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Il parlamento europeo dice no alla delocalizzazione selvaggia

No alle delocalizzazioni selvagge: è quanto stabilisce il parlamento europeo approvando la relazione, d’iniziativa del socialista belga Alain Hutchinson, che domanda di sanzionare le imprese...

di Matteo Manzonetto

No alle delocalizzazioni selvagge: è quanto stabilisce il parlamento europeo approvando la relazione, d?iniziativa del socialista belga Alain Hutchinson, che domanda di sanzionare le imprese che, dopo sette anni di aiuti pubblici, delocalizzano le loro attività. Il documento chiede inoltre di non sostenere le pratiche che non concorrono all?obiettivo della piena occupazione. Sollecitando maggiori fondi Ue per l?occupazione, la formazione e l?innovazione, il parlamento chiede anche misure per evitare la caccia alle sovvenzioni in paesi terzi e la definizione di una lista nera delle imprese che violano le norme. La delocalizzazione, infatti, riguarda non soltanto le industrie cosiddette tradizionali, con elevata manodopera (manifatturiero, tessile, calzature), ma anche industrie con elevata intensità di capitale, il settore dei servizi, le nuove tecnologie. Il parlamento chiede anche maggiore attenzione nella distribuzione dei fondi strutturali e di coesione per quelle regioni che sono più sfavorite. E appoggia, in questo senso, il fondo di 500 milioni di euro che la Commissione intende destinare al contrasto degli shock economici derivanti dalla globalizzazione. Infine, la relazione sollecita la Commissione ad attivarsi per inserire clausole sociali nei trattati internazionali, sulla base delle convenzioni dell?Oil riguardanti il diritto di organizzazione, la libertà di assemblea, il divieto del lavoro minorile e coatto nonché il divieto di discriminazione. Queste tematiche, inoltre, dovrebbero essere reinserite nell?ordine del giorno dell?Omc, dove andrebbe insediata una Commissione per il commercio e i diritti dell?uomo che si occupi di questioni connesse con il mondo del lavoro. Info: http://europa.eu.int


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