Non profit

Il Refettorio Ambrosiano pensa al dopo Expo e cerca donatori

Non si fermerà il progetto della mensa dei poveri allestita a Greco che utilizza le eccedenze alimentari dell'Esposizione di Rho. Annunciato oggi l'accordo con l'azienda milanese Zini per la fornitura di pasta per un anno. Luciano Gualzetti (Caritas Ambrosiana): « Un modello replicabile. Cerchiamo altre imprese sul territorio»

di Marina Moioli

Da quando è stato inaugurato, il 5 giugno scorso, il Refettorio Ambrosiano allestito dalla Caritas Ambrosiana nell'ex teatro parrocchiale di Greco ha trasformato 10 tonnellate di eccedenze alimentari provenienti da Expo in pasti per i poveri della città, cucinati da 40 chef di fama internazionale chiamati da Massimo Bottura, ideatore del progetto con Davide Rampello. Ora che l'Esposizione Universale sta per chiudere i battenti l'iniziativa continua e per farlo ha bisogno dell'appoggio delle aziende del territorio.

La prima a firmare un accordo per consentire al Refettorio di continuare a funzionare è la Zini Prodotti Alimentari di Cesano Boscone che si è impegnata a fornire gratuitamente per un anno la sua pasta. L'operazione è stata annunciata oggi nel corso di una conferenza stampa. La fornitura di pasta fresca surgelata coprirà il fabbisogno del Refettorio per 12 mesi, senza limite predefinito al quantitativo di prodotto che sarà donato dall'azienda, anche se è stato stimata una disponibilità tra i 3 e i 5 quintali. Anche le tipologie di pasta offerte saranno fornte secondo le richieste degli chef del Refettorio.

«La Zini è stata fondata nel 1956 da mia nonna Euride in uno scantinato di periferia e oggi rappresenta la pasta di Milano per eccellenza, anche se si tratta di un marchio più conosciuto nel mondo della ristorazione che dal grande pubblico», ha spiegato Maurizio Vezzani, Ceo dell'azienda. «In occasione del nostro sessantesimo anniversario, che cade tra l'altro nell'anno del Giubileo staordinario intitolato alla misericordia, abbiamo voluto coronare la nostra presenza a Expo sui temi dell'alimentazione con un impegno a favore delle persone in difficoltà. Ci piace pensare che il nostro piccolo ristorante, allestito a Expo per far conoscere la produzione di paste fresche surgelate, possa continuare a esistere in questa realizzazione così bella e importante per Milano», ha aggiunto Vezzani.

Quello con il pastificio Zini è un modello che il Refettorio intende replicare con altri produttori per proseguire anche oltre l'Esposizione universale il suo impegno per la solidarietà e la lotta allo spreco.
«Alla chiusura di Expo il progetto continuerà con lo stesso spirito. Recupereremo le eccedenze alimentari dei supermercati cittadini della rete Coop, come stiamo già facendo in via sperimentale da due settimane. E cercheremo altri donatori sul territorio che, come il pastificio Zini, vorranno collaborare in un'ottica di responsabilità sociale d'impresa, per rendere possibile la prosecuzione futura del nostro impegno. Continueremo per altri trent'anni!», ha commentato Luciano Gualzetti, vicedirettore di Caritas Ambrosiana, ricordando anche che continua la campagna raccolta fondi sulla piattaforma di crowdfunding noprofit.upeurope.com per sostenere il progetto.

«Il Refettorio Ambrosiano è stato un modo per portare i poveri al centro di Expo. Ora continuerà a operare, come eredità materiale e spirituale, che la Chiesa ambrosiana vuole lasciare alla città dopo Expo», ha proseguito Gualzetti. «La povertà alimentare non riguarda solo il Sud del mondo anche nei paesi del Nord. Oggi 53 milioni di europei fanno fatica a mangiare un pasto completo ogni giorno. In Italia in cinque anni sono più che raddoppiate le persone che non possono più permettersi una dieta equilibrata. Solo a Milano e dintorni nel 2014 quasi mezzo milione di concittadini hanno dovuto ricorrere agli aiuti alimentari erogati da mense e parrocchie. In Expo abbiamo voluto portare la loro voce e quelle di tutti coloro che non hanno nel mondo la possibilità di sfamarsi in modo adeguato perché non hanno accesso alla terra, o perché sono vittime della speculazione finanziaria sul cibo. Questioni per le quali pensiamo che sia necessario andare ben al di là degli impegni che ha assunti dalla Carta di Milano».

Un'altra importante donazione al Refettorio è stata fatta dagli olivicultori dell'Umbria che hanno assicurato la fornitura di olio per un anno, ma ora servono anche tutti gli altri prodotti e per questo dalla Caritas è partito un appello alle aziende alimentari per donare le eccedenze. Finora dal sito di Expo sono state recuperate 15 tonnellate di cibo. I prodotti (frutta e, verdura, carne e pesce, pasta, focacce, latticini e formaggi), provenienti in gran parte dal Supermercato del Futuro gestito da Coop Italia, prossimi alla scadenza ma ancora perfettamente commestibili, sono stati rimessi nel circuito della solidarietà. Cinque tonnellate sono andate alle mense e alle comunità della zona Pastorale di Lecco, all'Istituto Canossiano di Milano, all'Associazione Fratelli di San Farncesco, alla Comunità di Villapizzone, ai Carmelitani, alla Comunità Quinto Sole di Milano e alal Comunità Irene di Arluno. Dieci tonnellate hanno invece rifornito la dispensa del Refettorio che ha sfamato ogni sera un centinio di ospiti trasformando le eccedenze in eccellenze grazie al coinvolgimento di 40 chef di fama internazionale.

Dall'1 novembre la gestione della cucina del Refettorio, che resterà aperto come sempre ogni sera alle 18, dal lunedì al venerdì, sarà affidata a due cuochi professionali assunti da Caritas Ambrosiana, che metteranno a frutto l'esperienza maturala nei sei mesi di Expo. L'accoglienza degli ospiti sarà affidata a un educatore professionale e il servizio sarà gestito dai circa 90 volontari formati nel semestre espositivo.

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