, permettendo a tutti i meritevoli, ancorché privi di mezzi, di raggiungere i più alti gradi dello studio secondo il dettato della nostra Costituzione.  […] La risposta alle urgenti necessità del sistema di istruzione va ricercata innanzitutto nella garanzia della tenuta unitaria del sistema, in funzione di garanzia del principio di eguaglianza sostanziale.

Le scuole paritarie
Ne deriva che in un’ottica di decentramento funzionale e strutturale, una soluzione equilibrata vada ricercata nella individuazione di specifiche e idonee forme di cooperazione, collaborazione e coordinamento tra apparati statali e regionali, che insieme si rapportano al sistema delle scuole autonome e delle scuole paritarie. Infatti, come stabilito dalla legge 62 del 2000 il sistema pubblico di istruzione è composto dalle scuole statali e dalle scuole paritarie. L’intero finanziamento verso le 13.657 scuole paritarie italiane consiste di 500 mln di euro circa, pari all’1,2 % della spesa relativa alle scuole statali, a fronte di una platea di 1.042.000 alunni che rappresenta il 12% della popolazione scolastica. Occorre salvaguardare il carattere
plurale del nostro sistema di istruzione attraverso misure volte a tutelare la qualità e l’inclusività anche delle scuole pubbliche paritarie.

Dispersione scolastica
Due gli assi fondamentali che il sistema scolastico italiano debba sviluppare: l’inclusività del sistema formativo e la qualità degli apprendimenti. Sotto il profilo dell’inclusività, occorre spezzare il persistente circolo vizioso tra povertà economica e povertà di istruzione. Va favorito ogni sforzo teso al consolidamento precoce delle conoscenze e competenze irrinunciabili. Per questo il Governo intende proseguire ed estendere le azioni mirate a prevenire e contrastare la dispersione scolastica.

Edilizia scolastica
Nell’ambito degli interventi di sistema le priorità sono sicuramente costituite dall’edilizia scolastica e dallo sviluppo e sostegno all’autonomia delle scuole.  Credo che la situazione dell’edilizia scolastica abbia bisogno di uno sforzo straordinario. […] Ad esempio, ho molto apprezzato la proposta di legge n.956 dei deputati Mattiello e Antezza mirante a destinare una quota dell’otto per mille del gettito IRPEF a diretta gestione statale a interventi di valorizzazione e ammodernamento del patrimonio immobiliare scolastico.

Insegnanti di sostegno
Il primo passo che può essere compiuto in tale senso nel breve periodo e che rappresenta una prima risposta in termini di più elevata efficienza del sistema, può concretizzarsi nella riconduzione in organico di diritto di 27.000 posti di sostegno, oggi (e da molti anni) regolarmente funzionanti in organico di fatto. […] ben difficilmente, anche attuando tutte le possibili politiche di facilitazione alla integrazione dei bambini con bisogni educativi speciali, il numero dei docenti di sostegno realmente occorrente nella scuola italiana scenderà al di sotto delle 90.000 unità. Si conseguirebbe, in tal modo, con l’organico del sostegno quell’obiettivo già da molti anni raggiunto nell’organico delle classi, vale a dire la sostanziale equivalenza tra organico di diritto o organico reale. Al maggior onere di spesa (pagamento dello stipendio per i mesi estivi) si contrapporrebbe una indubbia crescita in termine di stabilità e programmazione, e non sarebbe poca cosa poter anche prevedere per il personale di nuova assunzione in ruolo una più attiva partecipazione, proprio nei mesi estivi, alle attività di programmazione per l’integrazione dei bambini con bisogni educativi speciali.

Sostegno finanziario all’autonomia scolastica
Dal 2007, infatti, le scuole dispongono di un budget per il loro funzionamento ordinario molto ridotto, in media di 8 €/alunno. Dal 2004 il fondo ordinario è andato diminuendo fino ad azzerarsi del tutto nel 2009, per poi aumentare lentamente e stabilizzarsi alla quota poco più che simbolica di 8 €/alunno. Intendo proporre di portare gradualmente nel corso del prossimo triennio la quota ad alunno da 8 a 20-25 € utilizzando a questo scopo anche le economie derivanti dai nuovi appalti per il servizio di pulizia delle scuole.

Carriera per i docenti
Ritengo sia necessario avere come priorità la valorizzazione della professione docente e del personale scolastico tutto. Vanno introdotte nuove modalità di sviluppo di carriera dei docenti, con l’avvio di un sistema di valutazione delle prestazioni professionali collegato ad una progressione di carriera, svincolata dalla mera anzianità di servizio.

Formazione di docenti e dirigenti
Intendo avviare una riflessione per il nuovo reclutamento dei dirigenti scolastici e dei docenti (non tralasciando il TFA), dopo un confronto con il mondo della scuola ed una riflessione approfondita sul tema. In tale confronto, dovrà anche essere valutata la possibilità di una dotazione ordinaria di dirigenti tecnici con un profilo professionale non solo centrato sulla competenza giuridica e contabile ma anche, e soprattutto, sulle competenze organizzative e sulla capacità di governo delle comunità complesse, integrando il relativo organico.

Piano assunzioni per 44mila unità
A tutte le misure sinora illustrate relativamente al personale della scuola, si deve aggiungere un serio segnale al personale precario, mediante l’elaborazione di un nuovo piano triennale di assunzione in ruolo del personale precario. Per assicurare l’assorbimento delle consistenti masse di personale precario che tuttora presta servizio con contratti a tempo determinato nella scuola e per evitare ogni tipo di tensione, anche in considerazione del fatto che le nomine per l’a.s. 2013/2014 saranno necessariamente limitate, attesa l’incidenza preponderante della ultima riforma del sistema pensionistico sulle cessazioni dal servizio al prossimo 1° settembre 2013, è opportuno varare un nuovo piano triennale di assunzioni per il
2014/17, periodo per il quale è previsto un turn-over complessivo di 44.000 unità
. A tal fine, si procederà garantendo il giusto equilibrio tra assorbimento del personale precario e concorso pubblico.

Potenziamento tempo scuola
Scuola di qualità e per tutti significa anche aumento del tempo scuola e potenziamento della scuola dell’infanzia e delle sezioni primavera. Accedere fin da piccoli ad esperienze educative di qualità ed apprendere presto e bene nella scuola di base le conoscenze e competenze irrinunciabili sono fattori fondamentali per la qualità degli apprendimenti formativi, il successo formativo e il pieno sviluppo della persona. Intendo quindi rafforzare e consolidare gli stanziamenti per l’apertura delle sezioni Primavera attualmente fissati in 12 milioni annui per il triennio 2013, 2014 e 2015. A tal fine, proporrò di portare tale stanziamento a 20 milioni annui a decorrere dal 2015. Secondo, estendere le classi di tempo pieno laddove da più tempo la domanda è rimasta insoddisfatta. Ciò significa non solo rispondere a delle esigenze della società civile, ma anche utilizzare uno strumento efficace contro l’abbandono scolastico. Tre, Sostenere l’apertura dei servizi di mensa e doposcuola come strumento di supporto al successo formativo e di contrasto alla povertà e all’esclusione nelle aree difficili, come da accordi intercorsi tra il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca e il Ministero della Coesione Territoriale.
 


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