Politica

Il pasticciaccio di capitalia

Fondi etici. La banca romana ne lancia tre. “Misti”.

di Francesco Maggio

Dopo Unicredit con Pioneer, Banca Intesa con Nextra, Monte dei Paschi con Mps-Am all?appello ormai mancava solo lei, Capitalia. L?unico dei grandi gruppi bancari italiani a non avere in portafoglio, tramite la Sgr partecipata, uno o più fondi etici. Per questo, il lancio nei giorni scorsi del Sistema etico di Capitalia, (un fondo obbligazionario e due bilanciati, realizzati da Fineco Asset Management) non giunge inatteso. Ciò che invece sorprende è che la montagna, come si suol dire, sembra aver partorito il classico topolino.
Sì, perché diciamolo subito, vista la ?forza d?urto? di cui è capace l?istituto guidato da Geronzi, ci si poteva aspettare altro. Questo Sistema etico lascia, infatti, abbastanza a desiderare. Vediamo perché.
Innanzitutto di che tipo di fondi si tratta? Il comunicato stampa mette in evidenza, sin dal titolo («Tre fondi per iniziative in campo sociale, 20% delle commissioni per attività benefiche») che si tratta di fondi che devolveranno il 20% delle commissioni di gestione. Ci risiamo, viene all?istante da pensare, i vecchi fondi a devoluzione non tramontano mai. Ma siamo nel 2005 o nel 1995, quando si affacciavano timidamente sul mercato i primi fondi che si chiamavano etici solo perché convogliavano un po? di soldi a qualche associazione?
Per fortuna non è così. O almeno non tutto. è vero che è prevista questa clausola di devoluzione, ma si tratta di una peculiarità abbinata alla natura socially responsible dei fondi: criteri di esclusione e di inclusione determineranno la selezione del panel investibile. E a lavorarci su sarà un advisor noto come E. Capital Partners, i cui benchmark sono anche quelli di riferimento dei fondi. Fatto sta che l?esperienza insegna che abbinare la devoluzione a uno screening socialmente responsabile dei titoli più che rafforzare l?eticità di un prodotto finanziario non di rado finisce con il creare confusione nel risparmiatore (e i fondi che in Italia hanno pagato questo scotto sono più d?uno).
Piuttosto, ciò che sorprende è che a decidere dove andrà quanto raccolto con il 20% sarà un comitato presieduto nientemeno che da Matteo Arpe, amministratore delegato di Capitalia, e composto da Paolo Fresco, consigliere d?amministrazione della banca, dal direttore generale Carmine Lamanda e dal direttore risorse umane, Giuseppina Baffi. Unico esterno Sebastiano Maffettone.
Non ci siamo. E non perché queste persone non siano autorevoli. Ci mancherebbe. Ma perché i comitati etici dovrebbero essere formati prevalentemente (se non esclusivamente) da personalità esterne alla banca, che peraltro conoscono a fondo il sociale.
Una curiosità, infine: tra i settori di esclusione dei fondi figura anche quello delle armi, dove invece Banca di Roma, come emerge dalla relazione governativa 2005 sulle esportazioni di materiali da guerra, occupa il 30% dell?intero ammontare delle transazioni, con 395 milioni di euro.
Un business che però dovrebbe presto ?restringersi?, non supportando più aziende produttrici di bombe, missili, carri armati.

Mister bond
Chi ingrassa all?ombra dell?Opa

Amici e nemici. Cosa ha riavvicinato a sorpresa il governatore Fazio e il neo ministro La Malfa? Una battuta di un fazista doc (il senatore Tarolli) in un?intervista al Giornale: Fazio ritiene che Maranghi sia uno per bene che tanto ha fatto per questo Paese. Così il maranghiano La Malfa ha deciso per ben due volte di chiedere scusa per le incomprensioni del passato. I due si sono trovati vicini anche nello scoprire un nemico comune: il presidente di Capitalia Geronzi, alleato degli olandesi in Antonveneta e nemico di Maranghi e Profumo in Mediobanca.
Il ritorno di Maranghi. Da un paio d?anni, da quando è stato fatto fuori da Mediobanca, Maranghi si è ritagliato il ruolo di consigliere. Di questo e di quello. Ma ora starebbe preparando il gran ritorno. Dove andrà? Le scommesse sono aperte e c?è chi giura anche su un clamoroso ritorno a Piazzetta Cuccia.
Il liberista. Come mai Berlusconi, alleato di Doris e quindi della Popolare Lodi, si è detto a favore del mercato, cioè delle Opa straniere? Non sarà che il Bbva, autore dell?Opa su Bnl, è uno dei principali contribuenti pubblicitari di Telecinco?
Lancia il mattone e scappa. Gli immobiliaristi che hanno contrastato l?Opa Bbva in Bnl sarebbero pronti a cedere le loro partecipazioni, con l?avvicinarsi della fine della vicenda. Si parla già di plusvalenze oltre i 100 milioni, pro quota, o pro mattone che dir si voglia.

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