Volontariato

Il pressing continuer

«Cosa chiediamo? Deducibilità fiscale per le spese sanitarie delle famiglie. Authority sulle Onlus. La legge sull’associazionismo. E basta con gli scippi»

di Gabriella Meroni

Fino al giugno ?99, toccherà a lui l?impegnativa carica di portavoce del Forum permanente del Terzo settore. Franco Marzocchi, presidente di Federsolidarietà, 45 anni (di cui 25, precisa, da cooperatore sociale), è succeduto a Luigi Bobba, che ha rimesso il mandato il 19 giugno. Questa è la prima intervista del neoportavoce: gli abbiamo chiesto di fare il punto sui prossimi impegni, i problemi, le questioni in sospeso, il rapporto con il governo Prodi. Per capire dove va il Terzo settore italiano. L?anno appena trascorso, il primo del Forum, ha visto battaglie ma anche risultati. Ci sarà lo stesso scenario per il futuro? Se possibile ancora più impegnativo, perché abbiamo una piattaforma precisa su cui misurarci, il patto firmato da Prodi a Padova. Sul conseguimento di quegli obiettivi potremo fare un bilancio, ma non tra un anno, meglio tra due. Cosa fa, mette le mani avanti? No, penso all?obiettivo più importante, raggiungere una vera rappresentanza per il Terzo settore a tutti i livelli, specialmente dove si prendono davvero le decisioni. Per i provvedimenti più urgenti, invece, le scadenze sono più vicine. Quali sono le priorità? Innanzitutto la deducibilità fiscale per le spese sociosanitarie sostenute dalle famiglie. C?è già qualcosa di simile nella riforma sull?assistenza voluta dalla Turco, ma riguarda solo i bambini sotto i tre anni. Chiediamo che sia estesa a tutti. Poi c?è la legge sull?associazionismo sociale: un riconoscimento giuridico che non può più attendere. A patto che rientri lo scippo attuato in commissione Bilancio del Senato: venti miliardi dirottati alle associazioni dei combattenti che, con tutto il rispetto, non mi sembrano oggi le più rappresentative. Poi c?è l?authority sulle Onlus: ormai il ritardo è paradossale. Va creata al più presto, dotandola dei fondi necessari. Con 8 o 10 miliardi si farebbe molto: non si dica che è troppo, andiamo a vedere le altre authority che dotazioni hanno… E ancora: l?estensione alle imprese sociali delle agevolazioni previste per le aziende piccole e medie, e l?eliminazione del criterio del massimo ribasso negli appalti per la fornitura dei servizi sociali. Dunque il Forum si prepara a intensificare la sua azione di pressione sul Palazzo? Dobbiamo fare lobbying: non, vorrei sottolineare, per tutelare interessi di bottega, ma per favorire l?innovazione sociale del Paese. Vogliamo che la società civile possa auto organizzarsi le risposte ai propri bisogni: questa secondo noi è la sussidiarietà. E per questo lavoreremo. Quali i vostri interlocutori istituzionali? La ministra Livia Turco è senz?altro il nostro referente principale, e non solo perché incaricata dal presidente del Consiglio di fare da referente per il Terzo settore. Tra poco ci incontreremo anche con il ministro Bersani, per parlargli delle imprese sociali. Quello con cui mi sembra più arduo trattare è il ministro Visco, perché ha sempre paura che concedendo sgravi fiscali al non profit il gettito ne risenta. Ma con le opportune soluzioni tecniche la soluzione si può trovare. Non ha parlato di Prodi. Che voto gli dà? Sette. Nell?azione di governo ha avuto fortuna, ma anche fermezza. Sette è un bel voto. Lo conferma anche dopo che il presidente non vi ha invitato al tavolo di concertazione sul lavoro come promesso nei Patti? Lo confermo, e non solo in quanto ulivista. A noi interessa che il tavolo con la Turco continui a lavorare con profitto. Se poi il governo si ricorderà di interpellarci con le parti sociali tanto meglio: mi sembra un atto dovuto. A noi interessa lavorare con le parti sociali, non come controparte, ma come soggetto impegnato a risolvere i problemi del Paese. G.M.


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