Sostenibilità

Il Parco più giovane che fa convivere crostacei e lupi

La flora e la fauna

di Redazione

Un parco che affascina ancora prima di entrarci. La singolarità del Parco nazionale Appennino Lucano-Val d’Agri-Lagonegrese, la più giovane area protetta dello Stivale, è data dalle sue bellezze paesaggistiche ma anche dalla collocazione geografica.
A ovest, in territorio campano, è circondato dal Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano, mentre a sud, verso la Calabria, dall’altro parco nazionale lucano, il Pollino.

90mila residenti
Una gemma incastonata fra due pietre preziose. Il Parco, istituito con il decreto del Presidente della Repubblica dell’8 dicembre 2007, si estende lungo la parte settentrionale della catena appenninica lucana e occupa una superficie di 68.996 ettari su cui risiedono circa 90mila persone distribuite nei 29 comuni dell’area. Piccoli municipi della provincia di Potenza, da Abriola a Viggiano, a loro volta cuciti l’un l’altro da 15 tipi di diverse aree protette.
Per l’esattezza, 12 siti di interesse comunitario (Sic), 2 zone a protezione speciale (Zps) e una Important Bird Area (Iba), un sito cioè di particolare interesse per la conservazione degli uccelli. Il panorama del Parco cambia repentinamente passando dalle vette – la cima più alta è il monte Papa (2005 metri) – alle valli, ai grandi bacini idrografici del Basento, Agri e Sinni.

Le faggete
L’aspetto che più incanta i visitatori è la ricchezza della flora. Partendo dalle zone più elevate del territorio si incontrano boschi di faggio, è il caso delle faggete dei Monti Maruggio, ma anche numerosi altri complessi forestali. Aree di pregevole interesse faunistico anche per le specie endemiche delle praterie di quota. L’Hippocrepis glauca, ad esempio, una pianta erbacea esclusiva del Volturino. E poi, ancora, l’agrifoglio, il biancospino, la rosa canina. Una biodiversità resa ancora più copiosa da un patrimonio faunistico che si arricchisce grazie alla contaminazione con i due parchi nazionali confinanti del Cilento e del Pollino.

Sorprese acquatiche
Gli ecosistemi acquatici sono l’habitat ideale per anfibi e crostacei. Tra i primi sono degni di nota il tritone italiano e l’ululone dal ventre giallo. I crostacei, ad esempio il granchio, rappresentano una indispensabile fonte alimentare per una specie rara e significativa come la lontra. Il lago del Pertusillo, inoltre, ospita numerose specie migratorie come la cicogna nera e quella bianca.
Tra i trampolieri si trovano anche l’airone bianco maggiore, l’airone rosso e l’airone cenerino. Gli ambienti in quota, oltre 1500 metri, sono invece il regno degli uccelli rapaci. Negli ultimi anni hanno fatto ritorno anche individui erratici di aquila reale che si sono contesi il dominio del cielo con il falco pellegrino e il corvo imperiale.
Venendo ai rettili, figurano la testuggine d’acqua e la rara testuggine di Hermann, di terra. Sono presenti inoltre serpenti di grosse dimensioni come il cervone e il saettone. Gli ambienti terrestri, infine, sono popolati da puzzole, gatti selvatici, lupi, cinghiali. Più in alto, invece, lungo i prati si trovano istrici, lepri europee e volpi.

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