Politica
Il piano casa di Tremonti
A cura della redazione di Vita. Sintesi di Franco Bomprezzi
di Redazione
La conferenza stampa del ministro Tremonti con l’annuncio del piano casa da 20 mila nuovi alloggi è l’argomento di apertura di quasi tutti i quotidiani di oggi.
Cominciamo dal Corriere della Sera. “Conti in pareggio nel 2011”: l’impegno di Giulio Tremonti è il titolo di apertura del Corriere. «È un impegno che la Repubblica Italiana intende rispettare», sigilla il ministro dell’Economia. Che a pag. 2 nel pezzo di Mario Sensini aggiunge: «sperando che prima o poi la congiuntura internazionale insieme a Lisbona e al federalismo fiscale ci dia lo spazio e le risorse, sarà possibile finanziare gli impegni assunti in campagna elettorale entro la legislatura» e annuncia anche la prima fase del piano casa con 20mila alloggi popolari nel 2009.
I due focus sono dedicati all’edilizia sociale e alla social card. «Il sistema delle fondazioni è pronto a fare la sua parte», risponde il presidente della Fondazione Cariplo Giuseppe Guzzetti interpellato sul nuovo piano casa. La social card invece non sarà finanziata solo dallo Stato, ma anche «da contributi del settore privato e sconti dei settori commerciali», come spiega il Corriere. Per ora l’Eni ha messo 200 milioni, ma anche alcune fondazioni bancarie potrebbero farsi avanti spiegano dal Welfare. La manovra prevede che l’accredito sulla tessera (si parla di 40 euro) avvenga entro ottobre. La platea dei beneficiari dovrebbe essere di circa 1 milione di persone, ma i dettagli verranno resi noti solo con i decreti interministeriali.
Apertura sulle 20mila nuove case per Il Sole 24 Ore. Un housing sociale che coinvolgerà anche la Cassa depositi e prestiti, ma anche i buoni postali, come anticipa il sottosegretario Mario Mantovani al quotidiano economico. Serve un miliardo di euro per il progetto. Gli alloggi saranno in affitto, ma con possibilità di riscatto. Due i percorsi: partecipazione con gli enti locali e codecisione, o legge obiettivo per superare le opposizioni sul territorio. Il piano prevede anche la vendita del patrimonio Iacp, 850mila alloggi gestiti dalle regioni. Da notare che tra gli immigrati potranno accedervi solo quelli a basso reddito e residenti regolarmente da 10 anni in Italia e da 5 nella regione.
E per le infrastrutture Tremonti assicura che i fondi ci sono e sono già stati destinati negli anni passati, ma il ministro Matteoli chiede altri 14 miliardi di euro in tre anni.
A pag.5 il Sole 24 Ore segnala le date per l’emanazione dei vari decreti attuativi del Decreto Legge 112: i beneficiari della Social Card dovranno essere identificati entro il 30 Settembre, le modalità di individuazione avrebbero dovuto essere già stabilite entro il 25 luglio, ma così non è stato. Stessa sorte anche per i finanziamenti e l’istituzione degli organi di gestione dell’Expo 2015. Per quanto riguarda il piano per l’edilizia abitativa si potrà attendere al massimo l’ultima settimana di ottobre.
La Stampa colloca a mezza pagina, sotto le Olimpiadi, il piano casa: «Il piano casa di Tremonti, subito 20mila alloggi». Grande spazio alla conferenza stampa fatta soprattutto per dare l’impressione della pax augustea all’interno del Governo, ma la Manovra riscuote anche «molti mal di pancia delle truppe parlamentari che schiacciano bottoni e non contano nulla». Del piano alloggi scrive a pagina 7 Paolo Baroni. Il quale parte ricordando Berlusconi nel salotto di Vespa, in campagna elettorale, che del piano casa sulla linea di quello di Fanfani diceva: «mi piacerebbe essere ricordato da tanti giovani italiani per questo». Cambiano i termini, sottolinea Baroni, ma di piani casa ce ne sono stati a bizzeffe negli anni, ultimo quello di Prodi che prevedeva 550milioni di euro per 12mila case, anche se poi di fatto negli anni ne sono state realizzate solo 1.900. La formula del social housing – affitti a canoni accessibili anche per i ceti medio bassi – permette di rivolgersi anche alle fasce che non rientrano nell’edilizia popolare, come studenti e giovani coppie. Inoltre «il nuovo patrimonio abitativo sarà realizzato assicurando nuove agevolazioni alle cooperative edilizie e facendo ricorso alle risorse derivanti da alienazione di alloggi di edilizia pubblica in favore degli occupanti: incasso previsto 20-30 miliardi di euro».
Il piano casa viene citato nel titolo a pag. 4 de il Giornale: “E per i giovani 20mila case dal 2009” e in uno dei box che sintetizzano la novità: “20mila nuovi alloggi a partire dal prossimo anno con il modello del social house”. Il pezzo sulla manovra riguarda la pubblica amministrazione.
Un po’ scettico il titolo di Avvenire in prima: “Tremonti: 20mila nuove case. Ma per il Pd è tutto un bluff”. All’interno Eugenio Fatigante dà più rilievo al “mattatore” Gianni Letta di ieri in conferenza stampa che ai 20mila alloggi, relegati in un box breve ma ricco di informazioni tecniche. Il piano prevede 20mila nuovi alloggi già in cantiere per il 2009 per otto categorie destinatarie: famiglie, giovani coppie, anziani a basso reddito, studenti fuori sede, inquilini sotto sfratto e immigrati regolari a basso reddito, residenti da almeno 10 anni in Italia e da almeno 5 nella stessa regione. Per l’avvio concreto del piano occorre una delibera del Cipe, che dovrà riunirsi entro 60 giorni, ovvero inizio ottobre. Per il Pd è un “bluff” e per il Sunia (Cgil) una “truffa” visto che «si tolgono 550milioni di euro destinati alle famiglie sotto sfratto per un piano casa tutto da definire». Andrea Martella, responsabile infrastrutture del governo ombra del Pd, accusa: «È il solito bluff mediatico del governo, privo di qualsiasi copertura».
“Furto in casa” è infatti il titolo di apertura del manifesto. Foto di casa popolare e l’annuncio dei servizi nelle due pagine interne. “Tremonti promette 20.000 nuove abitazioni ma solo a chi potrà acquistarle entro il 2009. E lo fa utilizzando i soldi destinati agli affitti agevolati per gli sfrattati e al recupero del patrimonio edilizio. È una truffa e un regalo alla rendita immobiliare ai costruttori in difficoltà per lo scoppio della bolla speculativa”. Sul tema anche un commento di Roberto Tesi dal titolo “Edilizia impopolare”. «Il settore delle costruzioni è in crisi: di attività e, per fortuna, di prezzi. (…) Basta girare per le periferie romane (oltre il raccordo anulare) per vedere gru ferme e scheletri di palazzi non terminati. Ovviamente ancora peggio va per gli sfrattati che, in particolare nelle grandi città dove l’emergenza abitativa è enorme, non trovano un alloggio visti i prezzi ancora mostruosi degli affitti e la caduta dei redditi, complice l’inflazione». Si fa notare il gioco di parole tra social housing e l’italiana edilizia popolare: «Che, però, nell’accezione nostrana, significa quasi sempre edilizia schifosa, case che appena costruite cascano a pezzi (visti i materiali utilizzati) senza manutenzione».
Gli articoli sono alle pagine 6 e 7. In uno dal titolo “Emergenza senza speranze” di Giacomo Sette si attacca dicendo “Dalla padella alla brace. Se l’ex ministro Paolo Ferrero aveva introdotto dei meccanismi efficaci per contrastare l’emergenza abitativa, ora i piani «creativi» di Giulio Tremonti cancellano il poco di buono fatto finora. (…) È sulle case sfitte e la speculazione immobiliare dei costruttori la vera partita da giocare per contrastare il governo. (…) Con il pubblico completamente assente. Le stesse famiglie che usufruiranno dell’housing sociale non verranno stabilite dai comuni in base alle liste ma dai costruttori stessi”.
La Repubblica dedica al ministro Tremonti il titolo in prima: “Finanziaria, statali e magistrati in rivolta sui tagli” e fa l’approfondimento alle pagine 6 e 7. “E’ una manovra rivoluzionaria 20.000 nuove case e soldi agli statali”. Così titola il suo pezzo Roberto Petrini. E’ una citazione da Tremonti, secondo il quale “l’Italia ha elementi di forza, quando sarà finita la crisi internazionale saremo più forti degli altri… Abbiamo banche, assicurazioni e un sistema pensionistico forti e la nostra economia è fondata in larga parte sulle aziende manifatturiere”. Insomma toni ben lontani dal profeta di un nuovo 1929… In conferenza stampa ha illustrato il piano casa, annunciato il rilancio del nucleare e la liberalizzazione dei servizi pubblici, sotto lo sguardo compiaciuto di Gianni Letta, che ha parlato di finanziaria “rivoluzionaria” dovuta alla “genialità e alla capacità” di Tremonti. Sotto Aldo Fontanarosa dà voce a magistrati (preoccupati per i tagli, che allontanano l’obiettivo di un processo dalla durata ragionevole), ai sindacati degli statali (i 3 miliardi per i contratti in realtà sarebbero già “prenotati” dalla sicurezza) e al Sunia secondo il quale Tremonti ha bloccato 550 milioni già stanziati nel 2007 dirottandoli in un fondo che dovrà finanziare un “imprecisato piano casa”. Accanto Alberto Custodero intervista il ministro della difesa: Ignazio La Russa contesta i tagli alla difesa “A rischio le missioni all’estero”. Senza contestare Tremonti, La Russa spiega che dovrà tagliare le missioni e che il governo dovrà scegliere quali ridurre. Per quanto riguarda i tagli però constata che le 4 forze armate e le 3 di polizia non si connettono per le forniture né fanno economia di scala… Una soluzione potrebbe essere la vendita delle ex caserme ai privati.
Segnaliamo anche gli articoli sull’uccisione di una trans a Milano a opera di due giovani, uno italiano e uno marocchino. Da notare che tutti sottolineano come il ragazzo marocchino fosse opsite di don Gino Rigoldi e si disinteressano del ragazzo italiano maggiorenne… Fa eccezione il manifesto.
Corriere della Sera – A pag. 25 la cronaca dello stupro e dell’assassinio di un trans a Milano. Gli arrestati sono un ventenne di Rozzano nell’hinterland milanese e minorenne marocchino ospite della Comunità nuova di don Gino Rigoldi. Che descrive il giovane come «un ragazzo difficile, con problemi psicologici e alle spalle una famiglia disgregata. Vedevo che sgarrava un po’, ma volevo recuperarlo. Era già passato da 12 comunità e non me la sentivo di farlo tornare in mezzo a una strada». Continua il sacerdote: «Un asociale, con un passato fatto di psicofarmaci e droghe. Certo quando accadono fatti come questi è inevitabile chiedersi in che cosa abbiamo sbagliato».
Avvenire – «Arancia meccanica a Milano, presi due ragazzi». Ricostruzione della notte brava dei due ragazzi, un marocchino di 17 anni affidato alla comunità di don Gino Rigoldi e un italiano di 18 anni, discoccupato. Sottolineata la ferocia del quadro, con Francesco Messina, dirigente della Mobile, che dice: «La violenza è stata inaudita e gratuita, in tanti anni non ho mai visto una cosa simile. Sono giovani con fortissimi disagi».
La Repubblica – A pagina 21 “Transessuale stuprato e massacrato, orrore a Milano”. Cronaca e intervista a don Rigoldi che del ragazzino marocchino dice: “Era completamente solo. Mi ha chiesto aiuto e io ho cercato di darglielo”, “Temevo da mesi che si rimettesse nei guai, che ricominciasse a rubare”, “è stato uno dei ragazzi a cui mi son dedicato di più”, “sono molto amareggiato. Mi sento sconfitto. Sento tutta la nostra impotenza di educatori”.
Il Giornale – Il caso dello stupro e del coinvolgimento del ragazzo in comunità da don Rigoldi è solo nelle pagine milanesi. Anche qui intervistato don rigoldi che dice: «ho cercato di fare di tutto per aiutarlo,ma non sono riuscito. Così al compimento del 18 esimo anno di età avevo già pensato di farlo rimpatriare». Don Rigoldi prosegue: «Ha grandi problemi psichiatrici, è sotto trattamento, ha già girato 12 comunità. Quando è uscito dal carcere l’ho preso con me e ho provato a recuperarlo. non ha fatto passi avanti, ma non mi aspettavo che facesse una cosa simile».
La Stampa – A commentare la vicenda di Milano è Aurelio Mancuso, presidente di Arcigay: «Non sono poche le trans che spariscono. Questo delitto si inserisce nel clima di odio verso il diverso che sta dilagando in Italia negli ultimi mesi». Per Franco Grillini episodi così potrebbero essere evitati «se la prostituzione di strada, come a Venezia, si potesse esercitare in luoghi sorvegliati concordati con l’amministrazione comunale». Di appoggio, la testimonianza di Margherita, 27 anni, di San Paolo, esercita in zona cimitero monumentale ed è sconvolta dalla paura: «Guadagno 2mila euro al mese e non pago le tasse, ma subiamo sempre più violenze e anche sequestri. Forse le forze dell’ordine ci lasciano indifese per intimidirci».
il manifesto – a pagina 4: “Milano, trans violentato e assassinato da due ragazzi”. Vittima e carnefici accomunati da storie di abusi, povertà e disagio ai margini della metropoli. Si osserva nell’articolo che: “A Milano i trans stranieri non hanno diritti e finiscono nel centro di detenzione di via Corelli. I minorenni con problemi psicologici e di famiglia, specie se stranieri, possono solo affidarsi alle cure di comunità come quelle di don Gino”.
E inoltre sui quotidiani di oggi:
Avvenire – Una commissione indipendente ruandese (Commissione Mucyo) accusa la Francia di essere stata complice del genocidio in Ruanda del 1994. La Francia avrebbe assistito politicamente i miliziani hutu e li avrebbe addestrati militarmente. In più alcuni militari francesi avrebbero partecipato all’uccisione dei civili che nascondevano i tutsi. Il rapporto indica 33 persone del governo e delle forze militari francesi coinvolte nel genocidio, fra cui il presidente Mitterrand e suo figlio Jean Christophe, il primo ministro Edouard Balladur e il ministro degli esteri Alain Juppe. Il ministro degli esteri di oggi, Bernard Kouchner nega ogni responsabilità francese per il massacro ma dice che “risponderà alle accuse dopo aver letto il rapporto”.
il Giornale – pag. 14: Luca Doninelli commenta la notizia della recita scolastica dove il principe azzurro è diventato un tronista corteggiato da principesse, che però fugge con un uomo. Doninelli scrive: “metafora di una società senza più orizzonti”.
il Giornale/2 – a pag. 13: “Boom dei minareti. Tre moschee per 2mila islamici. È Civitanova la Mecca italiana” . Il comune, che conta 37 mila abitanti, autorizza un nuovo centro. Francesco de Remigis è andato sul posto a registrare la polemica nata da questa decisione. E fornisce anche un retroscena: “Qui l’Ucoi tenta il riscatto dopo la crisi. Messa all’angolo dai moderati, l’associazione cerca ora nuovi spazi e visibilità”.
La Repubblica – Illuminante polemica di Roberto Castelli sulle morti bianche: “Castelli: falsi numeri sulle morti bianche”. L’ex ministro della Giustizia contesta il rapporto Censis: “soltanto in Italia si contano come morti sul lavoro, al fine di poter dare i benefici assicurativi da parte dell’Inail, anche le morti che avvengono per incidenti stradali capitati mentre si va al lavoro o mentre si torna a casa a fine giornata. Morti che evidentemente nulla hanno a che vedere con la sicurezza in fabbrica”. E ancora: “Un po’ di verità fa bene a tutti”, “è il momento di smetterla di criminalizzare gli imprenditori italiani”. Mentre il Censis precisa di aver usato dati Eurostat e Inail, fiocca la polemica da parte di Cesare Damiano, ex ministro del lavoro, e di altri esponenti del Pd e dell’Idv. L’intervista a fianco è per Antonio Boccuzzi, ex operaio Thyssen ora deputato Pd: “nessun altro paese ha statistiche complete e dettagliate come le nostre. Non è possibile equivocare a meno che non si voglia farlo…”
Il manifesto – Una sentenza della Cassazione riconosce che il lavoro di quattro saltuari è subordinato: “Precari «dipendenti»” questo il titolo dell’articolo di Giorgio Salvetti che spiega “Chi lavora in modo saltuario non per questo è un lavoratore autonomo. Una ovvietà che però nel mondo del lavoro non è la norma. Anzi la norma è l’opposto, ovvero far passare per «Partite Iva», lavoratori che invece sono sotto padrone, con la semplice scusa che il loro lavoro non è continuativo».
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