Politica

Il Portogallo cancella la Tav

Lisbona abbandona i lavori per il primo tratto del corridoio V che porta a Kiev

di Lorenzo Alvaro

È ufficiale, il ministro dell’Economia portoghese ha depennato il progetto alta velocità Lisbona – Madrid di comune accordo con il governo spagnolo. L’abbandono definitivo del progetto, spiega Ansamed, «arriva dopo la sopsensione, nel giugno di un anno fa, all’indomani dell’insediamento dell’esecutivo conservatore presieduto da Pedro Passos Coelho. «Dopo la sentenza emessa oggi dalla Corte dei Conti lusitana, contraria al contratto di costruzione della linea di alta velocità, il ministero di economia, in un comunicato, considera che questa “’chiude la polemica sul progetto, che sarà così definitivamente abbandonato”». Nella nota, citata dall’agenzia Lusa, il governo assicura che saranno valutate le conseguenze giuridiche ed economiche della sentenza, ”per agire in difesa dell’interesse pubblico”. La Corte dei Conti annulla il contratto per l’esecuzione della tratta principale del progetto di Alta velocità fra Lisbona e Madrid, di circa 150 km, che doveva collegate Poceirao con Caia, alla frontiera con la città spagnola di Badajoz. Un appalto per 1,4 miliardi di euro, aggiudicato nel 2010 dal precedente esecutivo socialista presieduto da Josè Socrates al consorzio Elos, guidato da due grandi gruppi lusitani. Il ministero dell’Economia ha confermato, nella nota, la priorità data alla realizzazione di reti ferroviarie transeuropee per i trasporti merci dai porti di Dines e Aveiro, per stimolare la competitività delle esportazioni portoghesi.

I No Tav italiani hanno subito commentato la scelta portoghese. «La notizia è stata data con una certa risonanza per placare gli animi del popolo portoghese che sta pagando una crisi economica senza precedenti che nulla ha a che invidiare a quella greca. Sono ormai anni che questo paese assume la “cura europa”, ricetta farmacologica anti crisi fatta di tagli allo stato sociale, tagli ai diritti del lavoro e così via e i risultati si vedono eccome, mercato nero dei farmaci, corruzzione per accedere alle cure ospedaliere, scuole che cadono in pezzi» spiegano su notav.info. «Un paese in ginocchio che guardando anche al vicino spagnolo ha finalmente deciso di iniziare a tagliare le spese inutili, non tanto per scelta ma per necessità. L’esperienza spagnola infatti parla chiaro anche se in Italia dell’ex governo Zapatero si parla di tutto meno che del reale motivo per il quale è crollato: la tav. Il tanto inneggiato leader progressista è riuscito durante il suo mandato ha sepndere 45 miliardi di euro di soldi pubblici nei soli progetti di alta velocità ferroviaria, equivalente a ben due manovre lacrime e sangue che l’Italia sta affrontando. Costi per giunta non previsti che non solo superano il costo dei progetti ma sono stati spesi totalemnte a debito. Con il taglio portoghese il famoso corridoio V Lisbona – Kiev perde un altro pezzo anche se molti li ha già persi senza troppo clamore. La Lisbona – Kiev diventerebbe quindi Madrid – Kiev ma il tratto Trieste – Kiev come sta? Di questo in Europa nessuno osa parlarne, oltre il confine italiano sembra esserci la nebbia più fitta. Quello che era il nuovo fronte di investimento per la vecchia europa oggi sembra diventato un problema, le velleità di allargamento dell’euro zona definitivamente chiuse: l’est rimane ormai un bacino di risorse coloniale a cui attingere, finche sarà consentito. Kallas, commissario europeo per le infrastrutture parla ormai solo della Torino – Lione e tutto ritorna alla matrice originale del problema, Italia e Francia, con la seconda in campagna elettorale e con ben altri problemi rispetto all’alta velocità».

Poi è il turno delle istituzioni italiane che i No Tav attaccano apertamente. «Chi parla ancora di corridoio è il buon Monti, terrorizzato dallo scivolamento verso il mediterraneo e dal rimanere tagliato fuori dall’Europa, ma se le sue ricette di salvataggio sono queste la Torino Lione più che portarci in Europa in tre ore rischia di portarci verso Atene in cinque minuti. 360 professori e ricercatori universitari hanno scritto al governo, l’opinione pubblica boccia nei sondaggi ogni giorno di più questo progetto, cantanti, artisti ed esponenti del mondo culturale ogni giorno si esprimono a favore del movimento, la val di Susa resiste e sembra inarrestabile. Sarà giunto anche per il nuovo progetto Torino Lione il momento dello stop?»


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