Famiglia

Il peggior sballo? È dei genitori

"8 ragazzi su 10 si fanno le canne" spiega Gustavo Pietropolli Charmet. "Ma lo scopo è stare in gruppo, non trasgredire.

di Stefano Arduini

Per un ragazzo dai 14 ai 18 anni che abiti in una grande città, le possibilità di evitare il contatto con la droga sono pari a zero. L?annuncio del professor Gustavo Pietropolli Charmet scuote la platea di genitori che assiste alla lezione presso la sede milanese dell?associazione l?Amico Charly nell?ambito di una serie di incontri intitolata Essere genitori oggi (prossime due tappe: il 18 marzo sul bullismo e il 20 maggio sui reati commessi a scuola). “Si spaventano perché spesso nelle famiglie l?argomento droga è tabù. E allora ci sono due strade obbligate, entrambe sbagliate: la tolleranza zero e la politica dello struzzo”, spiega lo psichiatra.
Vita: Professore, partiamo dai numeri, quanti sono gli adolescenti che fanno uso di droghe?
Gustavo Pietropolli Charmet: In base ai dati in nostro possesso, alla domanda “Hai mai fumato una canna”, risponde “mai” solo il 41% dei ragazzi. Spesso però chi fuma solo occasionalmente non si considera un consumatore. Io penso che otto adolescenti su dieci abbiano fatto un tiro almeno una volta nella vita.
Vita: Come se le procurano?
Charmet: Di solito fanno collette oppure organizzano viaggi-lampo in Svizzera o in Olanda. Quasi mai entrano in contatto con la malavita.
Vita: Lei però parla esclusivamente di canne. Perché ha deciso di concentrare gli studi solo sulle droghe leggere?
Charmet: Perché è sull?hashish e la marijuana che si consuma la frattura fra genitori e figli. Sulle droghe pesanti c?è analogia di vedute. Il più grande incubo dei ragazzi è il buco, il tossico che si fa in un angolo della strada. Sulle droghe leggere, invece, il conflitto culturale è enorme, i ragazzi hanno elaborato una cultura che ha normalizzato l?uso, lo spaccio e la distribuzione. Gli adulti, invece, le ritengono propedeutiche alle droghe pesanti, legandone il consumo a situazioni di disagio e di conflitto con la legalità.
Vita: E invece non è così?
Charmet: No, i ragazzi non si fanno le canne per trasgredire. Non gli passa nemmeno per l?anticamera del cervello. È la necessità di fare gruppo che li spinge verso lo spinello.
Vita: Nel senso che se non fumi non sei nessuno?
Charmet: No, il gruppo non costringe. Al suo interno sono accettati, con la stessa dignità, i fumatori e i non fumatori. La canna però è un rito contro la tristezza e il peso dell?essere adolescente. Fumare è un antidoto contro la noia. Rende leggeri ed ebeti. Quello che cercano gli adolescenti. Non certo la voglia di trasgredire.
Vita: Lei sostiene che il pugno di ferro non funziona. E nemmeno il lasciar fare. Come dovrebbe comportarsi un genitore se trova del fumo in tasca a suo figlio?
Charmet: In questi anni abbiamo assistito a campagne preventive pazzesche, che abbinavano il consumo di queste sostanze alle disgrazie più terribili. Abbiamo tentato di fare paura ai nostri figli e oggi ci ritroviamo con oltre la metà di loro che usa hashish e marijuana. È stato solo un mega spot pubblicitario. I genitori non devono sottrarsi al ruolo di educatori. Il mio invito è quindi di parlare con i ragazzi, per capire quale significato attribuiscono alle sostanze.
Vita: Il governo si appresta a cambiare la legge sulle droghe. Cosa ne pensa della proposta di Fini?
Charmet: Puntare tutto sulle pene mi sembra un errore madornale. In questo modo, per esempio, i professori faranno finta di niente pur di non mettere nei guai i loro studenti solo per una canna. E poi l?equiparazione fra droghe leggere e pesanti è assurda. Non sono la stessa cosa, i ragazzi lo sanno. Se noi non ci mettiamo in questo ordine d?idee penseranno che siamo disinformati, che non vale la pena parlare con noi.
Vita: Allora semaforo verde al libero consumo?
Charmet: Questa è un?altra chimera. Non possiamo illuderci che togliendo la proibizione, loro smettano di fumare. Per i ragazzi che sia vietato o meno non fa differenza. Anzi non pensano che sia illegale, che fumando commettano un reato. Lo ripeto: non vogliono abbattere il sistema. I tempi sono cambiati. E, d?altra parte venire a patti con il narcotraffico non mi sembre una buona soluzione.

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