Non profit
Il prezzo (assurdo) della firma che non c’è
Quanto costa la sospensione delle agevolazioni
Crollano i sostenitori della Don Gnocchi. Il Cesvi conta perdite per 50mila euro. Meno 20% anche per l’Aism. Ma Tremonti continua a non licenziare il decreto sulle nuove tariffe.
Malgrado la legge in vigore
Se non è un crollo, poco ci manca. La Fondazione Don Gnocchi, per esempio. In questi mesi di sospensione delle agevolazioni delle tariffe postali non ha inviato ai suoi abituali donatori alcuna comunicazione (cui normalmente allegava il bollettino per il versamento). E i risultati si vedono: «Se a regime ricevevamo dai 50 ai 120 bollettini al giorno, oggi sono scesi a una media di 20», conferma Stefano Malfatti, responsabile Fundraising della fondazione. «Dopo l’aumento così elevato e improvviso, abbiamo bloccato le iniziative in cantiere, fra cui alcune mailing già in calendario. Speriamo di poterle fare a ottobre, al primo anniversario della beatificazione di Don Gnocchi», prosegue. Una condizione condivisa. E che preoccupa.
«Il blocco della corrispondenza, oltre a fermare un flusso informativo rilevante, ha riguardato anche le sollecitazioni a donare», premette Rossano Bartoli, segretario generale della Lega del Filo d’Oro, «quindi riceviamo meno risorse dai nostri sostenitori che, d’altronde, non hanno praticamente più notizie da parte nostra. Abbiamo pronto da inviare il terzo numero del nostro periodico. Alla fine lo spediremo, pur sapendo che, con un ritardo così significativo, costerà di più e servirà di meno». Anche il Cesvi inizia a contare i danni. Quest’anno è saltata la raccolta per la Festa della mamma. Tradotto, vuol dire 50mila euro non incassati. «Poi c’è il rallentamento della raccolta per Haiti. Ma i veri timori sono per l’autunno», precisa il presidente Giangi Milesi. Anche all’Aism hanno provato a quantificare le minori entrate. «Siamo a circa meno 20%. Per ora la situazione è grave ma non insostenibile. Certo, se dovessimo andare oltre, sarebbero guai. Per fortuna siamo riusciti a spedire il materiale per il 5 per mille prima dell’aumento», sottolinea Paolo Giganti, responsabile della raccolta fondi. «Un paio di settimane fa abbiamo scritto una lettera a Gianni Letta e Paolo Bonaiuti, per sensibilizzarli. Ma fino ad ora non abbiamo ricevuto risposta».
Già, la politica. Che nel suo versante più istituzionale sembra piuttosto latitante: Giulio Tremonti, ministro dell’Economia, non ha ancora firmato il decreto per stanziare 30 milioni a favore di nuove agevolazioni postali. E questo gli hanno chiesto, di recente, Luigi Bobba, deputato del Pd, vicepresidente della commissione Lavoro, e Gabriele Toccafondi del Pdl. «Che il governo continui ad infierire sul non profit è non solo incomprensibile, ma vergognoso», ha stigmatizzato Bobba. Anche Toccafondi si chiede «come mai il titolare dell’Economia non abbia ancora firmato. Corre il rischio di danneggiare la raccolta del 5 per mille, strumento da lui stesso inventato».
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