Politica

Il piano di Giovanardi

Dubbi sulla gratuità delle adozioni e sul Garante per l'Infanzia, rilancio del quoziente familiare, riportare a una sola sede l'Osservatorio nazionale sulla famiglia.

di Sara De Carli

Il 3 luglio il sottosegretrario Carlo Giovanardi, con delega alle politiche familiari, ha presentato alla Commissione Affari Sociali della Camera il suo piano programmatico. Ecco in anteprima il suo intervento. Con qualche stoccata e la messa in discussione di parecchie idee ormai consolidate… Sul Garante dell’Infaniza, per esempio, la sintonia con il ministro Carfagna non pare proprio essere perfetta.

 

Una premessa
Una premessa politica: la famiglia titolare delle politiche per la famiglia di questo Governo è quella della Costituzione, fondata sul matrimonio. Io spero che in questa legislatura il dibattito sui Pacs venga accantonato, però non ho problema a dire che – al di là del dibattito ideologico – nella scorsa legislatura sono state portate avanti anche politiche vere nei confronti della fmiglia, apprezzabili, anche se ora vi dirò le criticità che ho riscontrato nella loro attuazione.
 
Politiche concorrenti
Le politiche per la famiglia sono di competenza delle Regioni, quindi si è sempre su un confine labile. Se il Governo decide di finalizzare dei fondi per le politiche per la famiglia, non si può fare: puoi solo metterti attorno a un tavolo con le Regioni, con poi il probelma del monitoraggio dell’uso dei fondi. Faccio l’esempio della cosiddetta “triplice”, quei 100milioni di euro stanziti dal ministro Bindi per politiche tariffarie a favore delle famiglie numerose, consultori, assistenti familiari, più – in un secondo momento – 25 milioni di euro per il rientro e la permanenza in famiglia di anziani non autosufficienti. Le regioni dovevano dare almeno il 20%, però poi c’è stata la deroga e alcune ne hanno dato solo l’8%. Le diverse regioni hanno enfatizzato diversi settori. Per esempio vedo che alcune Regioni hanno presentato dei progetti per il capitolo politiche tariffarie per le famiglie numerose, ma poi lo hanno attuato solo su alcuni comuni campione ed esteso anche alle società sportive: allora non è più un intervento a favore delle famiglie numerose.

Piano per la famiglia
È in via di elaborazione, ma si pone il problema dovuto al fatto che non c’è uno strumento che riesca a prevedere quale sarà l’impatto degli interventi – qualsiasi essi siano – sulla famiglia. Il piano dovrebbe innanzitutto farsi carico di questo. C’è una bozza del prof. Donati, che dovrebbe essere portata avanti.

Asili nido
Il ministro Bindi ha avviato un piano straordinario che, seguendo Lisbona, dovrebbe portare entro il 2010 alla copertura del 33%; c’è stata un’intesa in Conferenza unificata, ma vedo due problemi: i fondi sono finalizzati alla costruzione di nuovi asili, ma poi questi nuovi asili hanno bisogno di risorse per geestrli. E pure di un monitoraggio per verificare a che punto siamo.

Un organigramma complesso
A occuaprsi di famiglia c’è l’Osservatorio nazionale per l’infanza e l’adolescenza, poderoso, che ha sette sottocommisioni, che deve fornire materiale per una relazione del Governo all’Onu sulla condizione infanzia nel nostro paese e d’altra parte fare un Piano infanzia; collegato c’è il Centro di documentazione e analisi, che fa da comitato tecnico scientifico; poi ambedue hanno come braccio operativo l’Istituto degli Innocenti. C’è l’Osservatorio nazionale sulla famiglia, che adesso ha tre sedi, Bologna, Bari e Roma: io l’ho trovato fatto, ma questa tripartizione non è che mi convinca molto, ne bastava uno.  Io devo nominare dei tecnici e degli esperti di famiglia, che partecipino a 16 commissioni governative… Un quadro complesso. Un riordino e una riflessione complessiva forse va fatta, per avere un quadro unitario sul soggetto unitario della famiglia.

Adozioni internazionali

Un tema che anche oggi [ieri, ndr] è sui giornali. Problema serio per la domanda, la complssità delle procedure, che riguarda anche una sempre maggior severità dei paesi d’origine, che pretendono cose che a noi sembarno incongrue ma che per loro sono importanti. Una semplificazione delle procedure si scontra quindi con la volontà di questi paesi, che chiedono procedure complesse e approfondite. Nella scorsa legislatura c’è stato un giusto provvedimento per dare 1.200 euro a tutte le coppie adottanti, una cifra che più o meno copre i costi nazionali, ed è stata avanzata la richesta di gratuità totale dell’adozione internazionale, su cui occorre aprire una riflessione: è anche vero però che per accedere all’adozione bisogna garantire un certo reddito e che i paesi d’origine sono sempre più rigidi anche su questo. Se lo Stato si fa interamente carico delle spese è un problema, nell’ottica delle priorità, bisogna fare delle scelte.

Minori
Ci sono progetti anche governativi e parlamentari sull’istuzione del Garante nazionale per l’Infanzia, in campo c’è la riforma dei Tribunali dei minori per arrivare a un Tribunale per la famiglia. Sul Garante aprirei una riflessione parlamentare approfondita per ragionare sulla sua funzione, i suoi compiti, gli interventi che può fare… Bisogna capire come il Garante si rapporta con i tribunali per i minori… Negli ultimi anni abbiamo visto una moltiplicazione degli organi di garanzia, ma alcuni ora chiudono preché non ce n’era bisogno.

Fisco
È il problema forse più importante, ma non è di competenza mia. Prendo atto con soddisfazione che anche ieri Tremonti ha ribadito pubblicamente un’attenzione fiscale per le famiglie. Io ribadisico che siamo orientati a una politica di deduzioni fiscali, che quindi aderiamo a quanto è stato indicato dal Forum delle associazioni familiari con le 1milione e passa firme raccolte, per arrivare poi – col tempo e le risorse necessarie – al quoziente familiare. È un po’ come scoprire l’acqua calda, anche se è difficile da realizzare: le politiche fiscali devono riconoscere che avere figli non è una questione privata ma questione importante per il futuro sociale del paese.

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