Welfare

Il Pnrr tra la riforma e le criticità del sistema sanitario

La terza pubblicazione della Caritas Italiana fa il quadro della situazione in un Paese messo alle corde dalla pandemia e la cronica difficoltà della sanità pubblica nel fornire risposte tempestive e adeguate. Il professor Marceca, della Sapienza di Roma: «Si sono dimenticati dei pazienti cronici e oncologici, ci sono disparità nei servizi erogati nei vari territori, in grave difficoltà il settore della non autosufficienza e quello della salute mentale»

di Luigi Alfonso

Questa mattina, durante una sessione formativa per le Caritas diocesane (nella foto di apertura le attività di quella cagliaritana, ndr), è stato presentato il “Quaderno per la ripresa e resilienza del Paese n. 3”, che approfondisce i temi connessi alla salute presenti nel Pnrr e cerca di offrire una lettura per individuare rischi e opportunità. Le lezioni apprese a partire dalla pandemia Covid-19, la riforma dell’assistenza territoriale, il lavoro di comunità necessario per offrire il supporto alle fragilità, le metriche della salute per guidare e valutare le innovazioni nel Piano, la questione anziani e la non autosufficienza sono i principali temi affrontati.

Francesco Marsico, responsabile del Servizio documentazione di Caritas Italiana chiamato a sostituire il direttore don Marco Pagniello, ha aperto i lavori sottolineando che «il continente europeo è stato attraversato dalla pandemia, ma arrivava già da un generale indebolimento del sistema economico e sociale. Stiamo ragionando sull’opportunità di stampare questo Quaderno (dal titolo “Pnrr Missione salute: non lasciamo indietro nessuno!”) in un numero ristretto di copie, per inviarlo alle istituzioni nella speranza che stimoli una riflessione. Non vogliamo fare accademia, cerchiamo di dare strumenti concreti per arrivare a un reale cambiamento».

Maurizio Marceca, docente dell’Università La Sapienza di Roma (è specializzato in Epidemiologia e Sanità pubblica), ha illustrato i contenuti del Quaderno. «È una delle prime pubblicazioni che propone delle riflessioni critiche su quanto sta accadendo, con il coinvolgimento di una ventina di autori», ha esordito. «Il Quaderno mostra una complessità straordinaria, alla quale non si sa se il Pnrr riuscirà a dare risposte esaustive e innovative, innescando modelli di sviluppo virtuosi. Non sappiamo come mai il nostro Paese non riesca ad entrare nell’agenda politica come invece è accaduto altrove».

«Tra i dati che emergono in questo documento – ha aggiunto il professor Marceca – una prima dimensione riguarda l’analisi della situazione attuale, con le criticità da cui dobbiamo partire, lo shock soggettivo, sociale, sanitario ed economico che ha lasciato in tutti noi un forte disorientamento. È importante che la maggior parte delle persone abbia rivalutato il concetto di salute, il quale è un costrutto molto complesso che riguarda la qualità della nostra vita. Abbiamo certamente bisogno di servizi sanitari adeguati, ma ancor di più di un lavoro adeguatamente retribuito che soddisfi le nostre esigenze primarie, dell’accesso per tutti a una istruzione di qualità, ecc. Da qui la necessità di esprimere politiche intersettoriali. Ci riuscirà il Pnrr? Credo che sia fortemente simbolico il fatto che, alla presentazione di ogni nuovo governo in Italia, il ministro della Salute sia l’ultimo dell’elenco».

«Veniamo da decenni di disinvestimento in questo settore, in ambito pubblico», ha concluso Marceca. «Siamo al di sotto della media europea e dei Paesi Ocse. In questi due anni e mezzo siamo stati martellati sui rischi del virus ma sono stati in buona parte dimenticati i problemi dei pazienti cronici e oncologici. In Italia ci sono evidenti disparità tra i servizi erogati nei vari territori. Il settore della non autosufficienza, di per sé fragile, si è ulteriormente indebolito. Per non parlare del versante della salute mentale. Bisogna riconsiderare tutto il tema dei bisogni. I contributi presenti nel Quaderno vanno tutti nella direzione dei suggerimenti per un proficuo investimento di queste risorse straordinarie a favore della collettività. E bisogna farlo in maniera tempestiva. L’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) ci dà un quadro molto chiaro sull’assistenza territoriale. Non possiamo continuare a ragionare soltanto sui posti letto. È avvilente che, buona parte degli elementi presenti all’interno del Pnrr, sia oggetto di discussione da 30 anni a questa parte. In Europa siamo in ritardo sulle politiche sociali. Andiamo verso un rafforzamento del sistema sociosanitario privato, favorendo almeno in Italia un federalismo che produce forti differenze tra i territori. Ecco perché il quadro appare molto complesso. In moltissimi Paesi, la salute viene considerata un bene commerciabile. Noi siamo messi meglio rispetto ad essi, ma ora più che mai occorre varare una riforma che superi le attuali criticità».

Il Quaderno n. 3, curato da Laura Rancilio, propone alcune parole chiave di questa potenziale svolta: prossimità, comunità, presa in carico globale della persona, domiciliarità. Ma la domanda che emerge è se l’impianto del Pnrr e le sue prospettive attuative siano adeguate a quelle parole. La pubblicazione si apre con un capitolo dedicato a Il valore del “come”. La sperimentazione di un progetto-pilota di prossimità nella Asl Roma 1, che illustra il tentativo di riorientare il lavoro di una Azienda sanitaria della capitale verso una medicina effettivamente di comunità e di territorio. Il secondo capitolo, Dal Covid-19 al Pnrr. Imparare dalla pandemia… per andare oltre, approfondisce il tema di come le lezioni apprese durante l’avvio della pandemia, possano orientare gli interventi territoriali verso una concreta medicina di prossimità. Il successivo testo, Costruire il lavoro di comunità per il supporto alle fragilità, approfondisce il tema del Piano connesso all’istituzione di Case della comunità, orientate verso le condizioni di maggiore fragilità, per evitare il rischio di una mera riarticolazione funzionale dell’offerta esistente. Il capitolo dedicato a La riforma dell’assistenza territoriale evidenzia la logica interna del Piano che propone un nuovo modello di presenza delle strutture sanitarie a livello territoriale, premessa necessaria per un cambio di paradigma. Uno dei focus principali della Missione Salute, la condizione delle classi di età più avanzate, è affrontata nel capitolo Anziani e non autosufficienza: cosa sta succedendo tra crisi post-pandemia, PNRR e riforma?, che si propone di fare il punto su quanto contenuto nel Piano, a partire del drammatico impatto del Covid-19 sulle strutture dedicate.

Giuseppe Costa, nel suo contributo su La metrica di salute per guidare e valutare le innovazioni nel PNRR, riflette su quali infrastrutture concettuali e operative rendono possibile l’attuazione e la valutazione dei cambiamenti che il Piano vuole introdurre. Le conclusioni segnalano, infine, come i lavori contenuti nel Quaderno facciano emergere il tema delle disuguaglianze nell’accesso ai servizi di salute e che questo tempo deve rafforzare la consapevolezza verso questo fenomeno e l’impegno per il suo contrasto.

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