Le persone interessate si possono rivolgere al servizio sociale del comune di residenza o di un altro territorio o alle associazioni del privato sociale che si occupano di affidamento, per avere le prime informazioni.
La preparazione e la valutazione degli affidatari compete ai servizi sociali locali che operano in maniera molto diversificata sul territorio: il percorso di selezione generalmente si compone di alcuni incontri presso il Servizio Affidi e di uno a casa della famiglia. Il lavoro dell’équipe di selezione (composta da un’assistente sociale e da una psicologa) si concentra sulle risorse presenti in potenza e sulle possibilità di accoglienza reali della famiglia.
Alla fine del percorso il Servizio Affidi dà alla coppia una restituzione della conoscenza fatta e dei temi affrontati e insieme si valutano i possibili abbinamenti (età e sesso dell’ipotetico minore da accogliere). Questo è il momento più delicato sia per il Servizio Affidi che per la famiglia affidataria: il primo valuta concretamente di abbinare un bambino reale e la sua storia e una famiglia reale e la sua storia, la seconda resta in attesa del minore che dovrà accogliere, un’attesa che non è più solo desiderio e di cui non è possibile prevedere la durata. Quando il Servizio Affidi fa la proposta di abbinamento dà anche la dimensione temporale del progetto. Ogni bambino porta con sé la sua storia personale e unica e il progetto ne tiene conto, stabilendo per quanto tempo resterà in quella famiglia e ogni quanto dovrà incontrare la sua famiglia d’origine.
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