Fra fiction e realtà
Il regista Milani: «Anche il mio Duilio vorrebbe i cervi salvati»
Riccardo Milani, che ha diretto "Un mondo a parte", pellicola ambientata nel Parco nazionale d'Abruzzo, scende in campo col Wwf Italia nella difesa di 500 animali selvatici a rischio di abbattimento, su decisione regionale, a causa di un lieve sovrappopolamento. Secondo l'artista, anche il contadino protagonista del suo film, impersonato da Antonio Albanese, sarebbe stato contrario
Cinquecento cervi, cuccioli compresi, stanno per essere abbattuti o come si dice in gergo, «saranno opera di prelievo selettivo» in Abruzzo, in due aree della provincia de L’Aquila. Proprio nella regione simbolo per la sua attenzione ai parchi e all’ambiente naturale.
Il presidente del Wwf Italia, Luciano Di Tizio, si scaglia contro la delibera della Giunta regionale abruzzese che, in virtù della densità della popolazione degli ungulati, decide l’abbattimento: il numero dei cervi supera il valore della soglia consentita di 2 capi per km quadrato per pochissimo, così da autorizzare la caccia di selezione (nelle due aree si trovano 2,58 e 2,39 capi per km2).
Di Tizio lo considera «un provvedimento suicida». Spiega il presidente del fondo per l’ambiente in una nota che «l’Abruzzo ha sviluppato negli anni una propria formidabile immagine, fatta di amore per la natura e per gli animali. Centinaia di turisti scelgono questi luoghi proprio perché sanno che qui si può incontrare fauna selvatica e che il rapporto con l’uomo è di convivenza e non di ostilità. Una immagine positiva che la Regione rischia di cancellare per accontentare poche decine di cacciatori. Senza peraltro aiutare davvero gli agricoltori che avrebbero bisogno di ben altro. Si sta cercando assurdamente, e con un danno enorme per l’economia, di trasformare l’Abruzzo da regione dei parchi a regione parco giochi per cacciatori».
La petizione on line, condivisa da migliaia di persone, lanciata pochi giorni fa dal Wwf Abruzzo e molte altre associazioni, è già vicina alle 70mila firme.
E anche il regista di Un mondo a parte, Riccardo Milani, si mobilita. Il suo film, girato in queste terre, che ne racconta la vita e la storia, sta raccogliendo un grande successo e rappresenta un atto d’amore per la regione, per i suoi abitanti e per la sua natura.
«La percezione netta», dice Milani, «è che la questione dell’abbattimento di circa 500 cervi non riguardi solo le associazioni ambientaliste e animaliste, ma direttamente la gente d’Abruzzo, terra con una storia centenaria di tutela ambientale e faunistica. E che rischi di diventare un provvedimento largamente impopolare sia nel panorama abruzzese che su quello nazionale, creando un grave danno d’immagine, e quindi economico, proprio per la Regione Abruzzo.
La sensazione è che qui non ci sia un manipolo di intellettuali, spesso estranei al territorio, che si mobilita ideologicamente per una vaga causa ambientale. E che non sia una questione di schieramenti politici, di destra o sinistra
Riccardo Milani, regista di Un mondo a parte, sull’abbattimento di 500 cervi in Abruzzo
La sensazione è che qui non ci sia un manipolo di intellettuali, spesso estranei al territorio, che si mobilita ideologicamente per una vaga causa ambientale. E che non sia una questione di schieramenti politici, di destra o sinistra».
Secondo il regista in questo caso «c’è la gente d’Abruzzo che si mobilita in difesa del suo territorio che si identifica, ormai anche a livello internazionale, con la fauna protetta, da decenni vero motivo di potente attrazione turistica. E lungi chiunque dall’essere contro gli interessi degli agricoltori che pagherebbero il prezzo più alto per i danni causati dai cervi. Duilio, il ragazzo del mio film Un mondo a parte, vuole fare l’agricoltore e vuole restare nella sua terra. Ed è il mestiere che Duilio fa realmente nella vita in un’area, nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo e Molise, piena di fauna selvatica, cervi compresi. Duilio ha necessità che le sue coltivazioni siano protette adeguatamente con investimenti importanti su dissuasori, recinzioni elettrificate e quant’altro e che i risarcimenti per i danni causati dalla fauna selvatica siano congrui, adeguati e immediati. Duilio è una delle speranze vere di questo territorio. Il presente e il possibile futuro di queste aree interne d’Abruzzo. Dove di fatto già convivono potenti motori economici come l’allevamento, l’agricoltura e il turismo naturalistico. Ma non si può non evidenziare che l’abbattimento di 470 cervi non sarà certo la soluzione dei problemi di Duilio e dell’agricoltura abruzzese».
La lunga nota di Milani si conclude così: «Spero vivamente che il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, possa riconsiderare tutta la questione dell’abbattimento di animali diventati ormai simbolo, in Italia e nel Mondo, di questa meravigliosa Regione. Una grande ricchezza etica ed economica. A cui non rinunciare più»
Nel collage di apertura foto di Luca_Di_Vincenzo per Wwf Italia (cervo) e Donata/Agenzia Sintesi. Quella di Milani, Raffaele e Albanese di Mario Cartelli/SOPA/LaPresse
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