Cultura
Il professore ceramista ammalia con il fascino sufi
Non di islam nella sua accezione generale tratta il libro di Gabriel Mandel, ma di una delle sue correnti più famose e affascinanti: il sufismo
Non si tratta certo di un testo divulgativo, per quelli che semplicemente vogliono accostarsi con leggerezza alla cultura e alla religione islamica. Sono pagine da affrontare con un minimo di concentrazione e serietà, delle quali, peraltro, si viene pienamente ripagati. Non di islam nella sua accezione generale tratta il libro di Gabriel Mandel, ma di una delle sue correnti più famose e affascinanti: il sufismo. Lui è uno dei ?professori? più versatili che le università italiane abbiano conosciuto negli ultimi anni.
Gabriele Mandel Khan è infatti vicario generale per l?Italia della confraternita sufi Jerrahi-Halveti (uno dei più antichi ordini tradizionali), co-fondatore dell?università Islamica di Cordoba, direttore della facoltà di Psicologia dell?università di Bruxelles e, nel nostro Paese, direttore dell?Istituto di storia dell?arte allo Iulm di Milano. L?European Who?s Who nel 1998 lo ha anche citato come «il più importante ceramista islamico contemporaneo».
Dunque un artista, oltre che uno studioso di alto livello; sicuramente un uomo che ama spaziare da un campo all?altro dello scibile umano. La via al Sufismo è dunque un?ottima occasione per imparare a conoscere questo straordinario personaggio e per comprendere la spiritualità dei Sufi (conosciuti anche come ?dervisci?), la parte più mistica dell?islam, basata sul rispetto delle religioni e delle culture. Le componenti fondamentali? L?amore totale per Dio e la gnosi.
Gabriele Mandel Khan
La via al Sufismo
Bompiani, pp. 204, euro 9
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