Non profit

Il popolo del 5 per mille lasci il segno su questo Natale!

Francobollo/ Non è un sogno: vincere l’opulenza un po’ idiota che dimentica le tante povertà che toccano ciascuno. L’idea di un Natale etico sarebbe un grande segno di civiltà

di Franco Bomprezzi

Mai come quest?anno penso che occorra una riflessione sui consumi di Natale. Non solo perché le tasche degli italiani sono o sembrano tragicamente vuote, ma soprattutto perché è questa l?occasione giusta per concretizzare e rendere evidente la nuova propensione a gesti solidali.

Esistono mille modi per scegliere una buona causa da finanziare. E il regalo simbolico è anche un modo per educare amici e parenti al senso del dono. Invece molti vivono con una sorta di fastidio la contemporanea sollecitazione proveniente da associazioni, fondazioni, movimenti, che chiedono di spendere dieci, venti, cinquanta euro per una buona causa. Sembrano quasi un assalto e una ruvida messa in discussione della tradizionale lista di pacchetti inutili che si affastellano sotto gli alberi di Natale nelle case degli italiani, da Nord a Sud.

Io credo francamente che sia giunto il momento di cambiare radicalmente abitudini, tanto più che le nostre case sono piene di oggetti che non ci servono, di accessori e di paccottiglia, di maglioni nei cassetti, di sciarpe, di guanti, di dolci, di telefoni cellulari. C?è un?opulenza quasi offensiva, anche adesso, anche quando diciamo di essere poveri o impoveriti.

Dovremmo davvero confrontarci con la povertà autentica, farci i conti, e non è difficile, basta alzare gli occhi e girare nelle nostre città, che gridano con violenza la disparità e la separazione in caste.

Che questo Natale sia un piccolo esempio di maturità civile. Soprattutto per i giovani. Ma anche per gli adulti. Sette italiani su dieci sanno scegliere oculatamente l?associazione alla quale legare la scelta del 5 per mille. Non è difficile dunque continuare su questa strada, soprattutto a Natale.
Ci proviamo?

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