Politica
Il punto di vista del sindacato. Parla Savino Pezzotta. Responsabile? Chi sa rischiare
"E' il proprium degli imprenditori. Ma quelli italiani non sanno più osare. Così son poco sociali...".
Savino Pezzotta arriccia il naso quando gli si parla di responsabilità sociale d?impresa. Ad un uomo come lui abituato, per nascita e per destino, alla concretezza, un tema come questo può apparire piuttosto ?fumoso?. A meno che? «A meno che», afferma, «mi si garantisca che la responsabilità sociale d?impresa pone al primo posto il rapporto con i dipendenti, il rispetto dei loro diritti, delle condizioni di lavoro. La responsabilità si misura in primo luogo con il principale degli stakeholder: quelli che mettono il loro lavoro al servizio dell?impresa. Soprattutto in un momento come questo, dove per tanti motivi le imprese si trovano ad affrontare non poche difficoltà. Se non è così, non vorrei che il tutto si trasformasse in operazioni di marketing».
Vita: Secondo lei questo concetto è chiaro a uno come Montezemolo?
Savino Pezzotta: Secondo me sì. Ho notato in lui un?attenzione particolare al valore sociale dell?essere imprenditore. Non posso giudicare il suo comportamento nelle fabbriche che lui gestisce, perché non ho elementi. Ma nei suoi programmi da presidente di Confindustria quest?attenzione al valore sociale del fare impresa è una cosa che ho notato più volte.
Vita: Anche a Bergamo dove sabato 27 novembre eravate insieme alla presentazione della Fondazione Pesenti….
Pezzotta: Lo ripeto, non è una novità. Lì poi abbiamo condiviso alcuni giudizi sulla Finanziaria.
Vita: C?è una differenza d?accenti rispetto alla leadership precedente, quella di Antonio D?Amato?
Pezzotta: C?è perché è diversa la rappresentanza. D?Amato era la voce della piccola e media industria. Montezemolo invece è la voce della grande impresa. In questo cambia anche l?accento sul valore sociale del fare impresa. Il piccolo imprenditore tende ad essere un soggetto più individualista. Il grande, per ragioni oggettive, deve allargare le vedute. Ma questo non vuole essere un giudizio di valore.
Vita: Pezzotta, quindi lei è ottimista sull?affidabilità dell?imprenditoria italiana?
Pezzotta: Vorrei esserlo. E lo sarò quando vedrò più coraggio nelle loro scelte. Per esempio devono accettare la sfida di entrare in settori più innovativi, invece di rimanere chiusi in ambiti sicuri ma senza futuro. Il compito dell?imprenditore è quello di rischiare e oggi mi sembra che gli imprenditori italiani manchino proprio di coraggio. Invece devono osare di più, devono sfidare il nuovo.
Vita: Vuol dire che il coraggio è una componente della responsabilità sociale?
Pezzotta: Certamente. L?imprenditore che sogna o pretende di vivere di rendita, in fondo, è un imprenditore ben poco responsabile.
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