Politica

Il presidente Mattarella, Michela e le sardine

di Riccardo Bonacina

Giustamente Chiara Saraceno, oggi, in un editoriale ha notato che “Non va ignorato che parte del successo delle sardine è dovuto al fatto che hanno trovato un terreno fertile, cittadini che non attendevano le sardine per prendersi la responsabilità di agire in nome di una società più solidale e giusta”.

Per capirlo bastava essere a Padova lo scorso week end quando, nell’occasione dell’apertura dell’anno della capitale europea del volontariato (continente che conta oltre 80 milioni di volontari) le reti del volontariato che costruiscono spazi non solo di altruismo ma di vera corresponsabilità civica hanno affollato i padiglioni della Fiera per un incontro assai significativo con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Presidente che nel suo applauditissimo discorso ha sottolineato come: “Il volontariato sia una energia irrinunziabile della società. Un patrimonio generato dalla comunità, che si riverbera sulla qualità delle nostre vite”; e che ha avvertito che: “Commette un errore chi pensa che l’impegno volontario, e i valori che esso trasmette, appartengano ai tempi residuali della vita e che non incidano sulle strutture portanti del nostro modello sociale. Al contrario, la dimensione della gratuità, unita alla responsabilità civica e a un forte desiderio di condivisione, produce riflessi e crea interrelazioni con ogni altro ambito della vita sociale”.

Sul palcoscenico di Padova di fronte a oltre 5000 persone tante testimonianze e racconti dal mondo del volontariato che cerca il suo spazio all’interno dell’arcipelago del Terzo settore e forse anche parole e volti nuovi. Volti come quello giovane di Michela Mivida Di Meo, un lavoro all’università e una passione per la letteratura che ha colpito tutti per le parole con cui ha raccontato la sua esperienza, piccola, di volontaria di Solidaria, festival culturale a Padova. Parole che mi hanno molto colpito e che voglio proporvi.

“Perché dare inizio a un’azione di volontariato? Io ho fatto la volontaria al festival Solidaria qui a Padova, ho fatto piccole cose (supporto logistico e promozione), piccole rispetto alle azioni più grandi di tanto volontariato, però grazie a questo ho avuto l’opportunità di uscire dai lacci della mia vita, della mia quotidianità e di sentirmi parte di una comunità, di fare un’azione non strumentale e quindi di iniziare nuovi legami e di prendermi un po’ cura della mia città. Per me è una questione politica quella di avere spazi come questo o come il Festival Solidaria, perché iniziative così allargano lo spazio pubblico e lo fanno sentire più nostro, e questo accade grazie alle associazioni ai comuni allo Stato. Ma è una questione anche etica perché il bisogno di relazioni significative è un bisogno a cui lo Stato non potrà mai rispondere ma deve partire da noi. Dalla nostra domanda e dal nostro bisogno di azioni di volontariato a cui diciamo di sì diventando così soggetti morali capaci di vivere in una comunità. Il volontariato è come una seconda nascita perché usciamo dalla casa e dai nostri recinti portando al mondo le nostre parole e le nostre azioni, portandole dentro lo spazio pubblico. Così è per me il volontariato ed è la stessa esperienza che ho visto quando tanti ragazze e ragazzi dell’università in marcia per l’ambiente. In loro ho visto la promessa di un prendersi cura della nostra casa comune e di non essere indifferenti. Auguro a tutti voi di iniziare delle azioni per sentirsi a casa nel mondo”.

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