Animali
Il parco Adamello Brenta cancella i Bear Ambassador
A un anno dalla morte di Andrea Papi per la Lega anti vivisezione - Lav la Provincia di Trento continua colpevolmente a non fare nulla per la sicurezza di cittadini e orsi mentre il parco chiude il progetto di informazione realizzato in collaborazione con la stessa Lav che ribadisce: «l’incompetenza della politica trentina favorisce gli incidenti con gli orsi»
È passato un anno dalla morte di Andrea Papi, ma sembra che nei palazzi della politica trentina non se ne sia ancora accorto nessuno. Nulla è cambiato dal 5 aprile del 2023, come peraltro nulla è mai cambiato da quando gli orsi sono stati reintrodotti sul territorio provinciale di Trento. Di questo sono fermamente convinti alla Lav che in una nota sottolinea un altro fatto: «Le attività per tenere gli orsi distanti dalle aree urbanizzate sono praticamente all’anno zero»
Cosa non è stato applicato del Progetto Life Ursus
Tra gli esempi citati vi è il fatto che la sostituzione dei cassonetti «procede a rilento e comunque con un ritardo di almeno venti anni rispetto al progetto Life Ursus (finanziato dalla Comunità europea a metà degli anni ’90 per la reintroduzione degli orsi nelle Alpi – ndr), mentre i siti di foraggiamento degli ungulati, riconosciuti dallo stesso Piano d’Azione interregionale per la conservazione dell’Orso bruno sulle Alpi centro-orientali – Pacobace come fonti di attrazione alimentare per gli orsi, continuano ad essere tutti al loro posto nonostante la diffida inviata dalla Lav alla Pat lo scorso anno».
E non va meglio dal punto di vista dell’informazione dei cittadini, con il Piano di comunicazione redatto nel 2016 dal Parco Naturale Adamello Brenta con il Muse, in collaborazione con il Settore Grandi Carnivori della Provincia, che continua a giacere, inutilizzato, in qualche cassetto della Giunta Fugatti.
I Bear Ambassador erano attivi dal 2021
Per colmare la colpevole inerzia della Provincia di Trento proprio sul tema della comunicazione e dell’informazione dei cittadini continua la nota dell’associazione, dal 2021 la Lav era impegnata con i suoi volontari nelle vesti di “Bear Ambassador” sul territorio del Parco Adamello Brenta in un progetto sviluppato con lo stesso Parco, al fine di diffondere le corrette informazioni per prevenire possibili incontri e incidenti con gli orsi, svolgendo quindi una fondamentale attività che andava a incrementare la sicurezza dei cittadini favorendo la convivenza con i plantigradi.
«Ma da quest’anno anche questa preziosa attività è stata cancellata per volontà dello stesso Parco che, è opportuno ricordarlo, è ente funzionale della stessa Provincia di Trento» sottolineano alla Lav.
A un anno dalla tragedia ancora nessuna prevenzione
Per gli animalisti nell’anno trascorso dalla tragedia che ha colpito la famiglia Papi non è quindi cambiato nulla, se non in peggio. Se da un lato Fugatti continua a produrre roboanti e minacciosi proclami contro gli orsi, dall’altro dorme sulle attività di prevenzione, sulle attività di informazione, sulla convivenza, mettendo a rischio la sicurezza dei suoi concittadini.
«Un ragazzo è morto perché le istituzioni non gli hanno spiegato come comportarsi in un territorio frequentato dagli orsi» insiste Lav, «eppure questo fatto gravissimo non ha cambiato nulla, essendo stato utilizzato solo a fini propagandistici per garantire la rielezione di Fugatti».
«La sicurezza dei cittadini trentini è messa continuamente a rischio dalla sciatteria dell’azione politica di Fugatti», afferma Massimo Vitturi, responsabile Lav, Animali Selvatici «sempre pronto a scagliarsi contro gli orsi, invece che realizzare le attività utili a favorire la convivenza pacifica, come quelle proposte dalla stessa Lav. D’altronde ce lo ricordiamo ancora molto bene quando, durante un suo intervento da consigliere provinciale, sbeffeggiava con atteggiamenti e linguaggio da operetta, la ricostruzione scientifica della ricomparsa dei lupi in provincia. Viene da chiedersi in quali mani si siano messi i trentini».
Uccidere otto orsi l’anno, come stabilito dalla Legge provinciale approvata a marzo scorso e mantenere Jj4 incarcerata nel recinto del Casteller – viene osservato -, invece di trasferirla nel rifugio in Romania come richiesto dalla Lav e su cui pende al momento un ricorso al Consiglio di Stato, non inciderà minimamente sulla sicurezza dei cittadini trentini.
Difendere gli orsi e garantire sicurezza ai cittadini
«Auspichiamo che prima o poi siano accertate eventuali responsabilità, anche indirette, della scorsa Giunta Fugatti nell’aver contributo, con le innumerevoli e gravissime omissioni, a creare le condizioni per la morte di Andrea Papi», conclude la Lav. Che assicura: «noi continueremo a fare tutto il possibile per difendere gli orsi e garantire la sicurezza dei cittadini».
Nell’immagine in aperture due volontarie del progetto Bear Ambassador di Lav ritratte lo scorso anno – foto da Ufficio stampa
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