Famiglia

Il premio alle pubblicità child friendly

Ieri la premiazione dei sette spot vincitori del Child Guardian Award di Terre des Hommes

di Redazione

Sono sette le campagne vincitrici della terza edizione del CHILD GUARDIAN AWARD di Terre des Hommes, che ha visto la partecipazione di 56 campagne pubblicitarie. Tra queste la giuria d’esperti ha dovuto scegliere le campagne che hanno saputo offrire l’immagine più corretta dei bambini, coniugando il rispetto dei Diritti dell’infanzia con un linguaggio comunicativo efficace.

I premi sono andati agli spot tv di Enel e Ikea, creati nell’ordine da Saatchi & Saatchi e da 1861 United, alle campagne stampa e affissione del Conservatorio Tartini (nella foto) e di Brevi ideate rispettivamente da Leonardo Servizi e Comunicazione e da PG&W. Nella categoria Web/Altri Mezzi il riconoscimento è andato alla campagna di iDO – Miniconf creata daLDB Advertising.

Il premio della Giuria dei Piccoli dedicato a Antonio Monzeglio è stato assegnato allo spot tv “Le Passioni si attaccano” di Panini creato dall’Agenzia 1861 United. Per la prima volta è stata anche assegnata una menzione speciale firmata Pubblicità Italia, partner del Child Guardian Award, allo spot Ikea.

La cerimonia di premiazione si è tenuta ieri a Palazzo Marino, sede storica del Comune di Milano, nell’ambito della Campagna IO Proteggo i Bambini di Terre des Hommes, per la prevenzione della violenza sull’infanzia, a cui è abbinato fino al 20 novembre l’sms solidale 45501.

Nell’occasione Terre des Hommes ha reso noto anche alcune indicazioni della Giuria per il mondo della creatività, per una maggior tutela delle categorie più vulnerabili dell’utenza pubblicitaria.

1/Troppa pubblicità risulta essere eccessivamente ancorata a stereotipi di genere. La pubblicità assume così una funzione conservatrice senza leggere i segnali di cambiamento ormai presenti anche nella società italiana. Un messaggio promozionale, capace di uscire dagli schemi di genere, è necessario innanzitutto per il rispetto del ruolo della  donna, ma è consigliabile anche per attualizzare e rendere più efficace l’obiettivo della comunicazione;

2/Una particolare attenzione andrebbe dedicata alla pubblicità alimentare, soprattutto in virtù dell’aumento dei casi di obesità infantile nella società italiana (oltre un milione e centomila bambini tra i sei e gli undici anni hanno problemi di obesità e sovrappeso). Suggerimenti sulla necessità di una dieta equilibrata, inviti alla moderazione, consigli sull’igiene – prima che imposti da direttive europee sulla base di scelte che già altri paesi hanno fatto – dovrebbero diventare scelte responsabili dei creativi italiani e delle aziende;

3/La paura del contagio, il senso di terrore e la strumentalizzazione degli allarmi virali e batteriologici nella pubblicità, oltre a dare messaggi sbagliati dal punto di vista dell’igiene pubblica, rischiano di trasmettere l’idea della diffidenza verso il prossimo e del contatto con l’altro, sterilizzando più che gli ambienti domestici le relazioni sociali. Una pubblicità che invece ponga l’accento sull’amicizia, sul confronto rispettoso e l’apertura verso gli altri risulterebbe molto più diretta e distesa.

 


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