Welfare

Il Premio Cuore Digitale a Neuron Guard, la startup del collare post ictus

Ieri in Senato la cerimonia conclusiva del premio che vedeva in finale cinque prodotti innovativi nell'ambito della salute e delle fragilità, dal Parkinson alla cecità. Ha vinto Neuron Guard, già selezionata da VITA fra le storie di generatività più belle del 2016. Intanto oggi la Camera ha approvato la pdl sull'abbattimento delle barriere architettoniche (anche con il digitale)

di Sara De Carli

È Neuron Guard la startup che si è aggiudicata il primo posto del Premio Cuore Digitale. Neuron Guard è un disposivo medico salvavita che sviluppa un sistema integrato di protezione cerebrale per pazienti con ictus, trauma cranico grave e arresto cardiaco, migliorando significativamente la vita dei pazienti. La soluzione si compone di un collare refrigerante e di un innovativo sistema di somministrazione per un farmaco ad azione neuro-protettiva: l’idea è frutto dell’esperienza professionale e personale di Enrico Giuliani nell’ambito della medicina d’emergenza, cui si è aggiunta una forte componente di ricerca. Neuron Guard è nata nel maggio 2013 nell’ambito del programma di incubazione intensiva SeedLab, conclusosi con la vittoria di Neuron Guard, e da un’esperienza nella Silicon Valley. Mary Franzese ed Enrico Giuliani, fondatori di Neuron Guard erano stati anche sul palco di Spiriti creativi. Seconda Giornata della Generatività, un evento promosso dall’Archivio della Generatività sociale e da VITA, in partnership con il Gruppo Unipol e con il sostegno di Intesa Sanpaolo (qui sotto l’intervista a Mary Franzese realizzata da VITA a dicembre 2016).

Il Premio Cuore Digitale è un premio simbolico, istituito nel 2015 dall’Associazione no-profit Cuore Digitale di Roma, che viene assegnato, a titolo di riconoscimento del merito personale e di incoraggiamento, a start-up, ricercatori, maker italiani che si sono distinti per aver sviluppato soluzioni tecnologiche a servizio della collettività, con uno spiccato orientamento al sociale. Il tema scelto per la terza edizione del premio era “Scienza per la Vita, la tecnologia che ha a cuore la vita delle persone, raccontata dalle donne”: sono state sei giovani donne infatti a raccontare come hanno messo la loro creatività a servizio della collettività, sviluppando soluzioni tecnologiche altamente innovative, per migliorare le condizioni di salute e la qualità di vita delle persone fragili. La giornata di ieri è stata ospitata a Palazzo Giustiniani, con il patrocinio del Senato della Repubblica, alla presenza del Presidente del Senato Pietro Grasso e con Giusy Versace come madrina.

Aprendo i lavori Grasso ha passato in rassegna brevemente i sei dispositivi in gara: «dispositivi da utilizzare negli ambiti dell’oncologia, delle limitazioni sensoriali dell’udito, dell’ictus, del Parkinson, dell’autismo, invenzioni geniali che utilizzano la tecnologia per migliorare la vita delle persone che si trovano in situazioni di difficoltà», ha detto, «possiamo comprendere facilmente quale possa essere la ricaduta positiva di queste innovazioni. Voglio sottolineare l’importanza che le soluzioni digitali applicate alla disabilità o alla malattia rivestono in termini di indipendenza: ritengo, infatti, che abbia un valore incommensurabile il potersi riappropriare di uno spazio privato, il non dover dipendere sempre da qualcuno, il poter riassaporare il gusto della libertà».

Candidate alla terza edizione del Premio erano infatti cinque start-up italiane, fra cui Neuro Guard:

Endo-Sight: un sistema di trattamento mininvasivo dei tumori solidi che si basa sulla realtà aumentata per guidare con elevata precisione posizionamento di strumenti mininvasivi per la rimozione dei tumori

IntendiMe: sistema pratico e innovativo per persone con limitazioni sensoriali dell’udito che, grazie ad una placchetta, è in grado di rilevare tutti suoni della casa avvisando direttamente sullo smartwatch creato appositamente

PD-Watch: dispositivo indossabile da impiegare come supporto alla diagnosi del morbo di Parkinson in soggetti a rischio e per il monitoraggio del decorso della malattia e dell'efficacia della terapia adottata

Robomate: Si basa su una piattaforma educativa personalizzabile e robot umanoidi, per il trattamento dell’autismo. L’attività è incentrata sul rapporto uomo-macchina in cui il robot non viene visto come un’entità estranea ma entra sempre più nella quotidianità fino a poter essere considerato un supporto innovativo nel trattamento dell’autismo.

Oggi intanto alla Camera si esamina la proposta di legge 1013-1577 “Disposizioni per il coordinamento della disciplina in materia di abbattimento delle barriere architettoniche”: già approvato, da pochissimo, l’ordine del giorno presentato da Laura Coccia che impegna il governo a valutare la possibilità di reperire, in legge di bilancio, risorse finalizzate a sostenere la ricerca e lo sviluppo della tecnologia per l’abbattimento delle barriere architettoniche e garantire alle persone con disabilità una migliore qualità di vita».

Foto della premiazione di Franz Russo.

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