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Il racconto di un’attivista moldava: «Oltre 70mila ucraini già stati accolti nel Paese»

Il racconto della cooperante di Ai.Bi Stela Vasluian, l’organizzazione è impegnata nelle operazioni di prima accoglienza per chi è in fuga dall’Ucraina. «Dall’inizio della guerra», dice, «sono arrivate oltre 70mila persone. La fila di auto è chilometrica. Sono per lo più donne e bambini accompagnate dai mariti che poi tornano in Ucraina a combattere. E nel Paese si stanno moltiplicando le iniziative dei cittadini pronti ad aprire le loro case ai profughi»

di Anna Spena

Le macchine creano chilometri e chilometri di fila. Arrivano alla dogana e passano il confine tra l’Ucraina e la Moldavia senza bisogno di mostrare il passaporto. «Sono per lo più donne e bambini», racconta Stela Vasluian, cooperante dell’organizzazione Ai.Bi, che lavora in entrambi i Paesi da molti anni. «Gli uomini lasciano figli e mogli e poi tornano indietro a combattere».

Si stima che potrebbero essere oltre 5 i milioni di profughi ucraini dopo l’inizio dell’invasione russa nel Paese. Oltre 70mila sono già arrivati in Moldavia. L’organizzazione ha allestito sul confine due punti di prima assistenza direttamente alla dogana, dove i profughi possono rimanere per un massimo di 72 ore, ma visto l’afflusso un terzo punto è già in fase di allestimento.

«Nella capitale Chisinau», continua Stela Vasluian, «ci sono dei campi profughi più strutturati, nei quali le persone possono fermarsi di più. Uno, in particolare, ha un capacità di 450 posti, ma già sabato 26 febbraio le autorità moldave hanno segnalato la presenza nel campo di 426 persone, di cui 40 bambini. Nei campi mancano i beni di prima necessità: cibo, coperte, prodotti igienici, per una popolazione che aumenta di ora in ora. Ma gli spazi, improvvisati, non sono adeguati all’accoglienza dei bambini e delle bambine, che già hanno affrontano il trauma della fuga, né sono pensati per loro momenti ricreativi di sollievo o un supporto strutturato, per prevenire disturbi da stress post traumatico».

Ma nel Paese si stanno moltiplicando le iniziative dei singoli cittadini che sono disponibili ad ospitare i profughi ucraini nelle loro casa: «Sono tantissimi gli appelli», dice Stela. «Li pubblicano su internet, in molti sono disponibili ad accogliere in casa famiglie intere».

In Ucraina continuano i bombardamenti e i soldati sono ormai per le strade di Kiev imbracciando i fucili automatici. Scarseggiano ormai tutti i beni di prima necessità: i pochi negozi aperti sono vuoti. Dall’inizio dei bombardamenti, un esodo di persone verso le campagne ha iniziato a spopolare le città, in particolare la capitale Kiev, da giorni sotto le bombe.

L’istituto di accoglienza per minori Volodarka, nella regione di Kiev, con cui Amici dei Bambini ha attivo un progetto di Adozione a Distanza da tempo, è diventato anche rifugio per bambini e famiglie in fuga dalle città. Ad oggi accogli 180 minori e 40 famiglie. Anche qui, la prima emergenza è quella dell’approvvigionamento di beni di prima necessità.

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