Dunque anche l’Istat, l’Istituto di statistica dello Stato, ha deciso che il volontariato è una realtà, in questo Paese, interessante, una realtà degna di una ricerca lunga due anni, degna di essere oggetto finalmente oggetto di studio. Questo numero del nostro settimanale che esce in giorni intensi di avvenimenti, di convegni, di appuntamenti che riguardano la vita e la riflessione di migliaia e migliaia di volontari, prende l’abbrivio proprio dai numeri Istat sul volontariato presentati questa settimana; uno spunto per cercare di capire chi siano, quanti siano, dove operano e cosa chiedono i cittadini che in questo Paese danno e fanno qualcosa in più del prorio dovere. Una settimana intensissima, dicevamo, pregna di appuntamenti sul territorio e di tante occasioni per cercare di capire, sul campo, chi sono i volontari in Italia. Il raduno di tante associazioni ad Ability, al Lingotto di Torino, l’incontro a Verona di Job, la Colletta alimentare organizzata in 1500 supermercati a favore dei più bisognosi, la Giornata mondiale per la lotta all’Aids il primo dicembre prossimo, e la Giornata mondiale del volontariato il 5 dicembre.
Una settimana intensa ma non straordinaria che ben restituisce il pullulare di iniziative, di aggregazioni, di occasioni, la somma infinita di gesti gratuiti, di momenti capaci di seminare la tolleranza, il rispetto per la persona (chiunque essa sia e in qualsiasi condizione versi), che un gran numero di cittadini sa mettere in campo. Ecco, al di là dei numeri e delle statistiche che leggerete nelle pagine interne, il volontariato è questa insostituibile risorsa, è questa energia fatta di gratuità e di responsabilità. Una risorsa che si rigenera ogni qualvolta di fronte al bisogno di un altro preferiamo al ?chi se ne frega? il ?m?appartiene?. Provate a chiudere per un istante gli occhi per immaginarvi cosa sarebbero le nostre città, i nostri quartieri, i luoghi di lavoro e di aggregazione civile, senza il pullulare di questa presenza, senza il silenzioso fare di questo frastagliato popolo della gratuità. Probabilmente le nostre città, i quartieri e i luoghi di lavoro vi apparirebbero ancor più duri, ancor più tristi di quello che già sono.
C’è un modo per deprimere, depauperare il lavoro di questo popolo fatto di tante tribù, limitargli gli spazi di autonomia e di libertà, imbrigliarlo con la burocrazia e un carico eccessivo di norme, metterlo in fila per poterlo contare sino ai decimali. Attenzione!
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