Famiglia

Il riarmo contro la crisi?

Trasmesso alle Commissioni competenti il piano di acquisizioni di 131 cacciabombardieri per un costo approssimativo di 14 miliardi di euro. In allegato il documento del governo

di Riccardo Bagnato

Annunciato il 9 marzo scorso, il piano per l’acquisizione di 131 cacciabombardieri JSF è stato infine trasmesso alle commissioni Difesa di Camera e Senato perché esprimano un parere. Le Commissioni a questo punto hanno 30 giorni di tempo durante i quali possono svolgere audizioni e raccogliere ulteriori elementi di valutazione. In caso di parere favorevole da parte dei due organi del Parlamento l’impegno finanziario previsto per l’assemblaggio e la produzione dei 131 velicoli si aggira intorno ai 14 miliardi di euro su 15 anni.

Un investimento voluto dal Ministro della Difesa, Ignazio La Russa, e dalle forze armate. Criticato invece dalla Campagna Sbilanciamoci che ha lanciato online un appello contro la scelta del governo. Mentre a Cameri (Novara), dove dovrebbe sorgere la linea di montaggio finale, si è costituito un comitato sull’esempio di quello già esistente “No Dal Molin” di Vicenza.

Il programma JSF (Joint Strike Fighter) – si legge sul sito del ministero – “ha l’obiettivo di sviluppare e produrre un Sistema d’Arma da combattimento di nuova generazione economicamente sostenibile e “supportabile” in tutto il mondo”. Di tutt’altro avviso la Campagna Sbilanciamoci, le cui posizioni sono state rilanciate dal sito Unimondo: “E’ solo un gioco di interessi convergenti (business dell’industria bellica nazionale, autoconservazione corporativa delle Forze Armate, difesa di uno status internazionale peraltro assai dubbio, ecc.) a spingere il Governo e il Parlamento in una direzione completamente sbagliata. Quella del riarmo e dell’irresponsabilità sociale”.

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