Salute
Il pregiudizio così va in fuorigioco
Sono in cento, non hanno una sede fissa, ma i volontari pugliesi dellAilas combattono uniti contro un nemico invisibile: «La paura di venire emarginati provoca ritardi di 5 anni»
di Mara Mundi
«Il malato mentale è aggressivo, pericoloso e imprevedibile; se uno è matto, c?è da scommettere che tutta la famiglia sia fuori di testa; non è possibile guarire: si è condannati alla pazzia». Sono questi i luoghi comuni più diffusi sul disagio psichico secondo Guido Di Sciascio, docente di Psichiatria all?università di Bari e referente in Puglia dell?Ailas – Associazione italiana lotta allo stigma. Attivo da meno di due mesi, il comitato regionale di Ailas non ha ancora una sede fisica, ma può contare su un centinaio di soci, soprattutto medici specializzandi in psichiatria.
In così breve tempo, e nonostante la scarsità di mezzi, l?Ailas-Puglia ha lanciato un?iniziativa senza precedenti, mettendo insieme professionalità solo in apparenza distanti: psichiatri, bibliotecari e artisti hanno infatti unito le forze per combattere discriminazioni e pregiudizi legati al disagio psicologico. Attualmente è in corso a Foggia una campagna di prevenzione per immagini dal titolo Cinema, stigma e diversità, con il contributo di Asl, Università e Biblioteca.
«Si tratta di un programma d?informazione primaria, che ricorre al linguaggio artistico per approfondire i meccanismi della psiche: film, fotografie, videoinstallazioni, poesie, fumetti e brani di letteratura diventano strumenti utili per sensibilizzare l?opinione pubblica sulle malattie della mente, in modo meno cattedratico, più divulgativo, capace di parlare attraverso le emozioni», spiega Antonello Bellomo, coreferente territoriale dell?Ailas e direttore del Dipartimento di salute mentale.
«Abbiamo organizzato il Box culturale: uno spazio allestito alla Biblioteca provinciale di Foggia in cui periodicamente si svolgono proiezioni, dibattiti, letture, mostre», aggiunge Luigi Starace nella sua triplice veste di coordinatore del progetto, laureando in Medicina e fotografo. «La schizofrenia è molto diffusa: si riscontra un caso di malattia ogni cento persone», precisa Patrizia Bianco, psichiatra del Centro di igiene mentale di Foggia. L?isolamento del malato non è più ammissibile: «La paura di essere emarginato provoca un ritardo, fino a cinque anni, nell?inizio delle cure: anche la piccola patologia diventa una vergogna se si rende necessario un intervento di tipo psichiatrico», conferma il professor Bellomo, ricordando altri esempi eclatanti di stigma, ormai superati: la tubercolosi nell?Ottocento e il cancro nel Novecento. «A questo approccio divulgativo si affianca una fase di ricerca, per conoscere paure e preconcetti sul disagio psicologico degli studenti delle scuole superiori», sottolinea l?antropologa Madia Ferretti.
Numerosi anche i seminari di formazione per operatori del settore: «Perché stereotipi e preconcetti si annidano anche fra gli addetti ai lavori», ammette Di Sciascio. Il risultati saranno presentati a Roma, al congresso nazionale di Ailas a maggio.
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