Economia
Il profitto va in soffitta?
Secondo il rapporto Bcw age of values 2023, le aspettative sociali nei confronti delle aziende crescono ovunque nel mondo. Colpa anche dei governi, che non intercettano i bisogni delle persone. Bisogna allora tornare a chiedersi che cosa sono, a che servono e qual è il ruolo delle imprese nei sistemi democratici
Nel grande film dello sviluppo sostenibile, qual è il ruolo sociale delle imprese? Sono semplici comparse, oppure a loro spetta una parte di primo piano? Secondo l’indagine Bcw age of values 2023, spetta proprio al mondo imprenditoriale il compito di imprimere una direzione positiva ad alcune tra le sfide più impegnative del nostro tempo. Non tutte, certo, però le aziende possono e devono fare la propria parte rispetto ai cambiamenti climatici, alle tematiche di diversity & inclusion, alla protezione dei dati e agli aiuti alle persone di fronte al crescente costo della vita.
Lo studio, che è stato condotto dalla società di comunicazione Bcw coinvolgendo 36mila persone in 30 Paesi, ha innanzitutto evidenziato il ruolo suppletivo delle aziende rispetto ai governi. Solo un cittadino su quattro, infatti, si ritrova pienamente nei programmi e nelle politiche della propria classe istituzionale. Una situazione particolarmente pronunciata in Sud (14%) e Nord Europa (15%) e nei Paesi di lingua anglosassone (17%). Anche in Italia, la percentuale è inferiore al 20%.
Proseguendo nell’analisi, l’81% degli interpellati a livello globale ritiene che le aziende debbano agire presto per contrastare il cambiamento climatico. Percentuale simile (82%) anche quando si tratta dell’impegno per costruire una società più inclusiva, diversa ed equa. Allo stesso modo, per l’80% dei partecipanti al sondaggio, le aziende dovrebbero aiutare le persone ad affrontare il crescente costo della vita di questi ultimi anni. Per circa nove su dieci, infine, le imprese dovrebbero avere un ruolo di primo piano nel garantire la sicurezza dei dati personali e della privacy. Tra le persone è inoltre sempre più diffusa la percezione che i governi non si siano mossi abbastanza velocemente per affrontare le tematiche più scottanti dei nostri tempi. Una situazione che ha generato la convinzione che esista uno scollamento tra la classe politica e i valori della gente comune. Per le imprese, oggi, riuscire a intercettare con i propri comportamenti i valori delle persone rappresenta un’opportunità. In un mondo incerto e soggetto a cambiamenti come quello di oggi, i valori sono una bussola chiave per chi deve relazionarsi con una molteplicità di stakeholder, come nel caso del management imprenditoriale.
E in Italia? Le aspettative globali trovano riscontro anche nel nostro Paese, in alcuni casi addirittura con maggiore enfasi. In particolare, secondo le indicazioni provenienti dalla ricerca Bwc, gli italiani credono nel ruolo delle aziende per fronteggiare le emergenze ambientali (+6% rispetto alla media globale); per favorire una società più inclusiva (+3%) e per sostenere le persone nel far fronte al crescente costo della vita (+6%).
Logico domandarsi, allora, come considerare questa tendenza: è chiaro che se l’asticella delle responsabilità sociali passa più dalle aziende che non dalla politica, bisogna tornare a riflettere su che cosa effettivamente siano le imprese in quanto soggetti economici, quale posto gerarchico spetti al profitto nelle finalità aziendali e quale sia il reale impatto che queste trasformazioni generano nei sistemi democratici. La storica e semplificatrice contrapposizione tra il cosiddetto primato della politica orientata al bene comune e la logica del profitto perseguita dalle imprese private lascia ancora una volta il tempo che trova. Non siamo certo di fronte a una novità in senso assoluto. Ma lo diventa se si considera che queste prospettive escono dai convegni e cominciano a radicarsi nella mentalità comune.
Foto di John Hain da Pixabay
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