Volontariato

Il Quinto rapporto sulle politiche della cronicità in Italia

Pubblicato oggi dal Coordinamento nazionale delle Associazioni dei Malati cronici-Cittadinanzattiva. Una fotografia dell'Italia alle prese con carenze e disservizi

di Benedetta Verrini

“Dimissioni precoci, difficoltà di accesso ai farmaci, carenze del territorio, burocrazia. Le patologie croniche dovrebbero rappresentare una delle principali sfide per le politiche sanitarie del paese, ma a giudicare dalle valutazioni delle organizzazioni dei malati cronici maggiormente impegnate nella tutela del diritto alla salute non è così”. E’ la valutazione con cui esordisce, in un comunicato stampa, il Coordinamento nazionale delle Associazioni dei Malati cronici-Cittadinanzattiva, che oggi ha presentato a Roma il Quinto rapporto sulle politiche della cronicità in Italia. Cosa ne emerge? Che un italiano su tre soffre di almeno una patologia cronica, uno su cinque rivela di essere affetto da almeno due patologie croniche. E ancora: più di tre italiani su cento soffrono di diabete, dieci su cento dichiarano di essere ipertesi, sei su cento sono affetti da bronchite cronica, quasi diciotto da artrosi o artrite, cinque da osteoporosi, quattro da malattie cardiache, quasi sette da malattie allergiche, quasi quattro da malattie nervose, tre da ulcera gastrica o duodenale. 600.000 sono i malati di Alzheimer, 39.000 i nefropatici, 50.000 coloro che soffrono di sclerosi multipla, quasi 2.800.000 i disabili. “Il nostro obiettivo fondamentale è attirare l’attenzione sui tratti comuni dei problemi che caratterizzano la gran parte delle patologie croniche” ha dichiarato Franco Tempesta, presidente del Coordinamento nazionale delle Associazioni dei Malati Cronici, “e mettere a disposizione del paese e dei decisori politici, ai diversi livelli, elementi per la costruzione di politiche che assicurino soluzioni concrete e in tempi certi ai cittadini e alle loro famiglie.” Dal Rapporto emerge che ancora oggi in Italia restano inaffrontate una serie di priorità, come la frammentazione dei percorsi assistenziali, le carenze del territorio, la tutela delle fasce deboli con riferimento all?impatto sociale di disservizi, inefficienze del sistema, la condizione precaria del servizio pubblico nelle regioni meridionali e il gap infrastrutturale ed organizzativo, che obbliga i cittadini a spostarsi per diagnosi una un po? più complessa, e ci ha spinto a parlare, in passato, a più riprese, di una vera e propria questione meridionale in sanità. AIDS A tutt?oggi sono stati diagnosticati 53.686 casi di AIDS, ma le stime ufficiali parlano di 110 ? 130.000 persone sieropositive. L’Italia è tra i Paesi con il più alto numero stimato di infezioni da HIV tra quelli dell?Unione Europea. L?assistenza fa registrare significative disomogeneità tra regione e regione e, spesso, anche all?interno dello stesso territorio regionale, riguardanti i trattamenti farmacologici e particolari e importanti esami diagnostici necessari all’individuazione della terapia più idonea e alle cure in generale. Allergie Si stima che ci siano circa 10 milioni di persone con allergia (anche se non si considera l?asma), pari a più del 20% della popolazione. Le allergie costituiscono la terza causa di malattia cronica, dopo osteoporosi, artrite e ipertensione. La rinite allergica colpisce il 25-35% della popolazione, la congiuntivite allergica il 5-22%, la dermatite atopica da contatto (DAC) il 15% delle donne adulte e rappresenta una delle più frequenti malattie professionali, le allergie alimentari colpiscono l?8% dei bambini sotto i tre anni di vita e il 2-6% della popolazione adulta, le reazioni avverse ai farmaci il 10-15% dei pazienti ospedalizzati, il 6,7% dei quali va incontro a reazioni gravi o mortali. Il costo medio annuo a carico del paziente per la gestione, controllo e cura di una dermatite atopica è stimato pari a 1.248 euro per ciascun paziente. Alzheimer Sono circa 600.000 i malati di Alzheimer, essendone colpiti l?1% dei 65enni e il 30% degli 80enni. Tra i malati, le donne sono in maggior numero, essendo più elevata la loro attesa di vita. Si stima che ogni anno compaiano in Italia 60-80.000 nuovi casi di malattia di Alzheimer. Più dell?80% dei pazienti vive al domicilio, accudito prevalentemente dai familiari. Il costo annuo (diretto) per paziente assistito in famiglia si aggira sui 40.000 euro. Anche in questo caso si registrano forti disomogeneità tra regione e regione nella capacità di garantire risposte ai cittadini. Artrite reumatoide In Italia sono 300.000 i casi di artrite reumatoide, pari allo 0,5 % della popolazione. Il 30-42% delle persone con artrite reumatoide diventano inabili al lavoro entro 10 anni dall?esordio della malattia. In Italia i costi diretti della malattia sono pari a 620 milioni di euro annui e sono imputabili a spese per ricoveri e farmaci, accertamenti diagnostici e visite specialistiche, a carico delle strutture pubbliche. I costi indiretti sono stimati pari a 1.070 euro l?anno per paziente e costituiscono, invece, le spese sostenute dalla collettività per mancati guadagni, indennità, giornate lavorative perse, e a carico dei pazienti stessi e dei loro familiari per aiuto domestico retribuito, perdita di produttività, spese di trasporto, farmaci non rimborsati, presidi e ausili, tecniche riabilitative a pagamento, ecc. Asma Nel 2002 gli italiani costretti a convivere con la malattia sono stati circa più di 3 milioni.000.000, i ricoveri ospedalieri sono stati più dicirca 29.000, con una degenza media compresa tra 5 e 6 giorni. Nello stesso anno il totale dei decessi a causa dell?asma è stato di 1.063, pari a circa il 3% di tutte le morti registrate per il complesso delle malattie respiratorie (37.782), con una mortalità superiore nei maschi rispetto alle femmine. L?incidenza dell?asma infantile in Italia, è del 9,5% nei bambini e del 10,4% negli adolescenti. Il costo medio per paziente è stato stimatopari a circa 810 euro. Il mancato controllo dell?asma, si conferma come il maggior determinante del costo della malattia. BPCO In Italia la BPCO è la quarta causa di malattia cronica, colpisce 4 milioni di persone, è al quarto posto nella graduatoria delle cause di ricovero ospedaliero (130.000 ricoveri ogni anno, con una degenza media di 10 giorni), uccide almeno 50 persone al giorno, circa 18.000 l?anno. La spesa media annuale per paziente in Italia è di 1.307 euro, di cui 1.261 euro attribuibili ai costi diretti (visite mediche, ricoveri ospedalieri, terapia farmacologia e assistenza ospedaliera) e 47 euro per i costi indiretti (perdita delle giornate di lavoro). Il costo annuo totale cresce in funzione della gravità fino a raggiunge 7.000 euro negli stadi più avanzati. Celiachia Sono circa 55.000 le diagnosi di celiachia nel nostro paese (quindi 1:1000) e l?incidenza è in continuo aumento (+10%-15% annuo). Il numero dei casi diagnosticati è di gran lunga inferiore rispetto ai casi attesi (gli screening nella popolazione generale confermano una prevalenza attesa di 1:100 ? 1:150). Si stima che nella popolazione italiana vi siano almeno 450.000 celiaci, di cui 395.000 ancora da diagnosticare. Il Ssn stima il fabbisogno di alimenti senza glutine mensile con un tetto di spesa pari a 139.44 euro per il maschio adulto e 98.13 per la femmina adulta. Diabete Il diabete interessa circa il 4% della popolazione e si stima che a fronte di un 2% noto ve ne sia almeno un altro 2% non diagnosticato. Dopo 15 anni di diabete, circa il 2% di individui è colpito da cecità, mentre quasi il 10% sviluppa severi handicap visivi; circa il 5-10% dei soggetti con diabete di tipo 2 e il 30%-40% dei soggetti con diabete di tipo 1 sviluppa un?insufficienza renale terminale dopo 25 anni di malattia; il 50% di tutte le morti fra persone diabetiche è dovuto a complicanze cardiovascolari; il 10% dei pazienti con oltre 70 anni sviluppa un piede diabetico con una possibilità di subire amputazioni trenta volte maggiore. Ad oggi, per l?assistenza dei pazienti diabetici, viene utilizzato circa il 7% del fondo sanitario nazionale. Il costo medio di un paziente diabetico di tipo 2 è di 3.135,93 euro all?anno, con una spesa totale annua del Ssn di 5.422.797,44 euro. Circa il 60% della quota pro-capite annua è destinata a ospedalizzazioni per complicanze; il 22% al consumo di farmaci, tra i quali i più importanti (34%) sono i cardiovascolari. In caso di complicanze, da un costo medio di circa 1.808 euro si passa ad uno di 4.287 euro in caso di evento correlato a macroangiopatia, a 6.198 euro per un evento correlato a microangiopatia e a 6.973 euro se l?evento è provocato da entrambi i tipi. Epatite C In Italia si stima che gli anticorpi anti-HCV siano presenti nel 3,2% della popolazione generale (circa 1.800.000 soggetti). L?infezione da HCV diventa cronica in oltre il 70% dei casi e di questi dal 20 al 40% vanno incontro nel tempo a cirrosi epatica. Questo stato di cose è ulteriormente aggravato dal fatto che la cirrosi epatica può evolvere in epatocarcinoma nella misura di circa il 3-4% all’anno. L?HCV è la prima causa di cirrosi epatica e di tumore primitivo del fegato (HCC). La cirrosi secondaria all?epatite C è di gran lunga la causa principale dei trapianti di fegato effettuati in Italia. Attualmente i nuovi casi di infezione da HCV sono in diminuzione: ciò nonostante ogni anno si registrano circa 1.000 nuovi casi di epatite da virus C nella ipotesi più ottimistica. Il costo annuo medio per il trattamento delle epatite C vari tra i 150 a 200 Milioni di euro, solo per spese farmaceutiche. Osteoporosi Si calcola che una donna su tre dopo i cinquanta anni vada incontro ad una frattura da fragilità ossea dovuta all?osteoporosi. In Italia, ogni anno, si verificano circa 250.000 fratture da osteoporosi, di cui circa 70.000 del femore (tutte le fratture di femore sono state circa 78.000 nel 2001). Un cittadino su otto, dopo i cinquant?anni, subisce una frattura vertebrale. In Italia, nel 2001 le fratture di femore da osteoporosi hanno determinato una spesa ospedaliera totale diretta di 555,8 milioni di euro. Il risparmio per ogni frattura di femore evitata (circa 37.700 euro) corrisponde al trattamento farmacologico per un anno di oltre 60 persone. Parkinson Si valuta che siano 250.000 ? 300.000 le persone colpite da Parkinson nel nostro Paese. I numeri precisi sono poco conosciuti, così come anche la prevalenza e l?incidenza del Parkinson nel mondo. I costi diretti della terapia farmacologica sono elevati. Un paziente con circa 10-12 anni di malattia può dover sopportare un costo, solo per farmaci, pari a circa 30 euro al giorno, un terzo dei quali a proprio carico. Ancora più importanti sono i costi per terapie riabilitative e di riapprendimento o per assicurarsi assistenza al domicilio. ?I risultati del Rapporto confermano quanto già evidenziato, a più riprese, negli anni, riguardo le carenze della assistenza sul territorio?, ha commentato Stefano Inglese, responsabile nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva, ?ed emerso anche con l?ultima relazione PiT Salute, presentata lo scorso mese di febbraio. “L?inadeguatezza della informazione e della capacità di orientamento del sistema, la mancanza di centri specialistici di riferimento, la necessità di ricorrere, ancora oggi, a viaggi della speranza per ottenere diagnosi e assistenza per le patologie più complesse, una ulteriore estensione dei fenomeni di riduzione dell?accesso alle prestazioni, l?inadeguatezza della assistenza a domicilio ci rinviano la fotografia di un sistema che stenta a considerare le cronicità una priorità e trarne le conseguenze in termini di atti di governo concreti.?


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