VITA30, i protagonisti

Il poeta Arminio: «Ha ragione Mattarella. Accogliere riguarda ciascuno di noi»

«Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella fa bene a ricordare che serve un’accoglienza permanente», dice il poeta Franco Arminio, che parteciperà alla festa dei 30 anni di VITA. «Ma io credo che non sia solo una questione di scelte politiche, ma anche di una comunità che vive in un clima intossicato, dove l’unica religione è il capitalismo. Qui non arrivano persone, qui arriva “gente” che poi sfruttiamo in agricoltura o per i lavori peggiori. Moltissimi italiani non hanno un atteggiamento di apertura con i migranti: non c’è clemenza, non c’è curiosità. Invece sono semplicemente esseri umani come tutti noi con cui potrebbero nascere storie d’amore»

di Anna Spena

«La storia italiana è fatta di emigrazione e di immigrazione», ha dichiarato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che è intervenuto ieri, 14 ottobre,a un evento del “Centro Orientamento Immigrati – Fondazione Franco Verga” di Milano. «Trenta milioni gli italiani partiti per l’estero tra l’unità d’Italia e il secolo scorso. Sei milioni, adesso, quelli che vivono stabilmente all’estero. Oltre un milione e trecentomila gli italiani che si trasferirono dal Meridione al Nord negli anni ‘60».

«Gli immigrati, in questa grande città», ha continuato il presidente riferendosi a Milano, «hanno contribuito a farne la storia. (…). L’impegno per la coesione sociale, per l’accoglienza, per il progresso, per l’integrazione, per il divenire della cittadinanza, è attività permanente. (…) Oggi gli immigrati sono altri. Lo abbiamo visto, lo sappiamo. Ce lo ha ricordato il Presidente Duilio. “Nuovi sguardi, altre voci”, li definite. Non vengono più dal Mezzogiorno d’Italia, l’Italia del Meridione, ma da più lontano.  Da Paesi europei come l’Ucraina, aggredita da un’invasione insensata. Vengono dai Balcani. Vengono da altri continenti, gravati anch’essi da insostenibili condizioni. Altri sono anche gli attori di un servizio prezioso, di un grande lavoro, di un grande impegno che tende a inverare gli obiettivi di solidarietà che la nostra Costituzione ha posto alle basi della nostra convivenza. E che va costantemente rammentato».


«Mattarella fa bene a fare questi appelli», dice il poeta Franco Arminio, che sarà ospite alla festa dei 30 anni di VITA (qui il programma). La partecipazione agli appuntamenti della due giorni è gratuita e libera fino ad esaurimento posti. Sabato 26 febbraio Arminio con i suoi versi aprirà la festa dei “Compleanni Condivisi” delle realtà che fanno parte del comitato di VITA. «Quando parliamo di immigrazione e accoglienza non possiamo non partire da una questione generale di base». Quale? «Viviamo», continua Arminio, «in un mondo senza religione. O meglio: viviamo in un mondo in cui la religione è il consumo. C’è una mercificazione di tutto, anche delle vite umane. Qui non arrivano persone, qui arriva “gente” che poi sfruttiamo in agricoltura o per i lavori peggiori. E questo ci sembra normale, quando invece è una cosa scandalosa. E la cosa non ha a che fare con il razzismo, ma con un elemento economico che passa inosservato. Come società quando accogliamo non mettiamo al centro la persona, ma l’economia».

«Ripeto», spiega Armino, «che il capitalismo è diventata la nostra religione, che dramma. Dovremmo invece ritornare alla spiritualità, dimensione fondamentale dell’uomo. Lo sfondo generale sono queste politiche di Governo e di quelli che verranno, a prescindere che siano di sinistra o destra. I governi dell’Italia, così come quello degli Stati Uniti o di tanti altri Paesi, non si impegnano – e non si impegneranno – a fare politiche anticapitalistiche».

Ma per Arminio non è solo una questione di scelte politiche. «Molti, moltissimi italiani non hanno un atteggiamento di apertura con chi arriva: non c’è clemenza, non c’è curiosità. Banalmente sono umani con cui potrebbero nascere storie d’amore, con cui si potrebbe stare insieme, chiacchierare. Continuiamo a parlare di quello che fanno i Governi, ma parliamo invece di quello che fanno le persone che i migranti li sfruttano e ne approfittano. Sinceramente credo che l’Italia ancora oggi non sia un Paese accogliente. Non era accogliente neanche quando dal Sud Italia si emigrava al Nord, eppure era la stessa nazione. Non parliamo di fatti lontani, ma di cose successe solo 50 anni fa. Magari chi aveva affisso sulla porta il cartello “non si affitta ai meridionali”, è lo stesso che oggi borbotta sulla panchina davanti agli stranieri. Dobbiamo dire basta a questo clima intossicato. Non c’è ancora una società sana, che ti accoglie, che lenisce il dolore, che si occupi dei fragili. Superiamo la dittatura dell’economia. Il capitalismo, oggi considerato un modello naturale, è in realtà, un’aberrazione disumana. E dobbiamo essere radicali su questa considerazione».  

Foto Simone Boccaccio / SOPA Images/Sipa USA) Sipa Usa/LaPresse Only Italy

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