Volontariato

Il Poli: «il 5 per mille per la città»

500mila euro su idee per lo sviluppo urbano

di Redazione

Il 5 per mille per far crescere Milano. A fare questa scelta, in controtendenza, è il Politecnico di Milano: i 500mila euro provenienti dal suo 5 per mille, quest’anno saranno investiti per finanziare progetti di ricerca con un vincolo ben preciso, cioè per migliorare il vivere a Milano. La notizia è spiegata così da Donatella Sciuto, oggi sulle pagine milanesi di “la Repubblica”: «l’obiettivo di questo bando è tornare ad essere un punto di riferimento per la città con le nostre competenze. In passato lo abbiamo fatto con il quartiere Bovisa, adesso vogliamo riaffermare il nostro ruolo di progettisti, ingegneri, architetti o designer per incidere sullo sviluppo urbano».

Concretamente, cioè, tra i giovani ricercatori e associati del Politecnico (requisito è avere meno di 40 anni di età o meno di cinque anni di anzianità) sta per partire un concorso di idee, che si chiuderà il 3 ottobre. I cervelli del Poli elaboreranno dei progetti per la città, e i migliori saranno finanziati appunto con il 5 per mille, per un totale di 500mila euro. Uno scirgno di idee, competenze e intellgenze che difficilmente poi anche l’amministrazione potrà ignorare.

La scelta dell’ateneo milanese è controcorrente perché solitamente le università usano le risorse del 5 per mille come una boccata d’ossigeno per pagare i ricercatori o finanziare borse di studio. il Politecnico ha sempre speso il 5 per mille per finanziare la ricerca, ma senza temi specifici (vedi qui gli 11 progetti finanziati nel 2010 con il 5 per mille). E tuttavia già l’anno scorso un progetto mirato su Milano c’era: quello di Eleonora Lupo, Autentico contemporaneo Milanese, verso Expo 2015. Si tratta di un progetto per valorizzare la trasmissione del sapere dei mestieri d’arte e d’artigianato, cuore di quel made in Italy di cui Milano è simbolo, attraverso l’elaborazione di un modello di codificabilità, comunicabilità, fruibilità e trasferibilità di pratiche e tecniche, più la definizione di modelli innovativi di condivisione del sapere tra maestro e comunità (dimensione della fruizione) e tra maestro e impresa (dimensione della produzione).


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