Politica
Il presidente della Repubblica riceve l’Unione ciechi e ipovedenti
A Napolitano, consegnato il premio Braille
di Redazione
Questa mattina il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha ricevuto il Premio Braille 2008, nell’incontro in Quirinale con la Direzione Nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti.
«Lei, signor Presidente», – ha affermato il presidente dell’Unione Tommaso Daniele – «nella misura in cui il suo ruolo lo consentiva, si è fatto carico dei nostri problemi: ha effettuato una donazione a favore della Biblioteca Italiana per ciechi Regina Margherita di Monza; ha favorito la promozione del libro Il sasso nello stagno edito dall’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti per realizzare il Centro di riabilitazione e di integrazione sociale per i ciechi pluriminorati; è intervenuto presso il Comune di Roma per accelerare l’iter burocratico della pratica relativa al Centro; si è fatto carico di segnalare al governo la necessità di restituire all’Unione e ad altri Enti erogatori di servizi per i ciechi e per gli ipovedenti alcune somme che erano state tolte in nome del risanamento economico. Per tutti questi motivi abbiamo deciso di conferirle il premio Louis Braille, che vuole essere una testimonianza di affetto e di stima per la Sua persona e per il modo con il quale esercita il Suo prestigioso ruolo di Presidente della Repubblica».
Il Presidente Napolitano si è definito “«sempre pronto a fare altri interventi ben mirati e necessari», ricordando il potere di persuasione, e non di decisione, del Presidente della Repubblica. È ritornato poi alla sua missione più importante, quella di «far rispettare, nel segno dell’unità nazionale, i principi della Costituzione, e gli inderogabili doveri di solidarietà che voi dell’Unione, e i disabili tutti, giorno dopo giorno ci ricordate».
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.