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Il problema dell’immigrazione in Italia spiegato bene bene

Il ricercatore Ispi, Matteo Villa, ogni giorno da tempo trasforma ed elabora dati e informazioni dalle fonti istituzionali in chiari grafici. Ecco quelli di giornata con le sue didascalie

di Redazione

Sorpresa: sbarchi o non sbarchi, l'immigrazione da paesi non-Ue verso l'Italia è quasi costante dal 2012. Lo è rimasta anche nel 2018. Sì, abbiamo un (grande) problema. No, non è quello che vi aspettate.

Il problema dell'Italia? Non è l'invasione, ma il suo contrario: a troppi pochi stranieri consentiamo di venire a lavorare qui. L'anno scorso siamo rimasti vicini al minimo storico: meno di 15.000 nuovi ingressi per motivi di lavoro.


Si entra comunque, ma per altri canali: soprattutto per ricongiungimento famigliare e protezione internazionale (asilo e altro). L'anno scorso c'è stata una netta riduzione di permessi per asilo, ma crescono quelli per famiglia.

Questo: chi entra per motivi non lavorativi fa molta più fatica ad accedere al mercato del lavoro e, spesso, a integrarsi nel paese di destinazione. Ci impiega letteralmente anni. O addirittura un decennio.

Il canale umanitario è pieno di persone che sarebbero potute entrare per motivi di lavoro. Si sarebbero risparmiate un viaggio difficile, che le ha costrette a sprecare tempo e a subire traumi. Questo è il grande problema dell'Italia. E non lo stiamo affrontando.

La questione non si esaurisce lì, ma il primo problema è il decreto flussi, che da anni è bloccato su cifre irrisorie.

Per seguire Matteo Villa su twitter @emmevilla altrimenti i suoi paper su Ispionline

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