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Il progetto francese. Parigi, che scossa di generosità

Il testo è già stato approvato in prima lettura dall’Assemblea nazionale. Si tratta di una normativa ancora più liberale di quella americana (di Geneviève Lecamp).

di Redazione

Francia e Italia stanno tentando di fare un passo avanti nel riformare le loro legislazioni in materia di deducibilità fiscale delle donazioni dei privati e delle imprese a favore dei soggetti non profit. In campo, due proposte di legge presso ambedue i parlamenti e soprattutto due disegni politici che vanno confrontati. Le politiche incentivanti per le donazioni dei privati e delle imprese al non profit tornano alla ribalta. In Francia, un progetto di legge preparato dal governo e adottato in prima lettura dall?Assemblea nazionale, il primo aprile scorso, intende “liberare l?iniziativa, predisporre una nuova regola del gioco ? (per) coinvolgere in progetti d?interesse generale tutti i soggetti della società civile: privati, associazioni senza fine di lucro, fondazioni ed imprese”. Misure choc Gli obiettivi del ridisegno legislativo puntano su una più effettiva partecipazione del privato, incluso il non profit, nello sviluppo sostenibile e su un ampliamento dei finanziamenti a questo fine. Una serie di misure choc è stata presentata alla Camera dal ministro della Cultura e della comunicazione, Jean-Jacques Aillagon, capofila del governo in questo progetto, che finora ha ricevuto un certo consenso, almeno da parte degli enti non profit. Il disimpegno, da un anno, dello Stato nei confronti dell?economia solidale, non sembrerebbe lasciare altre alternative a un settore fortemente atomizzato e per certi versi molto dipendente dal denaro pubblico. Per l?estate, il governo varerà una nuova legge che prevede di raddoppiare le possibilità di detrazione d?imposta, per i privati e per le imprese. Una rivoluzione fiscale che vuole mettere la Francia a pari di altri Paesi europei. Meglio degli Usa Ma c?è chi ha sparato prima in Europa. Regno Unito e Germania hanno riformato nel 2000 le loro politiche fiscali per dare un sostegno maggiore alle iniziative private rivolte all?aumento dell?economia del benessere. La Spagna si accinge a farlo sotto la spinta del Partito popolare. L?esempio degli Stati Uniti con le numerose fondazioni bipartisan rimodella a poco a poco le politiche sociali nei Paesi Ocse. Tuttavia, l?opportunità delle riforme in corso su questo argomento dovrebbe offrire spazio a delle analisi comparative tra i modelli prescelti. La mossa francese nell?ambito delle donazioni e delle fondazioni presenta queste principali caratteristiche: la quota di riduzione d?imposta per i privati passa dal 50 al 60% dell?ammontare della donazione su base non più del 10 ma del 20% del reddito imponibile; estensione possibile su 5 anni del vantaggio fiscale in caso di superamento del 20% del reddito imponibile. Per le imprese, la quota di riduzione d?imposta per un dono ad associazioni senza fine di lucro e fondazioni raggiunge il 60% dell?importo su base del 5 per mille del fatturato (invece del 2,25 o del 3,25 per mille). Queste misure, secondo il ministro Aillagon, “mettono la Francia in testa a tutti i Paesi industrializzati, Stati Uniti compresi. Saranno estese a tutte le imprese, dalle più piccole alle più grandi”. Come Coluche Un parere contrastato da alcune voci che insistono sul salto di cultura ancora da fare in un Paese che rimane ancora marcato dal colbertismo. Va comunque notato che il progetto di legge francese non penalizza i ?piccoli donatori?; anzi, riconosce l?impatto della precedente legge proposta dal comico Coluche con i Restaurants du c?ur. Molti sono stati i cittadini a coinvolgersi come donatori e volontari in quella iniziativa contro la fame e miseria degli svantaggiati e in altre intorno al cosiddetto ?Quart monde?. Sotto questo aspetto, la proposta di legge italiana sembrebbe invece beneficiare i titolari di redditi più alti, su cui sono forse diretti i principali effetti del provvedimento attualmente in discussione alla Commissione finanze della Camera. di Geneviève Lecamp


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