Politica

Il Reddito di cittadinanza strangolato tra due ideologie

di Riccardo Bonacina

Prima del Covid-19, quella che l’Istat chiama povertà assoluta colpiva già 4,6 milioni di persone, diventati 5,6 milioni nel corso del 2020. Un aumento massiccio, che sarebbe stato però molto superiore se non avessimo avuto, appunto, il reddito di cittadinanza. Questo deve essere un punto fermo, senza se e senza ma.

Certo, la riforma che doveva «abolire la povertà» è nata in fretta, con molti difetti di progettazione e molti bug emersi in fase di attuazione.

Fatto cento il numero delle famiglie in povertà assoluta, solo 44 ricevono il sussidio, le altre 56 no! Questo buco enorme dipende dai requisiti d’accesso. Siccome servono dieci anni di residenza legale continuativa, molti immigrati sono rimasti esclusi. Inoltre, la soglia del patrimonio e del reddito al di sopra dei quali non si può ottenere il sussidio è bassa e, quel che più rileva, è la stessa su tutto il territorio nazionale.

Ma non è finita qui, il Reddito di cittadinanza non solo esclude molti poveri, ma finisce anche a molti «non poveri» (assoluti) circa un terzo dei percettori! Non si tratta tanto di clientelismo e frodi (ci sono anche quelle), quanto piuttosto di regole mal disegnate. Recentemente la Caritas ambrosiana ha rilevato che sulle 12.461 persone assistite nel 2020 nella Diocesi di Milano quasi la metà dei poveri aiutati (il 48,7%) non ha beneficiato del Reddito di cittadinanza.

Capite che siamo di fronte un cortocircuito imbarazzante in cui i tanti soldi pubblici (8,8 miliardi) vengono spesi male e in maniera non efficace. Forse è solo il risultato della tenaglia ideologica al Reddito di cittadinanza, stretto nella tenaglia di una lotta alla povertà proclamata sul balcone di Palazzo Chigi e del tutto ideologica e, sul lato opposto, di una lotta al Reddito di cittadinanza in cui i poveri vengono definiti furbetti e approfittatori. Una tenaglia ideologica tra chi si accontenta della bandierina “abbiamo aumentato il budget” e poi amen su come si spendono i soldi, e chi invece si lamenta perché i soldi agli sdraiati non si devono dare.

Paradossale anche il fatto che il governo abbia nominato una commissione di massimi esperti della materia per migliorare la misura, ma le proposte del comitato – nominato a marzo dal ministro Andrea Orlando e presieduto dalla sociologa Chiara Saraceno – siano poi state ignorate dall’esecutivo, che anzi nel ddl Bilancio è andato in direzione opposta: «Siamo rimasti sconcertati quando abbiamo visto il testo – si è giustamente lamentata Chiara Saraceno –. Abbiamo espresso tutto il nostro disagio al ministro».

Pochi giorni fa Giuseppe De Rita ha detto che la cosa più urgente nel nostro Paese è: ”Imparare a fare politica non sull’opinione, ma sulla realtà concreta

Ciò che serve, infatti, non è certo una sterile contrapposizione tra due principi sbagliati, solo un buon «tagliando» basato su un sapere empirico.

Che cosa, esattamente, andrebbe cambiato? Il primo aspetto da migliorare è la capacità del Reddito di cittadinanza di intercettare i veri indigenti. Come? La Comissione di esperti e Alleanza contro la povertà hanno dato una decina di suggerimenti per far sì che il Reddito di cittadinanza arrivi ai poveri sino ad oggi esclusi: famiglie numerose e stranieri. Il più importante correttivo riguarda la “scala di equivalenza” che penalizza all’accesso, non solo nell’ammontare, le famiglie numerose e con minori. La proposta di modifica riduce un poco la soglia massima e rende più equa la misura ampliando la platea. Proponiamo anche di ridurre da 10 a 5 anni il requisito di residenza per gli stranieri, inutilmente penalizzante. E ancora: parametrare la quota per l’affitto in base al numero dei componenti del nucleo; eliminare l’assurda regola di dover spendere tutti i soldi nel mese; considerare spendibile, quindi come reddito, parte del patrimonio mobiliare; aprire alla possibilità di offerte di contratti anche di breve durata.

Che il Parlamento e prima ancora il Governo facciano orecchie da mercante è davvero non comprensibile e assurdo!

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