Politica
Il ReI da luglio 2018 elimina le categorie e va verso l’universalismo
La legge di Bilancio trasforma il reddito di inclusione prima ancora che esso debutti. Da luglio 2018 vengono cancellate le categorie per accedervi, segnando una svolta nella direzione dell'universalismo. Le risorse stanziate permettono ora raggiungere un povero su due. Per le famiglie numerose, 49 euro in più al mese.
La legge di Bilancio trasforma il reddito di inclusione prima ancora che esso debutti, dando un’accelerazione netta verso l’universalismo. Oggi il ReI, come è disegnato dal decreto legislativo del 15 settembre 2017 n. 147 (in GU il 13 ottobre scorso) e come partirà dal 1 gennaio 2018, è una misura che tende esplicitamente all’universalismo, cioè a raggiungere tutte le persone in condizioni di povertà assoluta, ma ancora non lo realizza. C’è un tema di risorse: la dotazione prevista dal decreto per il Fondo Povertà (1.759 milioni di euro nel 2018 e in 1.845 milioni di euro annui a decorrere dal 2019) rende possibile arrivare a 1,8 milioni di individui, cioè il 38% del totale della popolazione in povertà assoluta (pari a 4,7 milioni di persone). E c’è soprattutto un tema di categorie: il ReI è riservato a famiglie con almeno un minore o un figlio adulto disabile o una donna in stato di gravidanza, oppure che abbiano al proprio interno un over55 disoccupato da almeno tre mesi. «Di fatto, il profilo attuale della misura dividerà i poveri in due gruppi: quelli di serie A che riceveranno il ReI, e quelli di serie B che non lo riceveranno. Tale discriminazione può essere compresa solo se è temporanea, solo se è un primo passo nella prospettiva di un progressivo ampliamento dell’utenza. Altrimenti risulta complicato motivare per quali ragioni alcuni indigenti meritino un sostegno pubblico e altri no», aveva denunciato l’Alleanza contro la Povertà nelle scorse settimane.
Ora la legge di bilancio va a cancellare queste categorie. È un inedito per le politiche italiane sulla povertà. L’articolo 25 afferma che dal 1° luglio 2018 i commi del decreto di settembre che citano queste categorie saranno soppressi (art. 25, comma 2). Il primo a segnalarlo con chiarezza è stato oggi Massimo Baldini su lavoce.info. Altrettanto esplicita la relazione della senatrice Magda Zanoni in Commissione Bilancio del Senato: «dal 1° gennaio 2018, termine fissato per l’avvio della misura, sono resi meno stringenti i requisiti del nucleo familiare, necessari, in sede di prima applicazione, per accedere al ReI. Dal 1° luglio 2018, la platea dei beneficiari del ReI viene estesa ulteriormente: decadono infatti i requisiti collegati alla composizione del nucleo familiare richiedente, di cui vengono considerate esclusivamente le condizioni economiche. Inoltre, il massimale annuo riferito alla componente economica del ReI è incrementato del dieci per cento (esclusivamente per i nuclei familiari con 5 o più componenti il beneficio passa da 485 a circa 534 euro mensili. L’estensione della platea dei beneficiari e l’incremento del beneficio sono resi possibili da un maggiore impegno finanziario».
Le risorse infatti aumentano di 300 milioni per il 2018, di 700 per il 2019 e di 900 per ciascuno degli anni successivi, portando il Fondo contro la povertà a circa 2 miliardi per il 2018, a 2,5 miliardi nel 2019 e a 2,7 miliardi dal 2020. Queste cifre consentono di far passare il numero di famiglie beneficiarie da mezzo milione (previsto per il Rei del decreto di settembre) a 700mila, ovvero grossomodo un povero su due. L'universalismo quindi è ancora lontano, quanto alla platea, ma un primo importante passo è stato fatto suelle soglie di accesso. Da luglio 2018 il ReI arà universale per la metà più povera dei poveri: tutte le famiglie con reddito molto basso potranno fare domanda indipendentemente dalla loro composizione, anche se le risorse disponibili non permettono ancora di raggiungere tutti i poveri. L'obiettivo è che si aumentino ulteriormente le risorse, seppur gradualmente, secondo quanto previsto dal Piano in arrivo.
L’ultima (magra) novità è che per le famiglie numerose la legge di bilancio aumenta del 10% il limite superiore del Rei, portandolo da 485 euro per 12 mensilità a 534 euro al mese. Al termine della Conferenza per la Famiglia il Governo aveva accolto l'ipotesi di rivedere i criteri del ReI tenendo conto della realtà delle famiglie più numerose, in legge di Bilancio, ma ci si aspettava forse qualcosa di più.
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