Politica
Il Premier Lussemburghese Bettel: «La povertà estrema non è in Europa ma nel Sud del Mondo»
“Nonostante l’Europa abbia dei problemi, non c’è confronto con ciò che deve affrontare chi vive nei paesi poveri del Sud del mondo” afferma il Premier lussemburghese, Xavier Bettel, in un’intervista rilasciata a Vita.it. Dal prossimo 1 luglio, il Lussemburgo assumerà la Presidenza di turno dell'UE.
Bettel continua descrivendo i pericoli del dumping ecologico, come l’Europa debba dare speranza a chi fugge dal proprio paese, e come nonostante in molti promettano aiuti ai paesi in via di sviluppo, spesso i leader “dimenticano gli impegni presi internazionalmente” per questioni di budget. Non è il caso del Lussemburgo. In termini di aiuti allo sviluppo, dal 2000 il paese si piazza tra i primi 5 paesi donatori al mondo, spendendo oltre lo 0,7% del proprio PIL nella cooperazione allo sviluppo. Dal 2009, il Lussemburgo eroga oltre l’1% del proprio PIL in aiuti allo sviluppo (APS), rispettando gli impegni presi dal governo lussemburghese per il periodo 2009-2014. Ma ciò non convince ong come Transparency International, che sottolineano le contraddizioni tra gli sforzi forniti dal paese contro la povertà e gli scandali legati all'evasione fiscale.
Come Primo Ministro del Lussemburgo, come vede la questione del “dumping” e delle politiche poco bilanciate tra i vari Stati?
Il Lussemburgo ed il mio governo sostengono fortemente la trasparenza e regole uguali per tutti per evitare che le imprese evadano le tasse. Il Lussemburgo crede nell’importanza di garantire pari trattamento in tutto gli ambiti. Spesso parliamo di tasse e di dumping sociale, ma esiste anche un dumping ecologico – che sembra essere un argomento tabù – per cui alcune compagnie approfittano dei regolamenti ambientali permissivi di alcuni paesi, ad un prezzo che verrà pagato tra 20-30 anni e sarà molto più significativo di altre questioni. Voglio approffittare dell’imminente Presidenza di turno dell’Unione Europea per raggiungere risultati concreti in vista di COP21.
L’UE vuole risolvere alla radice l'emergenza migratoria. Quali saranno le priorità della Presidenza Lussemburghese in questo senso?
Proponendo politiche di cooperazione che diano ai giovani prospettive per il loro futuro, essi vorranno essere partecipi dello sviluppo del proprio paese e non vorranno lasciarlo per andare in nazioni di cui sanno poco. Ciononostante, queste persone devono avere la possibilità di nutrire queste speranze. Una politica di cooperazione non dovrebbe dare agli altri sperando in un futuro tornaconto, dovrebbe semplicemente regalare speranza.
Ad esempio a Capo Verde abbiamo costruito una scuola alberghiera ed ora il turismo sta fiorendo sull’isola. Bisognerebbe accogliere positivamente una notizia simile poiché ora il paese può contare su uno staff locale con le giuste competenze per sviluppare il settore. Se questa scuola non fosse stata costruita, Capo Verde avrebbe fatto ricorso a manodopera straniera. Durante le Giornate Europee per lo Sviluppo tutti parlano di cooperazione, ma finchè si guarda al budget, molti dimenticano le promesse fatte.
Come convincere i populisti europei della necessità per l’UE di continuare a finanziare gli aiuti allo sviluppo?
I populisti offrono sempre soluzioni facili a colpi di slogan ed è difficile dimostrare che hanno torto, ma si sbagliano. Si lamentano che diamo l’1% agli “altri”, ma ciò vuol dire che teniamo il 99% restante per noi! Dobbiamo pensare alla qualità di vita che abbiamo. Dobbiamo liberarci dal cliché di un’Europa in cui siamo tutti ricchi, giacchè anche da noi c’è chi deve essere aiutato, ma in alcuni paesi c’è chi si domanda se riuscirà a mangiare oggi, mentre noi ci chiediamo al massimo se mangiare a casa o al ristorante. Ci chiediamo se accendere il riscaldamento o meno, mentre ci sono persone che non hanno nemmeno un tetto. Dobbiamo capire che adottare politiche di cooperazione significa dare speranza in paesi in cui ci si chiede quanti dei propri figli riusciranno a sopravvivere. I nostri problemi sono problemi “di lusso”.
Durante l’ultimo del Consiglio dei Ministri per lo Sviluppo, l'UE si è detta pronta a fare sforzi per raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile, chiedendo però alle potenze emergenti di fare la propria parte.
Credo che se abbiamo una politica di cooperazione, è estremamente importante avere un risconto positivo dagli altri, specialmente dai paesi emergenti. Se vogliamo vedere risultati dai nostri “Paesi Partner”, è evidente che deve davvero esserci un vero partner dall’altra parte.
Intervista realizzata nell'ambito delle Giornate europee per lo sviluppo (EDD15).
Foto: JOHN THYS/AFP/Getty Images
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